È incredibile che dopo 30 anni nella scena Eminem ancora non abbia trovato nuovi insulti.
È il 2018, ma sembra che nessuno lo abbia detto a Eminem. Non solo il 45enne ha rilasciato un album a sorpresa (tesoro, fa così 2016, Beyoncé non ti ha avvisato?), ma l’album stesso, Kamikaze, include una traccia diss dove chiama il collega Tyler, the Creator, “frocio”.
In Fall, Eminem rappa:
«Tyler create nothing, I see why you called yourself a faggot, bitch»:
«Tyler non hai creato niente, capisco perché ti sei chiamato frocio, stronzo»
«It’s not just ‘cause you lack attention»: «non è solo perché ti mancano le attenzioni»
«It’s ‘cause you worship D12’s balls, you’re sac-rilegious»:
«è perché veneri le palle di D12, sac-rilego»
«If you’re gonna critique me, you better at least be as good or better»:
«Se mi devi criticare, almeno devi essere alla mia altezza, o migliore»
Questo diss arriva dopo la critica di Tyler alla traccia Walk on Water dall’album Revival del 2017. Tyler twittò «Oh signore, questa è terribile, che ca**o». Gli insulti di Eminem si riferiscono invece a molteplici indizi nell’album di Tyler Flower Boy, uscito nel 2017, che farebbero pensare che l’artista possa essere gay o bisessuale.
Dopo 30 anni, è incredibile che Eminem, che ha iniziato a lavorare nella scena musicale ancora quattordicenne, non abbia tuttora trovato nuovi insulti. Potrà anche lodare artisti come Kendrick Lamar e J Cole nel suo nuovo album, ma nessuno di questi due sente il bisogno di ricorrere a insulti omofobi nei loro lavori più recenti. Cole in realtà ha anche criticato l’uso della parola “frocio” nei suoi versi (seppur con un risultato dubbio), mentre Kendrick preferisce prendere di mira razzisti e politici corrotti, piuttosto che coloro che già sono vulnerabili alla violenza e alle discriminazioni.
Eminem nel frattempo sta difendendo il suo uso del linguaggio omofobo dal lontano 2000, quando in Criminal scrisse:
«My words are like a dagger with a jagged edge, That’ll stab you in the head, whether you’re a fag or lez. pants or dress? Hate fags? The answer’s ‘yes’»:
«Le mie parole sono come un coltello con lama affilata, ti colpiranno alla testa, che tu sia frocio o lesbica; in pantaloni o in vestito. Odio i froci? La risposta è ‘sì’».
Il rapper però affermò che quel verso non stesse parlando delle persone LGBT+. Sure, Jan.
A Tyler invece è stato impedito di entrare nel Regno Unito dal 2015, perché alcune parole in due dei suoi primi album, Bastard e Goblin «potevano nuocere alla sicurezza del pubblico Britannico»- una motivazione solitamente riservata a potenziali terroristi. L’allora Home Secretary Theresa May lo individuò tra migliaia di rapper e sembrò una presa di posizione casuale e obsoleta come quando David Cameron cercò di accusare Lethal Bizzle di promuovere la violenza di armi bianche nel 2006… citando le parole di un altro MC. O forse non furono scelte così casuali. Sapevano tanto di razzismo.
«I suoi album Bastard, del 2009, e Goblin, del 2011» si legge nella lettera della May a Tyler, the Creator, «sono basati sulla promessa di adottare un alter ego mentalmente instabile che descrive abusi fisici violenti, stupro e omicidio in termini espliciti e che sembrano voler rendere glamour questi comportamenti».
Non vi suona familiare?
Per decenni, Eminem, i suoi fan e i critici che supportavano il suo lavoro hanno fatto di tutto per persuadere i detrattori che Slim Shady sia un “personaggio” e che quindi Eminem non sia realmente omofobo o misogino. Che chiunque osa criticarlo semplicemente “non lo capisce”, non ha senso dell’umorismo o vuole censurare la libertà di parola. Dato che gli Stati Uniti hanno attualmente un Presidente che è stato eletto specificatamente perché ha incentivato la paura e l’odio verso l’“altro” e che sembra intento a rimuovere o ignorare i diritti della comunità LGBT+, dei neri, delle donne e delle altre minoranze, mi perdonerete se in questo momento non rido in modo isterico.
E non è solo omofobia quella che si ascolta in Kamikaze. Eminem rappa ancora sulla violenza domestica e sullo stalking nei confronti delle donne. In Normal, canta:
«No wonder we’re partners»: «Non c’è da stupirsi se stiamo insieme»
«Both got hundreds of charges»: «Abbiamo entrambi centinaia di reati»
«Domestic disputes but we’ve always swept it under the carpet»:
«Dispute domestiche, ma le abbiamo sempre nascoste sotto il tappeto»
«Even when 911 gets the call»: «Anche quando il 911 riceve la chiamata»
«That I slipped up and busted her jaw with a Louisville Slugger»:
«perché ho sbagliato e disfatto la sua mascella con una mazza»
«‘cause alls it really does is make our love for each other grow stronger»:
«ma tutto quello che questo realmente provoca è rafforzare il nostro amore».
Per essere una che si è esposta apertamente sulla cattiva condotta sessuale nell’industria musicale, vedere Jessie Reyez apparire non una, ma due volte nell’album di un uomo che ha rappato sullo stupro e sull’abuso di donne, fittizie o vere (Iggy Azalea) e di un’intera squadra di nuoto femminile, è a dir poco deludente. Così come lo è ascoltare la voce di Justin Vernon dei Bon Iver apparire in Fall.
Ma torniamo a Eminem, che sputa rabbia contro l’industria musicale e contro le diverse reazioni a Revival sul brano The Ringer. Inserisce anche un riferimento vocale dalla traccia HUMBLE di Kendrick, cantando «Revival non è diventato virale» nel brano intitolato in modo ironico Greatest, che sembra una diretta risposta all’elogio che la critica rivolge in abbondanza all’altro rapper e un tentativo di Eminem di convincerci che lui è ancora il migliore. Tutto mentre ancora si rifiuta di abbandonare gli insulti omofobi, la misoginia, e la violenza, in un momento storico in cui tutti ne siamo stanchi… Perché, in realtà, per quale altro motivo dovremmo parlare di lui? Ne abbiamo abbastanza, Marshall. Abbastanza.
Fonte
Magazine: The Independent
Articolo: Eminem is still rapping with gay slurs in 2018. If that’s his only way to get people talking, he should just retire now
Autrice: Roisin O’Connor
Data: 31 Agosto 2018
Traduzione a cura di: Caterina Fantacci