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I 19 (+1) eventi femministi del 2019
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I 19 (+1) eventi femministi del 2019

Il 2019 è stato un anno intenso, fatto di colpi e contraccolpi, di passi avanti e messe in discussione, di proteste globali e minacce di regressione, di discorsi lucidi e desiderio di cambiamento, di donne che ci hanno messo la faccia e il cuore, di atti di coraggio e ribellione. È stato un anno di momenti importanti, di eventi da ricordare, di atti femministi che ogni volta che li citiamo ci fanno sorridere ed emozionare. E allora ecco i 19 momenti femministi (+1) che hanno caratterizzato il 2019, secondo Bossy.

1. THE 1975 e il discorso sulla misoginia nell’industria musicale

Al momento di ricevere il Brit Award come miglior gruppo musicale, la band THE 1975 ha scelto di citare la giornalista Laura Snapes e dire: “Nel mondo della musica, le azioni di misoginia maschile sono considerate sfumature e difese come tratti tipici degli artisti ‘difficili’, mentre le donne e chi le denuncia sono trattate come isteriche che non capiscono l’arte”. Snapes infatti aveva scritto queste parole in un articolo su Ryan Adams e sulle reazioni che le accuse di violenza sessuale e abusi nei confronti dell’artista avevano scatenato. Poche parole pronunciate su un palco importante, che hanno riacceso i riflettori su un problema radicato: ecco cosa vuol dire sfruttare il proprio privilegio.

 

2. L’Arabia Saudita nomina la prima ambasciatrice donna

È la principessa saudita Reema bint Bandar la prima ambasciatrice donna nella storia dell’Arabia Saudita. La principessa era già una conosciuta sostenitrice dei diritti delle donne e a febbraio è stata nominata a capo dell’ambasciata saudita negli Stati Uniti. Segnali per una maggiore libertà della donna (si auspica), come l’abolizione della segregazione nei ristoranti e la concessione di viaggiare senza accompagnatori uomini, in un Paese come l’Arabia Saudita che è stato spesso al centro di polemiche circa il trattamento riservato alle donne.

3. Lo sciopero femminista globale dell’8 marzo

Le attiviste argentine del collettivo “Ni una Menos” avevano indetto, per l’8 marzo 2017, uno sciopero internazionale delle donne che aveva coinvolto 40 nazioni. Lo sciopero era stato inteso in senso ampio, sia come astensione dal lavoro che come messa in discussione dei doveri riproduttivi e sociali della donna, quali la cura della casa e della famiglia. Gli scioperi dell’8 marzo sono continuati e quest’anno si è manifestato contro i sistemi interconnessi di sessismo, razzismo e capitalismo, aprendo le porte a dibattiti contemporanei e rimarcando la natura intersezionale dei movimenti femministi contemporanei e la necessità di una rivisitazione dell’intero sistema.

4. La prima attrice in sedia a rotelle a vincere un Tony Award

Giugno 2019: per la prima volta nella storia, un’attrice in sedia a rotelle riceve un Tony Award. La vincitrice è Ali Stroker, 31 anni, ed è stata premiata come Migliore attrice non protagonista in un musical per aver interpretato Ado Annie nel revival di “Oklahoma!”. “Questo premio è per ogni bambino che ci sta guardando questa sera e che ha una disabilità, un limite o una sfida, che sta aspettando di vedersi rappresentato in questo ambito: lo sei”, dice Ali Stroker nel suo discorso di ringraziamento. “E finalmente”, aggiungiamo noi.

 

5. Capitana Carola Rackete

Carola Rackete è stata capitana della nave Sea Watch 3, utilizzata per la ricerca e il soccorso dei migranti naufraghi nel Mediterraneo. Il 26 giugno 2019, Rackete ha violato le imposizioni del decreto sicurezza-bis, entrando in territorio italiano per sbarcare le quarantadue persone bloccate a bordo da due settimane, durante il braccio di ferro con l’ex Ministro Matteo Salvini. La campagna d’odio contro Rackete ha raggiunto in breve tempo livelli insostenibili, costandole minacce di morte e auguri di violenza. Il suo gesto le è costato l’arresto e un processo ma Rackete è anche diventata un simbolo di accoglienza, avendo avuto il coraggio di contrastare leggi ingiuste e in nome di una giustizia più umana.

6. Francia 2019: i Mondiali di calcio femminile

«Sono orgogliosa del fatto che le ragazze abbiano fatto conoscere il loro calcio a tutti gli italiani, facendoli appassionare: è questo il vero successo del Mondiale», ha dichiarato l’allenatrice della Nazionale italiana di calcio femminile Milena Bertolini. E in effetti la competizione mondiale ha generato un’ondata di entusiasmo e coinvolgimento tale da costituire un punto di svolta. Secondo i dati Fifa, le partite di Francia 2019 sono state seguite da una media di 17,27 milioni di persone contro la media di 8,39 milioni di spettatori di Canada 2015; e 82,18 milioni di persone hanno visto la finale tra Stati Uniti e Olanda, ovvero il 56% in più rispetto alla finale di Canada 2015. Numeri impressionanti che danno fiducia e speranza sulla possibilità di una nuova narrazione del gioco del calcio.

7. La legge contro il revenge porn

Con l’introduzione del “Codice rosso”, il revenge porn è ufficialmente un reato e prevede pene da uno a sei anni e multe dai 5.000 ai 15.000€. Un passo avanti da celebrare, certo, ma ancora troppo poco secondo dati e studi. Come spiega Roberto De Vita, Presidente dell’Osservatorio Cyber Security dell’Eurispes, il revenge porn è connesso al macrofenomeno della pornografia non consensuale che nel 90% dei casi colpisce le donne e i giovanissimi. Qualcosa si è mosso, dunque, ma a questo punto risulta ancora più necessario un intervento culturale ed educativo sulla sessualità e il rispetto dell’altro.

8. La battaglia di Lucha y Siesta

Casa rifugio, centro antiviolenza e casa di semiautonomia, Lucha y Siesta da anni si occupa delle donne e dei loro figli che hanno intrapreso un percorso di fuoriuscita dalla violenza. Per riparare alla mala gestione dell’azienda Atac, però, l’edificio che ospita la casa è stato messo in vendita, mettendo a rischio tutto ciò che la casa rappresenta. Ma Lucha y Siesta non si è arresa e ha creato il comitato “Lucha alla città”, che ha lo scopo di dare vita a una fondazione che acquisti lo stabile di Via Lucio Sestio. Perché “se Lucha y Siesta è in vendita, compriamola insieme”.

    

9. “I Testamenti” di Margaret Atwood

Dopo il successo della serie TV, che ha riportato in auge il romanzo “Il racconto dell’ancella” uscito nel 1985, la scrittrice Margaret Atwood ha deciso di recuperare le fila del discorso e di ricatapultarci nel totalitarismo teocratico di Gilead, o meglio, nel suo disfacimento. Uscito il 10 settembre 2019, “I Testamenti” prova a rispondere a tutte le domande lasciate in sospeso nel romanzo precedente: si interroga sul potere e la sua forza manipolatrice, mostra il dolore e la brutalità attraverso gli occhi di chi ne è complice e dipana una nuova realtà, fatta di donne ridotte ai loro corpi e alla loro capacità riproduttiva ma che ancora ricordano il passato libero e di bambine, nate e cresciute a Gilead, il cui unico mondo possibile è quello limitante e opprimente di un regime teocratico.

10. Le ancelle

Durante tutto l’anno, sono state riprese e tristemente constatate nella realtà le tematiche circa l’oppressione femminile e il controllo esercitato sul corpo delle donne narrati nel libro e nella serie tv “Il racconto dell’ancella”. Molte femministe in tutto il mondo hanno così manifestato vestite da ancelle (con la classica mantella rossa e la cuffietta bianca), presentandosi nelle aule di tribunale e durante le riunioni politiche. Le abbiamo viste sfilare in reazione alle nuove leggi anti-abortiste di alcuni Stati americani e ovunque si legiferasse a scapito della donna e della sua libertà e autodeterminazione, dall’Ohio che obbliga i medici a reimpiantare l’embrione nelle gravidanze extrauterine fino al Congresso delle Famiglie di Verona che concede ampi spazi al maschilismo e all’oscurantismo.

11. Il discorso di Michelle Williams agli Emmy Awards

Quando Michelle Williams è salita sul palco per ritirare il suo primo Emmy come migliore attrice protagonista per la miniserie Fosse/Verdon, ha scelto di rivolgere un ringraziamento particolare alla produzione della serie tv. E non per il successo ottenuto, come ci si sarebbe aspettati, ma per ciò che l’ha portata a raggiungere quel risultato. Nel suo discorso infatti l’attrice ha espresso stupore e gratitudine per aver trovato supporto, rispetto, parità salariale e pieno riconoscimento del suo valore. E ha aggiunto: “La prossima volta che una donna, specialmente una donna di colore – che viene pagata 52 centesimi per ogni dollaro che entra in tasca alla sua controparte maschile bianca – vi dice di cosa ha bisogno per svolgere il proprio lavoro, ascoltatela, credetele. Un giorno vi guarderà e vi ringrazierà per averle permesso di avere successo grazie al suo ambiente di lavoro e non nonostante esso”.

 

12. Il discorso di Greta Thunberg

“Voi venite da noi giovani e ci parlate di speranza? Come osate? Mi avete rubato i sogni e l’infanzia con le vostre parole vuote”. È con queste frasi piene di rabbia e lucidità che l’attivista Greta Thunberg si rivolge ai politici, nel suo discorso al summit sul clima di New York a settembre 2019. Si sta facendo poco, pochissimo, praticamente nulla, per contrastare i cambiamenti climatici, eppure i Governi continuano a dire che hanno a cuore l’ambiente e il futuro delle nuove generazioni: ma queste sono solo “favole”, sostiene Thunberg, che mettono in evidenza quanto i politici non siano ancora “abbastanza maturi da dire le cose come stanno”. A soli sedici anni, l’attivista svedese ha messo chi sta al potere di fronte alle proprie responsabilità, svelando il peggiore tradimento che le nuove generazioni stanno subendo: la minaccia del proprio futuro vestita di vana speranza.

 

13. Il record di Allyson Felix

Il 29 settembre 2019, l’atleta Allyson Felix ha superato il record di Usain Bolt, vincendo la sua dodicesima medaglia d’oro ai campionati mondiali di atletica leggera, nella 4×400 mista. Una vittoria arrivata dopo un anno particolarmente difficile per Felix: non solo a novembre 2018, prematuramente e con cesareo d’emergenza, è nata la sua prima figlia, ma nel frattempo ha dovuto affrontare anche una controversia con Nike, il suo principale sponsor. Dopo il parto, infatti, appellandosi a regole relative alle performance, il marchio sportivo avrebbe voluto pagarla il 70% meno che in precedenza, rifiutando anche le proposte di garanzia richieste dall’atleta. Ad agosto 2019, Nike ha sostenuto di aver cambiato le sue regole per sostenere le neomamme. Nel frattempo Felix ha cambiato sponsor e ha ripreso a vincere.

14. Il movimento #EnaZeda

Tutto è partito da una foto pubblicata sui social a ottobre 2019 di un uomo, il deputato del Parlamento tunisino Zouheir Makhlouf, apparentemente intento a masturbarsi vicino a una scuola. Lui si è difeso dicendo di soffrire di diabete e di avere bisogno di urinare spesso, ma questo episodio ha generato una vera e propria esplosione incontrollabile di racconti di molestie, violenze e abusi attraverso l’hashtag #EnaZeda, “anch’io”. Oltre venticinquemila testimonianze raccolte, centinaia di donne in protesta davanti al Parlamento e una serie di dati eclatanti sulle violenze sessuali subite dalle donne in Tunisia: proprio com’è successo per il #MeToo, è bastata una miccia per rompere il silenzio.

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15. Y la culpa no era mía

“Y la culpa no era mía” (Non è stata colpa mia) è l’inizio della canzone eseguita durante un flash mob in Cile dal collettivo Las Tesis, durante la Giornata contro la violenza sulle donne. Il testo parla dell’inadempienza dello Stato nel proliferare della cultura dello stupro e del ruolo e delle colpe della società patriarcale in cui viviamo. La rivendicazione delle femministe cilene si riferisce nello specifico alle manifestanti che hanno denunciato in quelle settimane di aver subito aggressioni sessuali da parte della polizia. Presto però “Y la culpa no era mía” è diventato un grido globale, che raccoglie i racconti di tutte le donne che sono state vittime di violenza e che hanno deciso di rendere pubbliche le proprie storie per ribadire che “Non è stata colpa mia”.

 

 

16. Il Premio Nobel 2018… consegnato nel 2019

Nel 2018 il Premio Nobel per la Letteratura era stato sospeso, in seguito alle accuse di molestie rivolte a Jean Claude Arnault, marito di una giurata dell’Accademia di Svezia. Così, nel 2019 si è deciso di consegnare due Nobel per la letteratura: il premio del 2018 e il premio del 2019. Proprio per il 2018, anno entrato nella storia non per un riconoscimento particolare quanto per un’onta fatta di molestie e abusi, il Premio Nobel è stato assegnato a Olga Tokarczuk, una scrittrice femminista ed ecologista. E vogliamo credere che non si sia trattato di una mera coincidenza.

17. Donne femministe della rivoluzione in Sudan

In primavera, il Sudan è stato investito da una rivolta popolare contro il regime di Omar al-Bashir, portando alle dimissioni del Presidente. Le donne hanno ricoperto un ruolo centrale in questa rivoluzione, stando in prima linea durante le proteste e divenendo il simbolo stesso della lotta alle ingiustizie del regime. Proprio una donna, Alaa Salah, ventiduenne studentessa di architettura, è diventata il volto pubblico delle rivolte dopo aver incitato e guidato la folla cantando durante una movimentazione. Alaa è una delle Kandake, un nome che rievoca le grandi regine del regno del Sudan e che omaggia il protagonismo di donne forti e fiere. Hanno subito arresti, stupri, pestaggi. E hanno continuato a manifestare, con coraggio e speranza, fino alla vittoria.

18. Il nuovo governo finlandese e le giovani donne leader

Sono tutte donne e hanno quasi tutte meno di trentacinque anni. Sono le leader della coalizione di partiti di centrosinistra che governa la Finlandia da dicembre, sotto la guida di Sanna Marin, premier finlandese e leader di Stato più giovane del mondo, a trentaquattro anni. Questo governo dovrebbe però stupire per la validità del proprio programma e delle idee che porta avanti, per l’attenzione alla questione ambientale e alle battaglie per i diritti civili, passando per la lotta alla povertà.

19. La commissione contro l’odio di Liliana Segre

Liliana Segre, ottantanovenne senatrice a vita, sopravvissuta quando aveva appena tredici anni al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, ha proposto di istituire una commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza e razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. La mozione è passata a fine ottobre, con l’astensione di tutto il centro-destra che ha considerato “liberticida” una commissione che indaghi sulle espressioni d’odio. Dopo l’approvazione, Segre ha iniziato a ricevere innumerevoli minacce di morte, tanto da decidere di metterla sotto scorta per garantire la sua incolumità. Segre ha continuato e continua a portare avanti la sua incredibile testimonianza contro ogni odio e ogni rigurgito di quelle che sono state le persecuzioni del periodo nazifascista.

 

+1. Il nostro augurio per il nuovo anno

Possiamo affermare che questo 2019 sia stato caratterizzato come non mai dalla rilevanza e la centralità del protagonismo femminile nelle grandi lotte e cambiamenti che hanno interessato quasi ogni Paese. Ovunque siano andate quest’anno, le donne hanno portato speranza e miglioramento. Quanto vengono dati spazi di espressione e potere alle donne, tanto la loro voce cambia realmente e concretamente il mondo che viviamo. La nostra speranza e il nostro augurio per il 2020 alle porte è che eventi come quelli citati si moltiplichino e siano da esempio per nuove, bellissime, rivoluzioni femminili.

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