Il manager delle risorse umane il mio primo giorno di lavoro disse: “Se sporgerai mai denuncia di abusi sessuali, pensa prima a cosa indossavi quel giorno. (Everyday Sexism, pag. 235)
Una monocromatica pagina web in venticinque lingue e nessuna immagine. Così fu lanciato online nel 2012 e così è ancora oggi.
Sto parlando del The Everyday Sexism Project, sito web che “esiste per catalogare eventi di sessismo subiti da donne giornalmente” e che, dopo soli venti mesi dal lancio, ha raggiunto oltre centomila accessi.
Troverete solo messaggi su www.everydaysexism.com, cioè le esperienze di migliaia di donne (e non solo) che desiderano condividere un frammento della loro vita e far comprendere che il sessismo esiste ed è un argomento di cui è necessario parlare.
«Sessismo? Siamo nel 2016! Le donne votano, adesso.»
Facciamo un passo indietro e prendiamo in mano il vocabolario: non bisogna mai sottovalutare il potere delle parole, soprattutto se così importanti.
Sessismo è la “tendenza a valutare la capacità o l’attività delle persone in base al sesso ovvero ad attuare una discriminazione sessuale.”
Che si tratti di misoginia (odio per le donne), misandria (odio per gli uomini), della presunta superiorità di un sesso sull’altro o della discriminazione di un individuo perché non appartenente ad uno dei due generi della tradizionale divisione binaria uomo-donna (transgender, agender…), è necessario sottolineare che parliamo dello stesso fenomeno che in tanti credono non esista. Nulla è più insidioso del sessismo. Un vero mostro, insomma, non come quel povero gender.
Dopo aver compreso cos’è realmente il sessismo, facciamo ora invece un passo avanti, perché l’Everyday Sexism Project non si limita ad esistere sotto la sola forma di sito web consultabile da chiunque disponga di una connessione ad internet. Nel maggio del 2014 è diventato anche un libro, che in circa 400 pagine ha – primo fra tutti – l’arduo compito di selezionare e catalogare le storie più esemplari che sono state pubblicate in questi anni sul sito web. Esemplari, non significative: ogni singola storia, ogni singola voce, è di vitale importanza.
Chiunque legga la rassegna di Laura Bates – fondatrice del progetto e scrittrice del volume – rimarrà sconvolto nel comprendere la varietà e la frequenza del fenomeno, arrivando inevitabilmente ad identificare anche nella propria personale esperienza eventi di questo tipo.
Dalla politica ai luoghi pubblici, dai social media alla maternità: la Bates non lascia nulla al caso, dando così la possibilità al lettore di sfogliare tweet, post e centinaia di storie, divise in macro-paragrafi e sottosezioni di un peso allarmante.
Ma non solo: alle storie, che come ho detto sono reperibili anche sul sito web, la Bates aggiunge percentuali e statistiche di (quasi) tutte le nazioni e, com’è giusto, personali opinioni femministe in merito.
Un esempio banale: il capitolo dedicato al lavoro e alle donne in politica. Potreste rimanere senza parole nello scoprire quanto una donna che lavora in politica, anche nei paesi “dove esiste parità di genere”, venga pagata in meno rispetto ad un suo collega maschio, che percepisce uno stipendio (molto) più alto per la stessa mansione.
Stavo discutendo di politica con un ragazzo che conoscevo e che disse di ammirare Margaret Thatcher. […] Dopo un po’, nella stessa conversazione, disse che le donne non dovrebbero mai essere leaders. Ed io chiesi “E la Thatcher, quindi?”. Lui rispose che “[Margaret Thatcher] era fondamentalmente un uomo […] e che aveva un cervello da uomo.” Quindi secondo lui le donne non devono il loro successo al duro lavoro ma è semplicemente necessario che nascano con qualità maschili per farcela. Everyday Sexism, pag. 69
Leggendo Everyday Sexism scoprirete, ad esempio, che:
– l’87% delle ragazze teenager è infelice circa il proprio corpo.
– 1 ragazza su 3 ha fatto esperienza a scuola di carezze indesiderate.
– 1 ragazzo su 2 ed 1 ragazza su 3 pensa sia giusto forzare una donna ad avere rapporti sessuali nonostante abbia detto di no.
– l’84% degli articoli di apertura dei giornali sono scritti da uomini.
– solo il 18% dei presentatori televisivi oltre i 50 anni sono donne.
– in UK solo il 5% dei media sportivi si occupa di sport femminili.
– 30.000 donne ogni anno perdono il proprio posto di lavoro a causa della gravidanza.
– 1 donna incinta su 6 viene soffre di violenza domestica in UK.
– il suicidio maschile è circa 5 volte più frequente di quello femminile.
– 1 uomo su 10 venderebbe un anno della sua vita per ottenere il “corpo perfetto”.
La lista potrebbe continuare all’infinito perché il lavoro di ricerca svolto dalla Bates è lungo ed intricato, tanto che vi basterà aprire una pagina a caso del libro per ottenere nuove tristi informazioni.
Everyday Sexism è una lettura fondamentale per chiunque sia anche lontanamente interessato al femminismo e all’uguaglianza di genere. Gli esempi “quotidiani” e soprattutto reali di abusi nei confronti delle donne mostrano come tutti siano coinvolti; che non è un problema limitato agli stupri di cui sentiamo parlare per telegiornale, ma che è una insidiosa realtà profondamente radicata.
Laura Bates fa un grande lavoro nel dar voce ai modi diversi e molteplici con cui il sessismo contamina quasi tutti i nostri spazi pubblici e nazionali, da parte dei media e della pubblicità, dalla politica, per le strade, durante l’infanzia e nelle scuole. Leggendo questo volume, chi ama pensare che le donne abbiano raggiunto la parità politica, sociale ed economica, comprenderà in pochi minuti che non è vero e che c’è ancora tanto lavoro da fare. Gli uomini, a cui la Bates ha dedicato un intero capitolo, comprenderanno quanto anche loro siano vittime di questo fenomeno, che la loro storia è intrinsecamente connessa a quella delle donne, e che distruggere gli stereotipi di genere sarà un risultato importante per tutti.
Non mancano, inoltre, racconti da parte di persone che fanno parte della comunità LGBT, dove il sessismo si lega inevitabilmente con l’omofobia e la transfobia.
Le centinaia di voci di Everyday Sexism, una dopo l’altra, pagina dopo pagina, si uniscono da ogni parte del mondo in un unico grido per cambiare le cose, per far sì che i diritti fondamentali di ogni essere umano diventino realtà. Sarà quindi una lettura che farà arrabbiare i più, perché la verità è la cosa più difficile da dover accettare quando, come in questo caso, viene palesata senza troppi fronzoli.
Questa è la loro storia. Questo è il suono di centinaia di migliaia di voci. Questo è quello che ci stanno dicendo. (Laura Bates)
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