Il 10 marzo è entrato in vigore un nuovo Decreto del Governo, che estende a tutta l’Italia le misure già previste domenica 8 marzo per alcune regioni, al fine di contenere il contagio da Coronavirus.
Misure dure, stringenti, ma giuste.
Misure che restringono la libertà personale e la vita lavorativa e sociale e che mostrano in maniera lampante la necessità e l’impellenza di osservare determinate regole per arginare una situazione sanitaria che si sta aggravando giornalmente, e anche quanto sia importante il proprio senso civico e quanto il gesto di ognuno di noi possa, limitando ogni tipo di contatto e spostamento non necessario fuori dalla propria abitazione, fare il suo, nell’ottica di evitare che l’emergenza degeneri e i contagi aumentino.
La paura di ammalarsi, insieme alla limitazione inevitabile della propria libertà e dei movimenti, così come l’esposizione alla tempesta di notizie, possono coglierci impreparati e avere ripercussioni negative su di noi, sulla nostra psiche.
Per affrontare al meglio queste giornate straordinarie, costellate di notizie ben poco confortanti e caratterizzate per la maggior parte della popolazione da uno stravolgimento delle proprie abitudini e della propria quotidianità, abbiamo fatto qualche domanda alla Psicologa, Psicoterapeuta e Terapeuta Emdr Camilla Quarticelli, che ci ha dato degli spunti di riflessione importanti.
Quali effetti psicologici ha una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo in relazione alla sua gravità e al bombardamento mediatico al quale quotidianamente siamo esposti?
A fronte della situazione di emergenza e della diffusione di notizie di cui veniamo sommersi, talvolta non vagliate con accuratezza o difficili da vagliare (infodemia), a fronte di tutte le immagini degli assalti ai supermercati, alle stazioni ferroviarie, alle farmacie da una parte e dall’altra dei ristoranti, bar e locali vuoti siamo esposti a un’intensa traumatizzazione psicologica sia a livello individuale che collettiva.
Le caratteristiche del Coronavirus inoltre, invisibile all’occhio umano, facilmente trasmissibile e soprattutto sconosciuto e “proveniente da lontano” scatenano paure profonde e sentimenti di angoscia, panico e ansia generalizzata che possono portare a percepire ogni situazione come allarmante, rischiosa e preoccupante per il proprio e altrui stato di salute e che sottopongono mente e corpo a stress continuo e elevato.
Come possiamo contenere la paura di ammalarci?
Sono i sentimenti di angoscia più che di paura a dover essere contenuti. La paura, infatti, è un’emozione che ha un oggetto determinato da affrontare, da cui scappare o da cui difendersi e porta il soggetto stesso ad agire in maniera funzionale, a meno che non si slatentizzi o sia già presente una psicopatologia (fobie, attacchi di panico, comportamenti ossessivo compulsivi ecc.). L’angoscia, invece, è qualcosa di non definito, che minaccia la nostra sopravvivenza, ma per la quale non sappiamo bene come orientarci e comportarci. Per alleviare questo senso di “angoscia di morte” è opportuno che essa stessa si trasformi in “paura”, rendendoci soggetti capaci di attaccare e di affrontare l’oggetto temuto in maniera funzionale.
Accettare la paura per quello che è, un’emozione primaria e funzionale nelle situazioni di pericolo, ci aiuta a ridimensionarla e a utilizzarla come risorsa e come strumento per proteggerci nel modo migliore. Informarsi per esempio è sicuramente importante, ma è importante farlo non sottoponendosi al bombardamento mediatico, ma scegliendo solo qualche momento nel corso della giornata e privilegiando le fonti di informazioni che provengono da canali ufficiali.
Il Decreto del Governo prevede misure molto restrittive che colpiscono la vita privata e sociale, la gestione del proprio tempo e spazio, comportano un necessario cambiamento delle abitudini: quali sentimenti ed emozioni possono scatenare questo tipo di restrizioni – seppur giuste – e come possiamo gestirli?
“Tutto l’anno a dire ‘che voglia di fare niente’, ‘magari stare sempre sul divano’, Netflix + piumone, ora che possono stare a casa, niente, devono uscire, devono esplorare, all’improvviso sono i nuovi Vasco Da Gama”: questa penso sia una delle citazioni, trovate su Internet in questi giorni, a mio parere più esplicativa degli stati d’animo provati o provocati da/in questa situazione, oltre all’angoscia, di cui parlavo prima. Le regole giustamente restrittive e soprattutto necessarie che ci vengono imposte e il cambiamento di buona parte, se non tutte, le nostre abitudini e i nostri programmi provocano fastidio e rabbia e a volte anche conseguente desiderio di superarle o infrangerle o addirittura di opporsi, nel tentativo di evitare di tollerare la frustrazione data da un limite imposto dall’esterno e non interiorizzato come una protezione per noi stessi e per gli altri. Può portare a comportamenti oppositivi o impulsivi, mossi anche da una credenza “onnipotente” che “a me non succederà mai” o da un senso di impotenza difficile da sopportare.
Anche nel caso della rabbia, come per la paura, è importante riconoscerla e accettarla come un’emozione sana e legittima ma anche funzionale, come fonte di energia e grinta per la ricerca di soluzioni creative e più adattive in questa nuova situazione. Lo stesso vale per la noia, provocata da un lato dal bisogno di fare e dall’altro dal non sapere cosa fare. La noia spaventa e fa sentire in colpa, ma molto spesso ci dimentichiamo che è proprio mentre ci stiamo annoiando che ci vengono le idee migliori.
E a proposito di colpa, dovuta alla sensazione di non essere produttivi o impotenti o “potenti” come vorremmo. Continuare a svolgere, per quanto possibile le proprie attività lavorative, seguendo le indicazioni degli organi preposti è molto importante, come mantenere i contatti sociali evitando l’isolamento. Concedersi momenti per sé dedicandosi ad attività piacevoli che possono favorire il benessere e alleviare la tensione magari trasformando l’isolamento in un’occasione per dedicarsi ad attività per cui solitamente non si ha del tempo o che si è sempre detto di voler iniziare, insomma, imparare a trasformare le difficoltà in vantaggi ed essere resilienti. Anche riposarsi adeguatamente e mangiare nel modo più regolare possibile è importante per fare in modo che le giornate vengano scandite e non si lasci tutto al caso. Ovviamente rivolgersi a un esperto in caso di stati di tensione elevati e fuori controllo. Molti psicologi e psicoterapeuti sono a disposizione gratuitamente per colloqui via Skype, Whatsapp o telefono.