Articolo di Marika Ambrosio
Si parla tanto di maschilismo in ogni ambito della vita quotidiana: a scuola, nell’arte, nel mondo lavorativo, ovunque. Ma il primo angolo di mondo da cui, spesso e volentieri, proviene il maschilismo, è proprio la casa.
Nonostante le nuove tendenze, i nuovi modi di vivere e di fare, ci sono quelle piccole sfumature che permangono insistenti nel nostro tessuto culturale e che difficilmente si scrollano via. Vuoi per comodità, vuoi per pigrizia nel non voler combattere anche quando si sta nel proprio nucleo familiare, ci ritroviamo ad accettare tacitamente quella routine che appare ormai normale.
Secondo l’Eurostat, in Italia le donne dedicano, in media, alle incombenze domestiche il 200% del tempo in più degli uomini. Il sociologo Lorenzo Todesco nel suo testo Quello che gli uomini non fanno spiega le cause che portano molti, moltissimi uomini a non svolgere alcun lavoro domestico. In primis, l’arcaica abitudine che vedeva gli uomini lavoratori e, quindi, fonte di reddito, e le donne come matrone della casa a cui era riservato il nobile compito di pulire e accudire i figli. Sì, va bene. Probabilmente in passato era così, ed era anche giusto suddividersi i ruoli tra marito e moglie; ma oggi, che anche la donna lavora, come la mettiamo? In questo caso, a permanere è l’ideologia di genere: quella cosa inculcataci fin da piccoli dalla scuola, dai media e dalla società. Su questo, il Belpaese è molto conservatore e considera cucinare, stirare e lavare “cose da femmine”.
Sembrano ormai lontane le pubblicità spudoratamente sessiste degli anni ’50. Tanto per citarne qualcuna, ricordiamo la pubblicità dei tappi di alluminio Alcoa (1953)
Lo spot lasciava intendere che ADDIRITTURA una donna sarebbe stata in grado di aprire le bottiglie con questi tappi.
“Simpatica” anche la pubblicità della Procter & Gamble (1968)
“Le donne del futuro renderanno la luna un posto più pulito in cui vivere”.
Ancora oggi molti degli spot che ci propinano continuano ad accettare i clichés sessisti. I prodotti per l’igiene della casa mostrano donne soddisfatte che lucidano qualsiasi cosa. Fa, forse, eccezione la pubblicità del Viakal, in cui si vede un uomo preparato in materia che ha accuratamente ripulito il bagno dal calcare .
Tra le simpatiche trovate pubblicitarie, vale la pena ricordare quella dell’Amaro del Capo, in cui si gioca sulla parola “Capo”, presupponendo OVVIAMENTE che il capo sia un uomo.
Ma non vogliamo essere scorretti e ammettiamo che il sessismo pubblicitario non colpisca solo le donne, ma anche gli uomini. Tutti avranno notato la “simpatica” pubblicità dei tampax “a prova di uomo”.
La pubblicità è da sempre uno dei mezzi persuasivi e informativi più potenti. E non parliamo solo di quella che ci assale dal piccolo schermo ogni giorno, ma anche dei cartelloni, della pubblicità occulta, delle migliaia di pagine che si aprono quando cerchiamo qualcosa sul web. Le strategie utilizzate dalle moderne pubblicità riescono silenziosamente a manipolare le esigenze dello spettatore, a creare nuovi bisogni. Infatti, il messaggio pubblicitario si muove su due livelli: da una parte è uno strumento di informazione attraverso cui un’azienda vuole far conoscere i suoi prodotti; dall’altra si configura come mezzo di manipolazione e persuasione che sfrutta il linguaggio emozionale. Ed è proprio la pubblicità ad entrare ogni giorno nelle nostre case che sono, nella maggior parte dei casi, già impregnate di sessismo.
Raramente ho visto un uomo stirare, lavare i piatti e fare il bucato. Spesso mi sono resa conto di quanto ormai i ruoli familiari siano stabiliti e di quanto riusciamo ad essere sessisti anche con delle semplici frasi, del tipo: «Il primo piatto va servito agli uomini», o «La coscia del pollo va ai MASCHI». Cosa? Per quale motivo, scusate? Hanno per caso i denti fragili e meritano la parte più tenera della carne?
La società sta cambiando, il mondo si sta aprendo ma non possiamo fare a meno di notare che ci sono cose che difficilmente cambieranno. Il motivo? Non ce ne sono molti. Il punto è che “è sempre stato così” e per quanto ci sforziamo di rientrare nei nuovi modelli di vita, ci sono stereotipi che non ci abbandoneranno facilmente. C’è una cosa che però non dobbiamo perdere di vista: tutti i cambiamenti nascono dalla necessità di migliorare una condizione che “è sempre stata così” fino ad allora.
Se tutti si fossero dondolati sul “è sempre stato così”, la nostra società sarebbe ancora divisa in caste, tutto il mondo avrebbe ancora la pena di morte, esisterebbe ancora la schiavitù come qualcosa di “normale”, ci sarebbe ancora la separazione sistematica con bagni per i bianchi e bagni per i neri; e migliaia di altre cose che per motivi di spazio non sto qui a elencare.
Per questo è importante compiere ogni giorno piccoli gesti che possano cambiare le cose anche e soprattutto in un microsistema come quello della famiglia. La società, alla fine, è lo specchio della famiglia, e rimuovere gli strascichi sbagliati del passato sostituendoli con atteggiamenti corretti e rispettosi è la base per creare un cambiamento di proporzioni ben più grandi.
Ciascuno di noi deve combattere il sessismo, perché è una gabbia che ci imprigiona tutti e che non potrà essere distrutta se non contribuiamo tutti all’abbandono di certe linee di pensiero che si basano sulla distinzione tra esseri umani di serie A ed esseri umani di serie B.
io non stiro perchè è “da femmina”, non stiro perchè per me è inutile farlo e non pretendo che altri/e lo facciano al posto mio comunque concordo nella sostanza con l’articolo
mah secondo me il femminismo si sta trasformando in un sopruso secondo cui ALCUNE DONNE oltre a dover avere tutto esattamente come gli uomini(fin qui sono d’accordo), si possono permettere di comportarsi da oggetti mettendo in mostra il corpo e comportandosi da troie (lasciami passare la volgarità) senza però che nessuno le possa giudicare, esempi di pubblicità sessiste contro gli uomini sono svariati e mirati, per esempio la donna che da la pacca sul culo all’uomo in una pubblicità di profumo!! SE FOSSE STATA AL CONTRARIO LA PUBBLICITA’?? tutti in galera, ma se lo fa la donna ora fa figo, fa moda, la donna può sbattersi una amica e poi anche un ragazzo ed è solo una aperta di mentalità, se lo fa un uomo è gay e strano, avete già tutto ormai, basta co sto cazzo di movimento NAZI-FEMMINISTA che la donna vera non ha bisogno di combattere contro i mulini a vento.
80% of all suicides are men.
77% of homicide victims are men.
fonti americane riferite a tutto il globo. il femminismo moderno ormai confuso e sbagliato è figlio di caste del nuovo ordine mondiale a capo di cui guarda caso sono (per ora) donne.
in america si lasciano meno abbindolare, infatti solo in italia ormai tutte le ragazze sono superfemministe