Articolo di Anna Volpi
Nell’estate del 2018 è iniziata questa meravigliosa avventura: la creazione della Biennale della Fotografia Femminile che avrà luogo a Mantova dal 5 all’ 8 marzo 2020.
Era da tempo che cercavo un pretesto per approfondire il tema delle donne nella fotografia, sia nel passato che nella contemporaneità, e questo mi ha portato a notare una lacuna evidente: in Italia e nel mondo ci sono numerosi festival della fotografia e collettive al femminile, ma nel panorama nazionale non esiste un evento reiterato che offra una piattaforma per fotografe donne (la correzione automatica cerca di dirmi che fotografe è errato), dando loro la possibilità di esporre, creare rete, insegnare e imparare.

Un viaggio di mille chilometri incomincia con il primo passo, che in questo caso è stato l’appuntamento con Chiara Maretti, mia socia, per registrare l’associazione La Papessa, fondata ufficialmente il 20 novembre 2018.
Ho chiesto quindi ad alcune colleghe, donne, fotografe, artiste e creative, di abbracciare insieme a noi questo progetto folle ed ambizioso (senza rischiare cosa si crea?).
“Voglio fare le cose in grande” ho detto “Partiamo da noi, che non abbiamo mai fatto niente di simile, cominciando con zero budget. Ci sarà molto lavoro da fare. Ci stai?”
“Ovvio che sì!” è stata l’entusiasta risposta di tutte.
Col diffondersi della notizia altre persone ci hanno via via contattate col fine di poter contribuire in un modo o nell’altro. Oggi quell’idea è diventata un progetto tangibile e pianificato: abbiamo delle date, un logo, una lista di luoghi, conferme di artiste e speakers, media partners, un sito e abbiamo da poco aperto le pagine social ufficiali. Qualsiasi persona a cui abbiamo esposto il progetto, da curatori a consiglieri comunali della città, si è dichiarata entusiasta e si è detta smaniosa di partecipare alla prima edizione della BFF.
Nonostante molte di noi abbiano un’attività lavorativa propria, ci siamo messe immediatamente al lavoro impegnandoci strenuamente. Abbiamo eseguito ricerche, stilato liste di contatti, conosciuto nuove realtà e nuove persone, ci siamo sbagliate ed abbiamo cominciato da capo, senza mai pensare nemmeno per un secondo ‘non ce la facciamo’.

Nel nostro team ognuna ha un ruolo specifico. Io, Anna Volpi, sono la Presidente dell’Associazione la Papessa: incontro persone, delego, faccio da moderatore tra le associate, gestisco burocrazia e scadenze. Chiara Maretti è la mia vice: mi tiene in equilibrio, mi supporta in tutto e gestisce il carico di lavoro insieme a me. Senza di lei non saprei davvero come fare. Giulia Rizzini è la nostra super grafica, ha creato l’immagine coordinata ed il logo, Beatrice Bassi gestisce la comunicazione con i luoghi delle esposizioni, Federica Maretti si occupa dei bandi, Agnese Mosi e Yhvonne Lacroix trovano sponsor e finanziatori, Ramona Zordini crea relazioni con i media partners, Francesco Palmisano gestisce il sito e il marketing e Silvia Rigoni rivede le bozze, crea contenuti e sviluppa i social media. Quando le persone si uniscono e fanno squadra, quando credono fortemente in qualcosa, tutto è possibile, e non vediamo l’ora che cominci la prima edizione.

Una Biennale che orbita intorno all’idea di qualità: fotografe internazionali, letture portfolio, open call, workshops, conferenze; ma tutto al femminile. Ammetto che ci siamo chieste più volte se fosse questo quello che davvero volevamo fare. Il mondo ha bisogno di inclusione e questa Biennale di fatto esclude. Dopo molti dibattiti abbiamo concluso che sì, è necessario. Esistono ancora molte società non paritarie, inclusa la nostra (e molte ancora tollerano o sponsorizzano la violenza e la sottomissione della donna). Offrire spazi espositivi, pubblicità, fama a donne fotografe provenienti da tutto il mondo auspichiamo contribuisca a diffondere, laddove il principio è carente, l’idea che una donna non abbia nulla da invidiare ad un uomo. Vogliamo offrire uno spazio condiviso che possa diventare uno dei templi dedicati alla sensibilità artistica femminile, dare il nostro contributo in questa strada verso l’uguaglianza e la libertà di esprimerci senza etichette.
Noi fotografe donne siamo ancora una minoranza rispetto ai colleghi maschi, e spesso stereotipate o prese poco in considerazione. Mi interfaccio quotidianamente con affermazioni del tipo “lo fai come hobby?”, “ma tu sei troppo carina per fare la fotografa“, “lui è il tuo capo, vero?”, “ma non è pesante per te l’attrezzatura?”, “cosa fai, newborn e gravidanze?”.

Eppure una visione del mondo al femminile ritengo sia fondamentale. Finora il mondo è stato osservato, raccontato e costruito prevalentemente da occhi maschili, pertanto viviamo all’interno di una visione assolutamente parziale e niente affatto olistica degli eventi. Ora le piattaforme dedicate a fotografe donne sono tante, basta cercare su Instagram e se ne trovano in tutto il mondo. C’è un risveglio trasversale del femminismo, per combattere contro ingiustizie antiche e minacce alle nuove libertà, e me ne rallegro.
La fotografia, inoltre, possiede il potere immenso delle immagini; offre conoscenza, tocca nervi e sensibilità. Fotografare è un po’ come parlare o comunque è un modo diretto di comunicare, e noi vogliamo portare le parole delle donne ovunque.

Lo facciamo per le donne, per la fotografia, per l’arte, per il futuro. Una Biennale di questo tipo non esiste in nessun’altra parte del mondo, e sono certa che crescerà edizione dopo edizione. C’è molto lavoro da fare ed il fatto di far parte di un evento così importante è uno stimolo continuo a far meglio. Ci sono difficoltà, novità, preoccupazioni, entusiasmi, scoperte, rivelazioni, gioie. A 38 anni voglio dedicarmi solo a cose in cui credo, e ho sempre creduto sia nel potere delle donne che nella fotografia.
La macro tematica della prima edizione sarà incentrata sul lavoro, su cui i vari progetti svilupperanno poi dei sotto-temi. Ci sono lavori di reportage, story telling, ritrattistica, fotografia concettuale e installazioni audio-video. Stiamo pianificando eventi collaterali, che si distribuiranno in diversi luoghi storici e non di Mantova, e una open call per ulteriori artisti, che sarà allestita in locali pubblici e negozi. Per quanto riguarda le ospiti che parleranno alle conferenze, non possiamo dare una conferma ora, ma abbiamo la disponibilità di fotografe, photo editor, giornaliste e autrici nazionali e internazionali.
Curiose? Vi aspettiamo a braccia aperte. Potrete vedere progetti di DaroSulakauri, Eliza Bennett, Giulia Bianchi, Annalisa Natali Murri, Claudia Corrent, Erika Larsen, Rena Effendi, Sandra Hoyn e molte altre.

Siamo aperte a proposte, collaborazioni, interazioni, partnership.
Se volete contattare la Biennale della Fotografia Femminile per proporre le vostre idee o per far conoscere la vostra realtà, scrivete a info@bffmantova.com
Potrete seguire gli sviluppi della Biennale qui: