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Facciamo chiarezza sulla “Temibilissima Ideologia Gender”
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Facciamo chiarezza sulla “Temibilissima Ideologia Gender”

L’altro ieri ci è giunto in redazione un messaggio nel quale una gentilissima ragazza ci chiedeva quale fosse la nostra opinione sull’ideologia gender.
Spesso, in realtà, qui a Bossy ci troviamo a parlarne. O meglio, ci troviamo a parlare non della Temibilissima Ideologia Gender (T.I.G) in sé, dato che non esiste, ma di come la psicosi generale che si è creata per cercare di combatterla stia lentamente assopendo le menti di molti.
Ma facciamo qualche passo indietro…

Che cos’è la T.I.G.?
Secondo coloro i quali ci sia un ordine mondiale fautore di portare avanti quest’ideologia, la T.I.G è una sorta di agenda volta pian piano a limare via tutte le differenze di genere fra maschio e femmina, ovviamente puntando sulle giovani e malleabili menti dei bambini, al fine di creare una sorta di essere unisex che, sempre secondo loro, sarà poi da adulto dedito ad atti sessuali fini a se stessi e non alla procreazione. O, ancora peggio, ad atti contro i bambini, perché tanto una volta sdoganato il fatto che si possano avere rapporti sia con uomini che con donne, molestare bambini diventa quasi conseguente (sempre secondo loro). La creazione di un genere unisex starebbe già pian piano avvenendo, ed è portata avanti da una Lobby Gay Mondiale che, grazie ad esempio all’introduzione di discutibili programmi scolastici di educazione sessuale (anche pratica), mirerebbe a invertire i ruoli di genere portando i maschietti a vestirsi da femminucce a scuola, le bambine a non sognare di diventare mamme e più in generale a far diventare tutti omosessuali e/o transessuali. Ma ecco cosa prevede nello specifico questo programma (facilmente rintracciabile in diverse pagine Facebook):

Da 0 a 4 anni:
-masturbazione infantile precoce
Da 4 a 6 anni:
-masturbazione
-il mio corpo appartiene a me
-la consapevolezza dei propri diritti sessuali
Da 6 a 9 anni:
-masturbazione e autostimolazione
-rapporti sessuali
-diversi metodi di contraccettivi
-scelte alternative per evitare la gravidanza
-l’abuso
Da 9 a 12 anni:
-masturbazione-eiaculazione (dimensione del pene-seno-vulva)
-utilizzo dei preservativi
-piacere, masturbazione, orgasmo
-la prima esperienza sessuale
-amore con il partner dello stesso sesso
-la sessualità come benessere e salute
Da 12 a 15 anni:
-riconoscere i segni della gravidanza;
-leggi per il consenso dei rapporti sessuali
-bambini su misura
Da 15 anni:
-diritto di aborto
-pornografia
Materiale didattico: opuscoli, giochi, video e tanto altro.

Sebbene alcune proposte come ‘leggi per il consenso dei rapporti sessuali’ possano anche sembrare sensate, estrapolandole da un manifesto che spaccia per vera la masturbazione ai bambini di 4 anni non ci si può che aspettare che siano viziate dal pregiudizio, e che ad esempio in questo caso con consenso intendano ‘insegnare a tutti i ragazzi adolescenti ad acconsentire a un rapporto sessuale anche contro la loro volontà’. È facile sostenere tale ipotesi una volta che si prosegue a leggere il manifesto:

Tu manderesti TUO FIGLIO in una scuola del genere?
In Germania si è già diffusa questa ideologia. In Italia a Roma e Torino due scuole hanno iniziato questi corsi.
Proteggi chi confida in TE. Non togliamo ai nostri piccoli la loro LIBERTA’ solo perché questi corsi, CHE RICEVONO MOLTI FINANZIAMENTI, sono mossi da gente che per avere più soldi è disposta a vendersi l’anima.
La loro astuzia sta nel non “informarci” (di questo argomento radio,televisione ecc non ne parlano quasi mai), e soprattutto nell’avere sempre la scusa dell’omofobia per attaccarci.

Come avete letto, queste lezioni avvengono già in Germania (abbiamo come l’impressione che il Ministero dell’Istruzione tedesco non ne sappia nulla. Dite che dovremmo avvertirlo?), e in ben due scuole italiane. Ovviamente, il nome di tali scuole non è dato saperlo. E, sempre ovviamente, se tutto ciò fosse vero, il personale scolastico di quelle scuole dovrebbe ora essere in galera, perché insegnare a un bambino a masturbarsi è violenza sessuale, non ideologia gender. Com’è che gente così attenta alla sanità psichica dei propri e altrui figli non è ancora andata a denunciare tali abomini, dato che li spaccia per veri? Che il ‘tu manderesti TUO FIGLIO in una scuola del genere?’ sia solo una domanda retorica con fine di proselitismo e le poche righe sopra siano frasi buttate a caso senza una fonte accertata? Il mistero s’infittisce.

Chi sono questi Loro?
La lotta alla T.I.G., nonostante ormai se ne parli in qualsiasi social media e giornale da quasi un anno, ha in realtà origine più remota, e i primi ‘loro’ iniziavano a combatterla già nel 2012 .
Tuttavia, almeno in Italia, la T.I.G. è diventata il nemico numero 1 di alcuni movimenti cattolici italiani da quando, grazie al DDL Cirinnà e Scalfarotto, aleggia nell’aria non solo una legge contro l’omofobia, ma addirittura il prospetto di una possibile legalizzazione delle unioni fra persone dello stesso sesso. L’italico paese, patria della famiglia tradizionale, sarebbe quindi entrato dritto dritto nelle mire della Lobby Gay, che non vede l’ora di rendere illegale il matrimonio eterosessuale per accaparrarsi i proverbiali bei maschioni italiani (allenandoli alla perversione sessuale fin dall’asilo), distruggere le famiglie composte da genitori eterosessuali (che periranno sotto maggiori sofferenze se appartenenti a qualche dottrina cristiana), e creare un mondo senza giustizia né moralità.

Quindi questi ‘Loro’ sono tutti cattolici? Sì e no.

Sì perché la maggior parte di codeste persone è legata a giornali cattolici, movimenti cattolici e associazioni cattoliche. No perché, secondo stime interne di questa forza contro la T.I.G, moltissime persone di altre confessioni, o addirittura atee, si sono occasionalmente unite per salvare il mondo dalla Lobby Gay.
E si ritroveranno tutte insieme, grazie al comitato ‘Difendiamo i nostri figli’, il 20 giugno 2015 a Roma, in una manifestazione che preannuncia di scendere in piazza per ″promuovere il diritto del bambino a crescere con mamma e papà”, perché vogliono “difendere la famiglia naturale dall′assalto a cui è costantemente sottoposta da questo Parlamento”, e i propri “figli dalla propaganda delle teorie gender che sta avanzando surrettiziamente e in maniera sempre più preoccupante nelle scuole”.

Insomma, un sacco di cose diverse tutte collegate alla Malvagia Lobby Gay che, attraverso il DDL Cirinnà e Scalfarotto, sta portando la T.I.G nelle scuole e nelle proprie case (che saranno piene di minori senza il diritto ad avere una famiglia tradizionale in quanto cresciuti da coppie omosessuali).

Ma di cosa starebbe confabulando, nello specifico, il governo italiano?
Sta seriamente cercando di portare i bambini di 3 anni a masturbarsi, i quattordicenni a guardare film porno in classe, e le bambine a smetterla di pensare di diventare madri grazie a corsi di ‘chiave inglese e rutto libero ’? C’è veramente in atto un’ideologia gender il cui scopo è approvare le nozze omosessuali e distruggere la famiglia eterosessuale e le differenze di genere?

NO.

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Le direttive europee sull’educazione sessuale prevedono, come dice la parola stessa, un invito a educare i ragazzi alla sessualità, portandoli a conoscere il proprio corpo da un punto di vista anatomico e sanitario (nessuno è mai diventato un pervertito dopo aver sentito il termine ‘Tube di Falloppio’, e nemmeno dopo aver appurato cosa sia la Candida o l’Epatite C. Però ecco, magari ha evitato di contrarre qualche infezione sessualmente trasmissibile, grazie all’educazione sessuale).
Difendere i propri figli significa infatti anche questo: mettere a loro disposizione tutto ciò di cui hanno bisogno per vivere una vita adulta sana e consapevole, basata su scelte personali che minano il meno possibile la propria e altrui salute.

Inoltre, grazie a queste direttive, s’invita (e l’utilizzo del verbo invitare è fondamentale, perché di obblighi non ce ne sono) il personale competente a trattare con gli alunni di tematiche come l’omosessualità e la transessualità, non per invitare tutti i bambini e gli adolescenti a effettuare percorsi di transizione ma per, appunto, educarli alle diversità (e da che mondo e mondo, un paese tollerante ed inclusivo ha solo portato a benefici sociali ed economici, non a morte e distruzione). Tali diversità vengono poi anche declinate in varie accezioni, che non vogliono in alcun modo annullare l’identità di genere dei bambini e degli adolescenti, né confonderli, ma ricordano semplicemente loro che, sia che vogliano fare l’astronauta, l’infermiere o la casalinga, sia che vogliano una famiglia o meno, sia che sposino una persona dello stesso sesso o meno, possono farlo, e che qualsiasi percorso di vita intraprenderanno l’importante sarà agire rispettando se stessi e gli altri.

Che poi è lo stesso rispetto che porta moltissime persone a non infondere paure e notizie false per screditare il prossimo, come invece fanno tutti coloro che, parlando d’ideologia gender, lasciano intendere nemmeno troppo sottilmente fra le righe che tutti gay siano pedofili.
Portare con l’inganno le persone a credere che l’educazione sessuale sia un’ideologia il cui scopo è quello di creare una società depravata e malata è pericoloso e nocivo, nonché falso e tendenzioso.
Avere delle riserve sulle unioni omosessuali o su di una legge contro l’omofobia potrebbe anche essere un punto di dialogo e di discussione, persino con toni accesi, che però ha ragione d’essere solo se vengono utilizzate fonti attendibili e soprattutto esistenti, non basate su di un’agenda fittizia le cui parole sono a loro volta basate sulla paura e sulla menzogna.

Ed ecco cosa pensiamo sia l’ideologia gender: una mossa pericolosa perpetrata da chi non rispetta il prossimo, da chi si batte per calpestare il diverso e da chi, più ‘semplicemente’, ha fatto propria questa campagna solo per combattere una personale lotta contro l’omosessualità e l’emancipazione femminile.

Dell’inesistenza dell’ideologia gender ne hanno parlato, egregiamente:
Fuori Logo
Internazionale
Wired
Internazionale (un’altra volta, in merito alla scuola di Trieste)
Il Fatto Quotidiano
Bufale un tanto al chilo

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