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Associazioni e sex worker hanno depositato una QPC contro la legge sulla prostituzione
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Associazioni e sex worker hanno depositato una QPC contro la legge sulla prostituzione

Nove associazioni e cinque sex worker hanno depositato mercoledì una Questione prioritaria di costituzionalità (QPC) presso il Consiglio di Stato contro la legge sulla prostituzione che comporta secondo loro «un grave oltraggio ai diritti e alle libertà».

Nove associazioni, tra cui Médecins du Monde e il Syndicat du Travail Sexuel (Strass), e cinque sex worker hanno depositato mercoledì (5 settembre 2018, ndt) al Consiglio di Stato una Questione prioritaria di costituzionalità (QPC: una procedura di controllo della costituzionalità delle leggi già promulgate, ndt) contro la legge sulla prostituzione dell’aprile del 2016 che penalizza i clienti, ha affermato giovedì (6 settembre, ndt) il loro avvocato.

Una legge che comporterebbe «gravi oltraggi ai diritti e alle libertà». Questa legge, che prevede un’ammenda fino a 1.500 euro e fino a 3.750 euro in caso di recidive, comporta «gravi oltraggi ai diritti e alle libertà garantiti dalla Costituzione», specialmente «l’autonomia personale e la libertà sessuale, il rispetto della vita privata, la libertà contrattuale, la libertà di intraprendere la professione così come il principio di necessità e di proporzionalità delle pene», stima l’avvocato Patrice Spinosi.

Una legge «pregiudizievole» per le prostitute. Le sex worker giudicano questa legge come «pregiudizievole», aveva rivelato in aprile un’indagine effettuata presso 600 prostitute da associazioni e ONG, tra cui Médecins du Monde, Planning familial e Strass.
La penalizzazione dei clienti, sostengono, ha abbassato loro gli stipendi e le ha obbligate ad accettare rapporti non protetti e a esercitare la professione in luoghi più isolati, lontani dalla polizia e dove sono più esposte ad aggressioni. «Il nostro obiettivo è di dimostrare che la legge che doveva proteggere di più le prostitute non ha raggiunto i suoi obiettivi; al contrario, è controproducente», ha spiegato Spinosi.

La morte di una prostituta trans ha rilanciato il dibattito. Dopo l’omicidio in agosto di Vanesa Campos, una prostituta trans uccisa da una pallottola a Bois de Boulogne mentre cercava di impedire a degli aggressori di spogliare un cliente, diverse associazioni hanno chiesto l’abrogazione della legge e denunciato una «responsabilità politica».

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Tre mesi di riflessione. Il Consiglio di Stato dispone di un lasso di tempo di tre mesi per decidere se passare o no questa QPC al Consiglio costituzionale. I Saggi (Il Consiglio costituzionale, ndt), se verranno interpellati, avranno allo stesso modo tre mesi per dichiarare la legge conforme o contraria alla Costituzione.

Fonte
Magazine:
Europe1
Articolo: Des associations et des travailleuses du sexe déposent une QPC contre la loi prostitution
Autore: Non citato
Data: 06 settembre 2018
Traduzione a cura di: Gloria Spagnoli

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