Fra gli hashtag che durante questo 2016 hanno avuto più risalto mediatico per quanto riguarda la causa LGBTQIA+, #AllahLovesEquality sicuramente spicca come uno dei più seguiti. Lanciato durante lo scorso gennaio dall’attivista Wajahat Abbas Kazmi, #AllahLovesEquality si è ormai tolto le vesti di hashtag per ricoprire quelle di una raccolta fondi prima, e di un documentario volto a testimoniare l’amore e il coraggio della comunità LGBTQIA+, dopo.
Ma facciamo un piccolo passo indietro.
#AllahLovesEquality, l’inizio
Nato in Pakistan e cresciuto in Italia, Wajahat Abbas Kazmi è uno dei collaboratori de “Il Grande Colibrì”, un sito e progetto fondato nel 2011 da Pier Cesare Notaro. In moltissimi potrebbero però ricordarsi di lui per quell’ormai celeberrimo cartello la cui scritta “Allah Loves Equality” (Allah ama l’uguaglianza) che aveva dato un sapore ancora più intersezionale al presidio #svegliaItalia, svoltosi il 23 gennaio 2016 scorso per sollecitare l’approvazione del DDL Cirinnà.
Dal cartello all’hashtag virale, poi, il passaggio è stato breve.
Allah Loves Equality, il viaggio e il futuro arrivo
Conscio del fatto che il muro del silenzio e dell’intolleranza si rompa non solo con l’amore ma anche con le parole, Wajahat Abbas Kazmi ha quindi deciso di partire proprio da quell’hashtag per realizzare un documentario, finanziato attraverso crowfunding e supportato da il Grande Colibrì , che potesse mostrare all’opinione pubblica come vivano le persone facenti parte della comunità LGBTQIA+ in Pakistan. Valigia in mano (partirà a fine dicembre!), Wajahat Abbas Kazmi porterà #AllahLovesEquality nella sua terra natia, mostrandoci come gay, lesbiche, bisessuali e trans* vengano trattati nella vita quotidiana. Il documentario presenterà interviste esclusive a genitori di coppie gay che vivono lì, darà voce alla comunità trans* e a quella intersex, seguirà le vite di chi cerca di portare consapevolezza ed educazione nei confronti dei diversi orientamenti sessuali, delle diverse identità di genere e anche delle infezioni sessualmente trasmissibili.
Il viaggio di Wajahat Abbas Kazmi sarà dunque un viaggio volutamente intersezionale e multi sfaccettato, che avrà luogo proprio in Pakistan per un motivo ben preciso.
“È importante capire che un paese in via di sviluppo come il Pakistan maggiormente colpito dall’incessante estremismo religioso, contrariamente alla percezione popolare, conta una vasta popolazione di persone LGBT. Secondo dati non ufficiali, più di 2 milioni di LGBT vivono sotto dure condizioni con poca o addirittura privati di assistenza sociale e medica. Negli ultimi anni il Pakistan è stato terribilmente colpito dal terrorismo, situazione che si è riversata sulle vite degli uomini comuni specialmente nella comunità LGBT. C’è un’ampia società di gay e lesbiche che si nascondono e molti siti di incontri nelle maggiori città del Pakistan, ma a causa della mancanza di regole e leggi la loro vita è in pericolo. Il mio scopo è diffondere nel mondo il messaggio che l’Islam stesso è una religione di pace, e cercherò di trasmetterlo a tutte le persone, che siano musulmane o meno. Grazie a questa natura pacifica, c’è una progressiva accettazione degli LGBT in Islam, che si è sviluppata soprattutto nel XXI secolo.”
Per tutti questi motivi, nonché per il coraggio e la competenza di Wajahat Abbas Kazmi, abbiamo deciso di diventare ufficialmente media partner del progetto e quindi supportare la campagna di crowfunding lanciata su Indiegogo da Kazmi stesso, alla quale speriamo aderisca più gente possibile!
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Alla realizzazione del documentario “Allah Loves Equality” partecipano:
- Wajahat Abbas Kazmi, in veste di produttore e direttore;
- Pier Francesco Notaro, co-produttore e responsabile di produzione;
- Zeeshan Kazmi, scrittore;
- Ginevra Campaini, assistente alla direzione.