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Cani Selvaggi, una storia di legami
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Cani Selvaggi, una storia di legami

Ci sono tre ragioni per le quali ho acquistato Cani Selvaggi.
Il titolo.fullsizerender
Odora sfacciatamente di libertà.
L’editore del libro.
Una garanzia.
La libreria dove l’ho comprato.
Il posto più bello dove acquistare libri a Milano.

Cani Selvaggi è una storia di legami.

L’autrice è Helen Humphreys.

Dapprima ti fa innamorare dell’ambientazione.
Un piccolo paese del Canada.
Ci sono le fattorie.
Le lunghe distanze ridotte dalle auto che i personaggi guidano e dagli autobus che prendono per attraversale.
Le case col giardino davanti, la veranda e la porta sul retro. Il tipico american style al quale letteratura e cinema ci hanno abituati.
I vasti prati.
Quella luce che ti avvolge mentre leggi, che solo le superfici aperte sanno sprigionare e che l’autrice ricrea perfettamente.
E i boschi a macchia.
E la fabbrica al fiume, il mobilificio, che ha chiuso.
Che ha visto generazioni di uomini alternarsi dietro le sue macchine.
Ma che ora ha lasciato loro e le loro famiglie sul lastrico.

Poi entri nella storia.
Ci sono sei personaggi, Alice, Rachel, Jamie, Lily, Walter e Malcom.
Così distanti tra loro ma estremamente vicini ed uniti dal dramma che stanno vivendo.

I loro cani non sono più con loro.
Sono scappati. O un loro familiare li ha allontanati.
E vivono come un branco di lupi.
Nel bosco.
Senza accennare a ritornare.
Ed ogni sera, i sei, come un rituale di gruppo, confortante e di buon auspicio, si trovano al campo per chiamarli forte, con il loro nome.

Cani Selvaggi è un romanzo corale narrato attraverso gli occhi dei suoi protagonisti.
La fanno da padrona i sentimenti, l’affezione.
Non è una storia d’amore.
Si parla sì, d’amore.
Ma in tutte le sue forme e declinazioni.

Amore amicale.
Amore coniugale.
Amore filiale.
Amore fraterno.
Amore materno.
Amore saffico.

Si parla di perdita.
Del proprio cane.
Del proprio compagno.
Del posto di lavoro.
Si parla di perdita nella sua accezione, del cerchio di vuoto che una mancanza traccia e della risalita che innesca.

Si parla di integrazione.
Di trovare il proprio posto nella società.
Di disegnare una quadra tra il passato ed il presente.
Di fratellanza, supporto reciproco.

Si parla di paura.
Di guardarci dentro ed accettarci. Compresa la nostra parte più antipatica, selvatica.
Di lasciarci andare, di essere traditi, di concedere fiducia.
Di essere calpestati, e di vederci privati dei nostri spazi.

fullsizerender-3Cani Selvaggi è un inno all’amore, nella sua durezza e nella sua grazia salvifica.
È un inno alla libertà come intralcio e al contempo come massima espressione dei sentimenti.

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La figura della donna è centrale.
Il romanzo si muove attorno ai personaggi femminili.
Che non solo orchestrano la trama, ma la conducono.
Donne indipendenti, estremamente sofferenti.
Gli uomini di casa.
Stracolme d’amore e di passione.
Di sentimenti.
Talvolta mozzati, sedati, spezzati.

Cani Selvaggi è un romanzo dalla scrittura semplice.
Che gioca continuamente con la metafora essere umano-animale.
È un romanzo positivo, seppur crudo ed introspettivo.

Insieme all’amore, parallelamente, come solo le figure retoriche permettono di fare, figure animali, un continuo ritorno di lupi e cani, accompagna le pagine di questo libro.
Avvolgendo e portando il lettore intensamente così vicino alla natura, all’universo ferino.

L’amore è un cane che torna a casa.

E che ci aspetta sulla porta.
Esattamente a metà strada tra la nostra indole più brada e il desiderio di essere addomesticati.

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