Inventrice. Pioniera. Ci sono parole che suonano male al nostro orecchio, perché non abbiamo l’abitudine di sentirle spesso. Parole come ingegnera, chimica, matematica, biologa. Ben più comuni sono i rispettivi equivalenti maschili, del resto conosciamo moltissimi illustri ingegneri, chimici, matematici e biologi che sono stati i padri fondatori delle scienze. A loro abbiamo dedicato strade, facoltà universitarie, istituti di ricerca.
Di donne ne ricordiamo poche, tanto da mettere in discussione la possibilità di declinare al femminile alcune professioni.
Non le ricordiamo perché non esistono, o perché non conosciamo le loro storie?
Quando le ricordiamo, è perché sono eccezionali, sempre grazie al riconoscimento di un uomo. È esemplare il caso di Marie Curie, che ha ottenuto il Nobel grazie all’insistenza di suo marito. Da qui, l’idea che dietro un grande uomo ci sia una grande donna.
Ma perché la donna deve essere grandiosa, per essere ricordata?
Si ritiene che i contributi delle mogli, delle madri e delle figlie degli scienziati maschi siano stati a lungo trascurati, tra cui quello della prima moglie di Einstein, la matematica e fisica Mileva Marić.
Per questo motivo, numerose persone esperte in storia e scienza hanno iniziato a scavare per trovare più informazioni sulle scienziate, il cui lavoro è spesso passato inosservato durante la loro epoca.
È il caso di Eunice Newton Foote, scienziata americana, femminista e attivista. Si deve a lei la scoperta degli effetti del cambiamento climatico, tre anni prima dell’uomo che ne detiene il credito.
Una scoperta dimenticata
È il 1856. Ad Albany, New York, Eunice Newton Foote, scienziata e inventrice, siede tra il pubblico in un incontro dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS). Lo scopo dell’incontro è discutere della sua ricerca sulle proprietà di assorbimento del calore dell’anidride carbonica e del vapore acqueo. Non è Foote a presentare il suo lavoro, ma un amico di famiglia, Joseph Henry. Sebbene Henry fosse uno dei più importanti fisici del tempo e tra i pionieri dell’elettromagnetismo, non riuscì a mostrare le implicazioni della ricerca, che esprimeva il potenziale effetto dell’anidride carbonica sul clima.
Come ha poi dichiarato in un successivo articolo, Foote aveva capito che un aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera aveva il potere di aumentare la temperatura della terra. Si tratta della prima scoperta di quello che sarebbe diventato noto come effetto serra, che tre anni dopo fu attribuita a un altro fisico, John Tyndall.
Perché i risultati della ricerca di Foote furono presentati da un’altra persona?
Secondo alcuni partecipanti, l’incontro aveva un carattere amichevole. I membri dell’associazione scientifica, che comprendeva funzionari dello Stato di New York e scienziati affermati, ma anche pochi membri più giovani, sostengono che non fosse possibile offrire un benvenuto più caldo o più ospitale.
Ma per una scienziata probabilmente non era così.
All’epoca, i giornali, parlando di incontri scientifici, non mancavano di menzionare la bellezza delle mogli e figlie degli scienziati. Un resoconto in particolare menziona uno spettacolo burlesco tenuto per uno degli scienziati. È indubbio che la Costituzione dell’Associazione non discriminasse apertamente le scienziate, eppure poche ne erano membri e presentavano il proprio lavoro.
Femminista e attivista
Eunice Newton nasce nel 1819, da Theriza Newton e Isaac Newton Jr, un lontano parente del famoso matematico e fisico. Cresciuta a Bloomfield, New York, frequenta il Troy Female Seminary, la prima scuola a offrire alle giovani donne un’istruzione paragonabile a quella di un uomo, con materie tra cui matematica avanzata e scienze.
Nel 1841 sposa il giudice, inventore e scienziato Elisha Foote. Vivono brevemente a Seneca Falls, dove erano vicini di casa e amicə della suffragetta e abolizionista Elizabeth Cady Stanton, che li coinvolge nella prima conferenza sui diritti delle donne, la Convenzione di Seneca Falls del 1848.
Entrambi i Footes sostennero apertamente i diritti delle donne e firmarono la “Dichiarazione dei Sentimenti” (Declaration of Sentiment), documento fondante del movimento suffragista.
Non dimenticando mai la sua esposizione infantile alla scienza, Eunice rimane aggiornata sulla letteratura scientifica e, nel 1856, sviluppa il suo esperimento in risposta a una rivista scientifica che discuteva le teorie su come il sole riscalda la Terra. L’esperimento di Eunice era semplice, ma condotto in maniera eccellente, nonostante alcune limitazioni.
Tuttavia, le sue conclusioni rimasero inascoltate.
Cosa sapeva Tyndall?
John Tyndall, fisico irlandese, amico di Faraday. È ricordato come il padre fondatore della scienza climatica, per aver scoperto l’effetto serra. A lui è dedicato il Tyndall Center for Climate Research.
Nel 1859, Tyndall era già un fisico affermato quando pubblicò il suo studio preliminare sull’effetto serra dovuto all’anidride carbonica, vapore acqueo e metano.
Grazie alla sua reputazione e alle sue connessioni, Tyndall ebbe a disposizione attrezzature personalizzate per condurre il suo esperimento e giungere alle stesse conclusioni di Foote.
Non è tuttavia chiaro se Tyndall conoscesse il lavoro di Foote. Non solo Tyndall era un fisico ben informato e pertanto interessato alla letteratura sulle sue materie di studio, ma era anche nel consiglio editoriale del Philosophical Magazine, che aveva ripubblicato un articolo del marito di Eunice Foote.
Non ci sono prove che Tyndall fosse a conoscenza del lavoro di Foote. Non è mai stato menzionato da lui, e, dal modo in cui ha condotto il suo esperimento, si può dedurre che ignorasse le conclusioni di Foote.
Le scoperte di Tyndall furono accolte come una nuova svolta scientifica, indicando che altri membri della comunità scientifica non fossero a conoscenza di lavori simili. O comunque, non si presero la briga di cercare, visto che Tyndall era già uno scienziato ben noto e aveva i mezzi per approfondire la sua ricerca.
È possibile che lettori e lettrici saltarono l’articolo di Foote per il suo genere, oppure perché americana. Resta tuttavia poco chiara la ragione per cui nessuno si rese conto dell’importanza del lavoro di Foote.
Fu dimenticato e ignorato.
Una donna privilegiata
Dopo un articolo pubblicato nel 1857, Foote non pubblicò più in un giornale scientifico. Si dedicò all’attivismo per il suffragio femminile e alle sue invenzioni. Depositò tre brevetti e probabilmente aiutò suo marito in alcune delle sue invenzioni. Non sappiamo molto della sua vita, ma possiamo immaginare che sia proseguita in maniera ordinaria, seppur ispirando le sue due figlie a lasciare il segno.
Forse lei stessa non volle fare troppa pubblicità per le sue scoperte. Potrebbe non essere una coincidenza che Foote stesse lottando perché le voci delle donne fossero ascoltate dal governo mentre la sua veniva trascurata dalla comunità scientifica. La caduta di Foote nell’oscurità è parte di una più ampia narrazione della privazione dei diritti delle donne nell’establishment scientifico.
Il contributo di Foote alla scienza climatica è venuto alla luce soltanto dopo il 2011, anche grazie a Liz Foote, una sua lontana parente e dottoranda in scienze ambientali, che si è imbattuta per caso nel suo nome. Liz ha scavato nella sua storia familiare per trovare più informazioni possibili.
“Da quello che so sulla vita di Eunice, – dice Liz Foote, “ha beneficiato di un grande privilegio. Ma come donna nel 1800 le sue opzioni professionali erano comunque limitate. Realizzare ciò che ha fatto, nonostante le realtà del suo tempo, è molto impressionante e dovrebbe ispirare chiunque”.
Di Eunice Foote non esistono foto. Sarà ricordata solo tramite la sua ricerca, e forse è meglio così. Come lei, molte altre donne avrebbero avuto le carte in regola per cambiare le sorti della scienza, e si saranno ritrovate a dover scegliere tra la famiglia, le spinte della società e la scienza. Chissà dove sarebbero arrivate, se avessero avuto le stesse possibilità che hanno oggi molte donne. E chissà dove arriverebbero le bambine di oggi, se riuscissero ad avere le stesse possibilità degli uomini.
Sono cambiate molte cose rispetto all’epoca in cui viveva Eunice Foote. Ma ancora oggi, il ruolo delle donne nella storia scientifica è poco rappresentato. In molti paesi sono cambiati i diritti, ma le donne non sono poi così cambiate: sul lavoro sono ‘emotive’, ‘frigide’, ‘aggressive’. Sono mamme e mogli, guai a dimenticarsene. È richiesto ancora oggi alle donne di essere straordinarie, per portare avanti una vita normale: non commettere mai errori, essere accomodanti, lavorare più di un uomo, per vedersi riconosciuti i meriti di un lavoro standard. Non stupisce che siano ancora poche, le donne che si dedicano a una carriera nella scienza: non credono di essere abbastanza speciali.
La narrativa legata alle donne di scienza ha sempre un carattere eccezionale: ‘la prima donna sulla luna’ o ‘l’unica iscritta al corso di laurea in robotica’.
Bisogna essere coraggiose, a scegliere questa vita in cui tutti i riflettori sono puntati su di te e sui tuoi errori. E allo stesso tempo, occuparsi della casa e della famiglia.