Articolo di Lenny Melziade
Premessa: quando mi è stato proposto di recensire un libro per bambini ero inizialmente restìa. Ho poi preso un caffè, mi sono svegliata del tutto, ho sfogliato un po’ il testo e mi sono ricreduta.
Non sono mai stata interessata alla pedagogia o al mondo dell’ infanzia, quindi la mia visione è prettamente letteraria, essendo un’avida lettrice e una laureata in lingue e letteratura.
Ma la cosa che mi ha convinta a parlare di Colori Ribelli è quello che per me ne rappresenta uno dei punti di forza: si tratta di un libro in rima. Ho un chiarissimo ricordo di me da piccola che leggo con mia madre un libriccino cartonato, incentrato sulle avventure di una lumachina. Era tutto in rima e ne ricordo ancora oggi, a distanza di quasi 25 anni, alcuni passaggi a memoria.
L’utilizzo delle rime baciate è perfetto per i bambini, la ripetizione di alcuni suoni permette non solo il facile apprendimento mnemonico ma anche una maggiore attenzione nella lettura.
Questo risulta fondamentale quando il messaggio centrale è un messaggio importante come quello che veicola il libro in questione.
Ma facciamo un passo indietro. Colori Ribelli è un libro per bambini, scritto da Antonella Minardi e illustrato da Alessandro Coppola, edito da Milena Edizioni.
Il tema principale sono i colori. O meglio, come i colori vengono associati al genere. La classica equazione: rosa= femminuccia / azzurro= maschietto, per capirci.

Chi ha deciso che un bambino deve indossare solo vestitini azzurri e una bambina deve essere confinata nello spazio cromatico del rosa? Sostanzialmente, nessuno! È una scelta totalmente arbitraria. Il rosa anni fa (e nemmeno troppi) non era associato al genere femminile, anzi, era usato volentieri dagli uomini.
A partire dagli anni 40 invece si iniziano a produrre, così d’emblée, abiti rosa per le bambine. Nei decenni questa usanza si è radicata, rendendo il binomio colore-genere estremamente difficile da abbattere. Tanto difficile che l’autrice del libro racconta di situazioni tragicomiche, nel momento in cui rosa e azzurro vengono scambiati.
Il libro infatti si apre col dialogo di rosa e celeste, due colori scontenti poiché
spesso vittime degli umani arbitrii:
utilizzati come fossero etichette,
uno colora le pentoline e l’altro le macchinette.
I due colori parlano di come sarebbero felici di poter colorare i giocattoli di tutti bambini indistintamente o di poter vestire le persone senza vincoli e persino di come fu bello vedere un personaggio maschile tinto completamente di rosa (il papà dei Barbapapà).

Rosa e Celeste decidono quindi di scambiarsi di posto nottetempo, creando un vero e proprio parapiglia nel mondo umano: il poliziotto è a disagio con la sua divisa rosa, la mamma non vuole mettere il rossetto azzurro…
Gli adulti, invece, sono sempre più agitati,
hanno paura e restano in casa, barricati.
La notizia impazza subito in ogni telegiornale:
Attenzione è in atto un cataclisma epocale!
Indovinate chi si diverte invece? Ebbene sì, i bambini. Mentre gli adulti si fanno prendere dal panico, i bambini si godono l’allegria dei colori ribelli e soprattutto liberi.
Qui iniziano le scene tragicomiche che più mi hanno fatta sorridere: il mondo è talmente preoccupato per questa situazione che vengono convocati i capi di stato, la NASA, la CIA, l’FBI e chi più ne ha più ne metta. Si teme una terza guerra mondiale! Quale sarà la causa di questo enorme problema? Si ipotizzano scambi di poli, spostamenti dell’asse terreste e conseguenti buchi neri in subbuglio. Tra vari suggerimenti sul perché e sul per come, tra scienziati, medici e specialisti (mancherebbe solo l’azzeccagarbugli manzoniano a completare il quadro), la situazione assume tinte – pun not intended! – apocalittiche. Non riusciamo proprio a immedesimarci nel disagio di questi personaggi preoccupati e ci viene da ridere da quanto il tutto sia iperbolico.
Finalmente, dopo vari interventi di geologi e medici, prende la parola un reporter, il quale avanza l’ipotesi che anche il popolo debba avere diritto a dire la propria.
E meno male! In un barlume di logica, il reporter fa infatti notare che le tesi degli scienziati in questo caso non hanno alcun fondamento o prova empirica a sostegno della tesi e che se i colori invertiti in questione fossero stati nero e verde nessuno si sarebbe disperato in quel modo…
Sui colori di genere mi sono documentato
perché mio figlio fu deriso per un gioco di rosa colorato.
Per quale motivo voi credete che rosa sia femminile?
Perché il celeste dovrebbe rendere l’uomo più virile?
L’uso del rosa per l’oggettistica femminile e del celeste per quella maschile è solo un’operazione di marketing, attuata senza motivo alcuno, e fortunatamente gli astanti credono alle parole del giornalista. Vengono prodotti giocattoli e vestiti di ogni colore “per fare scegliere ai bimbi per gusto e non imitazione” – e il lieto fine arcobaleno è pronto.
Colori Ribelli è un libro scorrevole che fa sorridere soprattutto nei passaggi centrali. Possiamo quasi immaginarci delle situazioni simili qualora davvero rosa e celeste decidessero di scambiarsi. Avete mai provato a comprare un vestitino azzurro a una bimba neonata? O sentito uomini nei negozi dire “No, questa camicia non la compro è rosa! È da gay!”. Io purtroppo sì e proprio per questo che i passaggi più “cataclismici” mi hanno fatta sorridere.
Si tratta di un libretto interessante anche per gli adulti, scorrevole e piacevole. Pensato per i bambini è ottimo per la lettura assieme ai genitori. Vengono usati alcuni vocaboli complicati, soprattutto durante il pandemonio cromatico, ma questo non è assolutamente un difetto del libro, anzi! Trovo sia una scelta vincente: il bambino può così rivolgersi al genitore e favorire la lettura assieme, per poi discutere della tematica importante del testo. O, perché no?, una lettura in classe: per far capire ai bambini che i colori non hanno genere e non devono avere genere. È giusto apprezzare il rosa, l’azzurro e qualsiasi altro colore. Educare i bambini a questo concetto (il concetto che le cose più semplici, per quanto radicate, non devono necessariamente avere un’etichetta) è importantissimo.
E Colori Ribelli ce lo mostra in maniera ottimale, con delle calzanti rime baciate, disegni bellissimi e situazioni che lasciano il sorriso sulle labbra.