Articolo di Sara Corbioli
“Un sogno non è quello che si vede quando si dorme. È quello che ti impedisce di addormentarti.”, ha detto Abdul Kalam.
Dall’età di 5 anni, la mia passione è stata il disegno. Crescendo, ho maturato un grande interesse per i cartoni animati, non per i classici anime o Disney, ma per quelli più sarcastici e anticonvenzionali. E infatti l’animazione è diventata la mia strada.
Mi chiamo Sara Corbioli e il sogno che mi tiene sveglia la notte si chiama “Be More Popcorn”.
“Be More Popcorn” è un progetto che ho inventato e sviluppato completamente da sola: una serie TV animata LGBT, con uno stile fresco, graffiante ed estremamente ironico. Ne ho curato lo stile, la sceneggiatura, i personaggi, l’animazione, il montaggio e il loro mondo.
Perché “Be More Popcorn”? Perché tutti nasciamo uguali, come dei semi di mais: tra di loro sono identici. Crescendo però, in alcuni di questi semini esplode una consapevolezza che cambierà la loro vita per sempre: l’omosessualità. Io sono lesbica e per me è stato così: quando ho capito di essere gay, ho sentito una piccola esplosione dentro di me, ho fatto “puff” e mi sono trasformata in un popcorn. Ma sono sempre un seme di mais, diverso dagli altri semi, ma comunque uguale. Il nome “Be More Popcorn” vuole dire: non nasconderti, perché, nella tua diversità di popcorn, sei uguale agli altri semini. Quindi, accettati e sii fiero di essere un popcorn!
La mia serie tv “Be More Popcorn” parla di sei amici e delle loro avventure e figuracce quotidiane.
Riley è la protagonista, una ragazza lesbica nello stile tomboy; fa la cameriera in un ristorante di tendenza, è vegana e aspirante chef, infatti frequenta una scuola esclusiva per aspiranti chef vegan. Il problema è che ha dei gusti culinari improbabili, quindi i suoi esperimenti e accostamenti in cucina sono spesso molto particolari. Vive in un appartamento con il suo amico Marlon, un twink gay, atletico, eccentrico ed esuberante che ha come unico obiettivo quello di diventare famoso per potersi riscattare dai suoi genitori che l’hanno buttato fuori di casa una volta scoperta la sua omosessualità. Nel frattempo, si arrangia saltando da un lavoro all’altro, tutti molto singolari e imbarazzanti. Riley è innamorata del suo capo Paulette: una “etero confusa”. Una classica situazione in cui tutte (o quasi) le lesbiche si sono ritrovate: l’amica o la conoscente che manda segnali, o forse no? Paulette, proprietaria del ristorante dove lavora Riley, è ricca, affascinante e spietata. A questi personaggi si aggiunge Theodora: una butch, ovvero una lesbica più mascolina, con capelli corti e camicia a fantasia tartan. Theodora è la cugina di Paulette, è molto ricca, vive nella dépendance della piscina dei suoi genitori, non lavora e ha tutto il tempo per dedicarsi alle sue particolari e spesso geniali invenzioni. Ha anche molti interessi e talenti tra cui la pittura, la musica, la letteratura e soprattutto le donne. Poi c’è Anjelica, una drag queen transgender, che di giorno è Angel, un poliziotto che segue una sua idea di giustizia personale, e di notte si trasforma appunto in Anjelica, la drag queen del bar Holy Spirit. Anjelica è brasiliana, ha un quoziente intellettivo superiore alla media e di giorno lavora come poliziotto per poter mettere via i soldi che le permetteranno di fare l’intervento per diventare donna. Infine c’è Max, un gay bear, il bartender di fiducia e proprietario del bar Holy Spirit; un amico paziente su cui si può sempre contare ma un po’ troppo incline ad alcool e droghe. Vive in un appartamento fatiscente, ma è più facile trovarlo al suo locale. Questa sua passione per il divertimento sfrenato lo porterà spesso ad avere diversi guai.
Ho scelto l’ironia per raccontare questa storia perché è il mio stile e credo possa sdrammatizzare un tema purtroppo ancora delicato. La maggior parte delle rappresentazioni LGBT nel cinema e nella tv, vengono trattate con estrema serietà o ancora con un pizzico di omofobia. Ho il sogno che questa mia serie tv possa aiutare tanti giovani LGBT a “uscire dall’armadio”, allo scoperto e a capire che non c’è niente di spaventoso nell’accettare se stessi. Nel mio cartone animato non sono presenti però solo personaggi omosessuali, per non ghettizzare, ma ci sono anche diversi personaggi secondari eterosessuali che accompagnano i protagonisti nelle vicende.
L’episodio pilota si apre con Riley, che dopo aver avuto una pessima giornata al lavoro, si rifugia all’Holy Spirit per rilassarsi. Il barista e amico Max le offre qualcosa di speciale per tirarla un po’ su. Lì conosce anche Anjelica, la nuova drag queen. Il coinquilino di Riley, Marlon, le annuncia di aver trovato lavoro come venditore di sex toys ma Riley non lo ascolta e riversa su di lui le sue frustrazioni. Marlon quindi sarà costretto a prendersi cura di lei quando perderà il controllo. Theodora, la cugina di Paulette, ci prova con Riley, ma rendendosi conto che è troppo ubriaca e non trovando Marlon che nel frattempo sparisce in dark room, decide di fare qualcosa per aiutarla. Marlon ricompare e, credendo che Theodora voglia rapire Riley per approfittarsi di lei, la porta via dal locale sulle spalle. I due si ritrovano così a cercare un taxi di notte, ma nessuno si ferma, se non un grosso SUV nero. Si sveglieranno a casa di Theodora il giorno dopo, ma non avendo capito la situazione, Marlon la acceca con il flash del cellulare e scappa via con Riley.
Questo episodio pilota è entrato nelle selezioni ufficiali di numerosi festival, tra cui Florence Queer Festival 2017, Sardinia Queer Festival 2017, San Antonio Lgbt Queer Short Film Festival 2017, FilmOut San Diego 2018. Ha vinto il Primo premio al Cannes Screenplay Contest 2017 for Comedy Television Script e al Rainbow Umbrella 2018 ed è arrivato in semifinale a Rebel Minded festival 2018, QueerBee Film festival 2018, Official Selection at Tuscany Web Fest 2018, Los Angeles Cinefest 2018, Official Selection at Omovies Film Festival 2018, Official selection at Webisode Festival 2019.
Oltre ad aver realizzato questo episodio, che per ora dura 8 minuti ma che sto continuando a sviluppare per portarlo a 20 minuti, ho anche scritto la sinossi di altri 12 episodi dando così una linea alla serie. Ho preso l’abitudine di annotare tutto quello che mi succede e che può essere usato nel cartone. I miei amici non ne possono più di vedermi annotare le nostre figuracce!
Questo progetto mi ha permesso di viaggiare per presentare la mia serie TV a diversi festival, dove ho conosciuto molte persone colpite dalla mia idea e interessate a questo cartone animato, ma sto continuando a partecipare ad altri eventi, per poter trovare la casa migliore a “Be More Popcorn” e vederlo finalmente realizzato e in TV.
Sono molto determinata a realizzare questo sogno, tanto da non dormirci letteralmente la notte e non mi fermerò finché non ci riuscirò.