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Drag King: l’arte di essere uomo per una notte
Dark Light

Drag King: l’arte di essere uomo per una notte

Vi ricordate Jo Calderone?
Jo è nato ufficialmente nel 2010, ha fatto un servizio fotografico per Vogue Uomo Giappone, ha girato il video di You and I con Lady Gaga ed è apparso sul palco degli MTV Video Music Awards 2011.
Jo è l’alter-ego maschile di Lady Gaga.
Jo è un Drag King. E noi oggi parliamo di questo!

Se vogliamo cominciare banalmente, i DK sono il corrispettivo maschile delle Drag Queen; se sempre banalmente vogliamo proseguire, i DK sono persone di sesso femminile che si travestono da uomini.
Fatte queste premesse direi che noi, comunità di Bossy, possiamo fare dei passaggi in più.
La prima considerazione non superficiale da fare (e che vale ugualmente per le Drag Queen) è che non è detto che per essere un DK si debba appartenere a una determinata categoria: sono DK donne etero, lesbiche e trans.
La seconda considerazione è che non esiste una tipologia di king: certo gli alter-ego si ispirano spesso a personaggi famosi e incarnano volutamente e marcatamente stereotipi maschili, ma non facciamo l’errore di pensare che i DK siano tutti dei macho.
La terza considerazione è che quella del travestitismo è un’ARTE, non un’imitazione o una caricatura da villaggio vacanze; per molti performer, il travestimento comincia e finisce sul palcoscenico, ma per altri diventa un vero e proprio stile di vita.

BREVE CRONISTORIA
Il fenomeno Drag King nasce accanto a quello Drag Queen alla fine del 1800.
I performer, solitamente, si esibivano in numeri comici o in canzonette a sfondo patriottico. La più famosa dell’epoca fu l’inglese Vesta Tilley (1864-1952), considerata una pioniera.
I DK cominciano a guadagnare fama negli anni ‘80 grazie, soprattutto, alla spinta di artisti come Boy George o David Bowie.
Gli anni ‘90 sono, specialmente negli USA, gli anni d’oro per i DK: di quel decennio fa parte Dred, ad oggi il DK più famoso del mondo, protagonista del film documentario Venus Boyz (clicca per il film completo su YouTube).

Amo le mescolanze, le sfumature sessuali, mi piace poter esprimere diverse parti di me stessa e della mia anima. Con i miei spettacoli spero di riuscire a far riflettere la gente sulle etichette e sulle definizioni che ci appioppiamo a vicenda, che riguardano il sesso, la religione, le razze, la classe sociale. È importante, per le donne soprattutto, imparare ad amarsi per come si è, senza doversi necessariamente conformare a un modello preciso. (Dred)

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In Italia, le prime compagnie di performer si sono costituite a partire dalla seconda metà degli anni 2000. Per citarne alcune: Eyes Wild Drag e Kings of Rome.

DRAG KING FOR DUMMIES
La trasformazione viene curata nei minimi dettagli.
Di seguito elenco una serie di accorgimenti che i singoli DK decidono o meno di utilizzare.

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  • Binding: è il termine tecnico per indicare la fasciatura che appiattisce il seno. Alcuni DK si rifiutano per principio di utilizzare questo metodo (anche molto doloroso), sostenendo che le loro performance saranno talmente credibili che il pubblico non si concentrerà sulla scollatura.
  • Acconciatura: molti DK per motivi pratici hanno un taglio di capelli corto, ma quelli che non vogliono tagliarli, o impersonano diversi personaggi, usano le parrucche.
  • Peluria: i DK che decidono di avere barba e/o baffi sanno che l’effetto deve essere più realistico possibile. La soluzione più economica è il make-up, altrimenti si punta a colla e peli posticci. Questo passaggio vale anche per le sopracciglia.
  • Contouring: i DK con un viso particolarmente femminile si affidano al make-up per creare illusioni di luci e ombre per delineare lineamenti più mascolini.
  • Packing: si è quello che pensate voi. Il travestimento non è completo senza “aggeggio”. Anche qui esistono diverse soluzioni, che vanno dal più economico calzino arrotolato nelle mutande, alle più dispendiose protesi.

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SI, MA QUINDI?
Per molti king il travestitismo non si ferma alla sola performance, spesso la loro esperienza mette in atto una doppia rivoluzione.
Una rivoluzione sociale, fondata sulla decostruzione degli stereotipi e sulla sovversione del ruolo di genere, e una rivoluzione psicologica, perché molti king hanno iniziato a sviluppare un nuovo rapporto con il loro corpo – sostenendo di sentirsi più femminili di prima – a scoprire la propria sessualità e, in alcuni casi, ad iniziare un percorso di transizione.
In una società che vuole circoscrivere la bellezza in certi standard e vuole confinare i ruoli di genere in paradigmi, quale modo migliore del travestitismo può dimostrare che non esistono confini?
È logico che per capire al meglio un argomento tanto complesso non basta un solo articolo, ma per ora ho cercato di stuzzicare la vostra curiosità, di darvi alcuni spunti di riflessione e di spiegare a grandi linee il fenomeno Drag King.
Come sempre, vi invito a cliccare i link qui sotto, inserendo, tra questi, il link a Il Re Nudo, un libro/archivio fotografico concentrato sul fenomeno Drag King, che vi consiglio caldamente di consultare.

Fonti:
| Vintage Drag Kings |
| Il re nudo |
| Wikipedia |

View Comments (2)
  • se iniziano un percorso di transizione sono uomini ftm, e il drag è stato una fase, ma il drag king è di solito una donna cisgender che si traveste a uomo, inventa un personaggio maschile anche solo per divertimento o per spettacolo. Amarsi per come si è comunque non implica la non modifica del proprio aspetto anche solo per fini estetici e vale per uomini e donne, drag e non drag

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