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Abigail Tarttelin: intervista all’autrice di Golden Boy
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Abigail Tarttelin: intervista all’autrice di Golden Boy

Qualche settimana fa vi avevo consigliato un libro uscito lo scorso anno che mi aveva immediatamente conquistato sia per le tematiche sia per lo stile con cui una storia a sfondo intersessuale era portata avanti: sto parlando di Golden Boy di Abigail Tarttelin.
Pochi giorni fa, invece, ho avuto l’incredibile opportunità di parlare con la stessa autrice, Abigail, che entusiasta dell’articolo e dello spazio che Bossy ha dedicato alla sua opera, ha accettato di farsi intervistare senza pensarci due volte.
Vi lascio immediatamente alle domande così che sia la stessa Abigail a raccontarsi.

Quando e come hai iniziato ad interessarti a tematiche come l’intersessualità?
Dopo aver visto il film argentino XXY, ho scoperto l’intersessualità. Qualche anno più tardi, ho cominciato a pensare a come la società tratta le persone intersessuali, e che cosa significa in rapporto al significato che noi diamo al genere sessuale.

Nel mondo esistono moltissime persone intersessuali, esseri umani che hanno paura di aprirsi ed uscire allo scoperto. Tu, per scrivere Golden Boy, ti sei ispirata alla vita di qualche ragazzo che hai avuto modo di conoscere?
No, prima di mettermi a scrivere non avevo mai incontrato una persona intersessuale, ma mi sembra ci siano molti giovani molto più coraggiosi di me che hanno trovato in Tumblr e altri siti degli ottimi posti per esplorare il loro genere/sesso e parlarne.

Per quale motivo, a tuo avviso, si tende ad evitare di parlare dell’intersessualità?
Penso che noi, come società, siamo un po’ a disagio nel discutere problemi relativi al sesso o al genere. Penso che buona parte di questa sensazione derivi dalla paura delle persone privilegiate di perdere il loro potere. Per esempio, i preti della Chiesa Cattolica hanno potere, e più di tutto vogliono continuare ad esercitarlo. Se le donne e le persone omosessuali non li vedono come figure autoritarie, allora loro perdono questo potere. Le persone potenti hanno sempre usato paura e propaganda per tenere il popolo buono per secoli, e questo meccanismo ormai è scolpito nel nostro cervello. La religione ha avuto un ruolo immenso nell’odio secolare verso le persone intersessuali, perché ha una gerarchia di potere che le persone seguono.

Cosa consiglieresti a chi vuole approfondire le tematiche lgbtq e legate agli intersessuali?
Vai su internet e trova la tua comunità!

Ho letto che ti dichiari giustamente femminista 24/7: cosa significa per te essere femminista?
Essere una femminista a tempo pieno significa che ogni giorno faccio la scelta di rendere la lotta per l’uguaglianza una parte della mia vita, della mia mente, e del mio comportamento. Il mio scopo è quello di supportare le donne, di creare un dialogo con gli uomini, e di intromettermi sempre quando vedo ignoranza e fraintendimenti. Nel mio lavoro ha significato scegliere di condividere quello che guadagno con altre donne (anche se spesso assumo uomini per filmare i miei video musicali, o per produrre le canzoni che scrivo con la mia band Girlboy), e quando vedo una donna lavorare o lottare per i propri sogni, mi piace mostrarle il mio supporto. Nelle mie relazioni amorose con gli uomini, significa che dove ci sono fraintendimenti mi prendo del tempo per pensare al perché ci siano e a discutere tutti i tipi di problemi che insorgono. Pensare all’influenza del concetto di genere sul nostro comportamento e sulle nostre decisioni è ormai un meccanismo che ho interiorizzato.

La campagna HeForShe (Women Solidarity Movement for Gender Equality): cosa ne pensi?
Penso che la campagna di HeForShe sia un’iniziativa fantastica, ed è ovvio che gli uomini e i ragazzi dovrebbero essere coinvolti nel volere uguaglianza per le donne, perché siamo persone, e anche loro sono persone, e le persone dovrebbero aiutare le altre persone. Penso anche che più coinvolgimento potrebbe arrivare dal sottolineare i problemi che i ragazzi incontrano quando si parla disuguaglianza di genere, perché mentre i problemi del sessismo che affrontano le donne e le ragazze sono più violenti, penso che le pressioni caricate su uomini e ragazzi siano velenose. Se ci pensiamo bene, le disuguaglianze di genere che affrontano gli uomini spesso portano alle disuguaglianze di genere che subiscono le donne. Per esempio, l’abuso domestico è spesso l’asserzione dell’uomo di potere e controllo, ma se pensasse direttamente di non avere bisogno di queste cose, ci sarebbero ancora abusi? Allo stesso modo, anche la cultura dello stupro gira attorno al concetto degli uomini che «si sentono in diritto», ma quel senso di «aver diritto» viene da quello che noi in quanto società diciamo agli uomini riguardo al loro genere, e a cosa significa.

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Emma Watson, nel discorso di lancio della campagna HeForShe tenuta lo scorso settembre, ha dichiarato che la vita per le persone omosessuali, transessuali ed intersessuali migliorerà notevolmente quando esisterà la parità di sessi tra uomo e donna; sei anche tu dello stesso avviso?
Penso che ci siano stati molti miglioramenti per le persone LGBTQIA negli ultimi decenni, grazie a movimenti come la terza ondata di femminismo, e gruppi come ACTUP e TAG a New York. Personalmente, credo che l’uguaglianza di genere sottolinei qualsiasi altro tipo di uguaglianza, e certamente anche il problema della sessualità. Per esempio, se non facessimo distinzioni tra i generi, nel senso di non dare a diversi generi qualità così differenti, che problema avremmo con due uomini innamorati?

Personalmente non vedo l’ora di leggere il tuo prossimo lavoro: hai già iniziato a lavorarci su?
Scrivo in modo compulsivo, adesso sto lavorando a un nuovo progetto, che tratta di temi femministi e LGBT. Spero che possa essere il mio prossimo libro! Mi piacerebbe moltissimo poterlo condividere con i lettori di Golden Boy.

Sei davvero molto gentile e disponibile, Abigail. Voglio ringraziarti ancora una volta per avermi dato questa grande possibilità.
Grazie a voi! Grazie per aver parlato di Golden Boy. Sono entrata in contatto con molte persone dall’Italia che mi hanno scritto di quanto conforto abbiano trovato in Max. La cosa più bella di aver scritto questo libro è il potermi connettere con altre persone, parlare con loro di questo tema, anche perché parlandone diventi parte di quel mondo. Quindi grazie!

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