Articolo di Benedetta Geddo
Almeno per quanto mi riguarda, l’estate porta sempre due certezze: la prima è che boccheggerò sotto alla ventola per il gran caldo maledetto che trasforma la Pianura Padana in una giungla amazzonica di moscerini e umidità, la seconda è che boccheggerò davanti al computer provando tutta un’accurata selezione di emozioni diverse per il San Diego Comic-Con.
Ora, nel caso non siate proprio ferrati in materia e non sappiate di cosa io stia parlando, ve la faccio breve — il San Diego Comic-Con, o SDCC, o semplicemente Comic-Con, è la più grande convention su entertainment, serie televisive, film e simili di sempre.
Pensate al Lucca Comics, ma più grande, più affollato, e soprattutto pieno di attori e registi e produttori che nemmeno i Pokémon a un Pokéstop col Modulo Esca.
Ogni anno è dal SDCC che arrivano le anticipazioni sulla prossima stagione di entertainment al cinema o in televisione, e ogni anno è a causa del SDCC che la gente come me se ne sta a casa a strapparsi i capelli nella consapevolezza che o mi capita tra capo e collo uno zio d’America che mi dichiara erede di tutti i suoi beni, o io a quel week-end lì non ci metterà mai piede. Per fortuna che almeno esistono le foto e i video.
Insomma, questi tre giorni, più o meno a metà luglio, sono sempre causa di scompensi cardiaci quando dal panel della tua serie preferita annunciano qualcosa di sconvolgente per la prossima stagione, o altri simili simpatici eventi che ti fanno vivere nell’ansia fino all’autunno successivo. Non che quest’anno sia stato diverso. La BBC ci ha graziati finalmente con il trailer della quarta stagione di Sherlock, la Marvel si è impadronita di Netflix confermando la season 3 di Daredevil e rilasciando i trailer per Iron Fist, Luke Cage e The Defenders, Brie Larson è stata annunciata come volto di Captain Marvel, e, insomma, tutto nella norma.
Finché non è arrivata la DC.
DC che non solo ha mostrato un secondo trailer per l’ormai vicinissimo Suicide Squad, non solo ha portato al SDCC il primo sguardo a Justice League, ma ha anche dato al mondo il primo, vero film su una supereroina. Ladies and gentlemen, Wonder Woman.
“What I do is not up to you.“
È inutile girarci intorno: pur essendo un fenomeno dell’intrattenimento, non c’è mai stato un blockbuster sui supereroi con protagonista una donna. Anni e anni passati a chiedere un film dedicato alla Vedova Nera di Scarlett Johansson, e niente, ci becchiamo Captain America: Civil War (che, diciamocelo, viene un po’ graziato dalla presenza di Black Panther, ma per il resto è abbastanza uno scempio).
Certo, le eroine sullo schermo televisivo non mancano — tra Agent Carter e Jessica Jones e le protagoniste di Agents of S.H.I.E.L.D. sul lato Marvel, e Supergirl e le donne di Arrow e The Flash sul lato DC — ma per qualche motivo sembrano non riuscire a passare al grande schermo. Perché lo sappiamo che le donne non ci vanno al cinema a vedere i film d’azione, no?
Il tutto fino ad ora.
Il trailer di Wonder Woman promette molto più di potere e saggezza. Promette l’eroina femminista per eccellenza, come si capisce dall’ultima battuta, già iconica. Promette di aprire la strada a storie che si reggono sulle spalle di donne, donne protagoniste, non costrette nel ruolo di love interest e comprimarie in tutina attillata senza storyline proprie e senza evoluzione. Promette di far capire anche alla Marvel e agli altri grandi franchise che, insomma, è ora di ampliare un po’ i propri orizzonti e il proprio storytelling.
E se vi sembra una cosa da poco, una cosa che “sì, ma dai, è solo un film”, allora forse non avete mai avuto problemi a sentirvi rappresentati davvero sullo schermo.
Siete andati al cinema tutta la vita e avete sempre visto voi stessi nelle scene che avevate davanti agli occhi, siete sempre stati rappresentati come persone e non come stereotipi. Ma non tutti hanno avuto questa fortuna, ed è ora che la situazione cambi drasticamente. Perché la representation è fondamentale, è un senso di appartenenza vitale, e qui c’è una mancanza che, in una società che costruisce tantissimi dei suoi miti alla base di prodotti che ci vengono serviti dall’industria dell’entertainment, si sente e deve essere colmata.
Chiedetelo alle bambine che guardavano con occhi sognanti Kristen Wiig alla premiere del reboot di Ghostbusters, mentre un plotone di fanboy indemoniati si scagliava dall’alto delle loro tastiere contro la decisione di un cast tutto femminile prima ancora di aver visto il film vero e proprio per poterne giudicarne i meriti. Chiedetelo a tutte le donne che da oggi potranno guardare Gal Gadot nel ruolo di Diana Prince e dirsi che, sì, anche loro sono valide, anche loro sono speciali, anche loro sono eroine. Per usare le parole della stessa attrice, “che le donne sono capaci e forti, che non devono essere salvate da un qualche eroe, ma che possono prendersi cura di loro stesse usando la loro intelligenza e il loro potere“. Con grazia e meraviglia.
P.S. E con una colonna sonora mica male, aggiungerei.
Red Sonja non se lo ricorda nessuno. Povera Red Sonja.
Ammetto di non essere informata su Red Sonja. Ho fatto un giro su Internet e non sono ben riuscita a capire se è un film annunciato e ancora in produzione o un film già uscito ma che in Italia ancora non abbiamo visto. Non voglio assolutamente mettere su un piedistallo la mia ignoranza, ma io sono l’esempio medio di un’amante dei blockbuster sui supereroi che ha un’infarinatura generale sui fumetti senza conoscerli nel profondo e credo ci sia una buona fetta della gente che va a vedere questi film come me: quindi insomma, credo ci voglia un’eroina dall’impatto mediatico forte, che venga ricordata da tutti. E il cui film sia effettivamente disponibile, ben pubblicizzato, ben visibile. O no?
Forse perché il film si chiamava Yado(1985) e venne fatto riciclando i set avanzati di Conan il barbaro. Infatti fu un flop clamoroso.
Brigitte Nielsen all’epoca aveva il fisico di Red Sonja ma è sempre stata scarsa a recitare.
bè black widow è molto più di una comprimaria in tutina attillata (vestiti attillati che anche i super-eroi maschi sfoggiano) e al cinema non è che non si sia mai viste eroine toste anche se non erano ispirate a fumetti penso alla Furiosa di Mad Max e anche alle donne dei film di Tarantino
Vero, il rulo di Black Widow è aumentato, ma non abbastanza da assicurare la Marvel che la gente andrebbe a vedere un film solo su di lei. Ed è vero, le tute attilate se le mettono un po’ tutti, ma solo Black Widow è quella photoshoppata nei cartelloni. Senza contare che mentre Bruce Banner si considera un mostro perché diventa verde e livella città, lei si considera un mostro perché non può avere figli. Insomma, il trattamento è diverso.
Certo, non mancano donne capaci di prendere a botte il mondo (tu hai citato furiosa, io di cito di ritorno Mako Mori da Pacific Rim), ma entrambe non erano le protagoniste. Furiosa viene da un film che si chiama letteralmente col nome del protagonista.
È giusto, io credo, avere un film che sia completamente e senza possibilità di “doppie interpretazioni” su un’eroina e basta. Specificatamente, di un film di supereroi. Dopo lo sci-fi con Rey da Star Wars, è proprio ora.
secondo me le polemiche sul dialogo tra black widow e hulk sono comprensibili (non è un momento riuscitissimo) ma eccessive, non credo si volesse dire che le donne sterili sono mostri. E giuro che non ho fatto caso al photoshop dei manifesti