Articolo di Natasha Vagnarelli
Sono abbastanza sicura che abbiate già sentito parlare di free bleeding, ed è possibile che siate venuti a conoscenza di questo termine – anzi, di questo movimento – tramite Il Signor Distruggere, il quale ha più volte postato screen di post facebook in cui alcune donne narrano del loro aver trovato contatto con la natura, di aver abbracciato al meglio la propria femminilità e di aver iniziato a vivere le mestruazioni in maniera molto più pacifica.
Ecco, vorrei solamente aggiungere che il free bleeding non è solo questo.
Ormai è diventato una moda, ma nasce come movimento e, in particolare, come protesta.
Avrete probabilmente notato che gli assorbenti non siano esattamente economici, e vi spiego subito il motivo: buona parte del prezzo corrisponde a una tassa. Ebbene sì, gli assorbenti sono tassati come beni di lusso.
Intuitivamente, durante le mestruazioni, una donna dovrebbe avere la possibilità, anzi, il diritto di non macchiarsi con il proprio mestruo, ma a quanto pare non è così. Senza contare, poi, che la maggioranza delle donne ha il ciclo per buona parte della propria vita, quindi non si tratta di qualcosa che comprerebbero in pochi.
Da qui nasce il movimento del free bleeding, e comprenderlo non è difficile: tassi come bene di lusso qualcosa che bene di lusso non dovrebbe essere? Io quel qualcosa non lo compro e non lo metto. A questo punto, l’obiezione classica dovrebbe essere “Che schifo!”, e questa stessa obiezione dà ragione al movimento: se è una cosa disgustosa non usare gli assorbenti durante le mestruazioni, allora gli assorbenti non possono essere beni di lusso.
Ma dopo la teoria passiamo alla pratica. Perché sì, io il free bleeding l’ho provato.
Facciamo però qualche premessa.
Prima di tutto, io non ho un mestruo particolarmente abbondante. Lo so, può sembrare too much information, ma in realtà è tutto necessario, e quindi dovete sapere che, per fare una misurazione, il sangue che la mia coppetta mestruale (di grandezza media) raccoglie in ventiquattr’ore non è abbastanza da riempire neanche metà della coppetta stessa.
Perché ho detto questo? Perché sono una malata della pulizia e se avessi avuto un flusso molto abbondante non avrei mai rischiato di macchiarmi completamente, né volevo rischiare di lasciare strisce di sangue in giro.
Seconda premessa: da quando prendo la pillola anticoncezionale la durata delle mie mestruazioni è diminuita. Ormai durano al massimo tre giorni. Ho quindi potuto sperimentare il free bleeding per un tempo limitato – ma vi assicuro che mi è bastato. Inoltre, in questo modo, ho potuto aspettare la coincidenza tra mestruazioni e week-end per poter passare il maggior tempo possibile a casa e non rischiare le già citate strisce di sangue in giro.
Lo ammetto, non ho la forza mentale per questo movimento. Ho paura di macchiarmi e di macchiare. Lo sapevo e ho deciso di attuarlo nella mia comfort-zone, ovvero la mia cameretta, principalmente.
Ecco, non è stata un’esperienza molto piacevole. Per quei giorni sono stata paranoica: se sentivo anche solo la minima goccia di sangue uscire dalla mia vagina correvo in bagno per controllare e pulirmi.
Fortunatamente la maggior parte delle volte si trattava di falsi allarmi. E devo ammettere di essere stata graziata perché, alla fine, non mi sono macchiata per niente, poiché quel ciclo era praticamente nullo.
Tutto ciò mi ha fatto però riflettere molto. Io ho potuto scegliere quando non indossare l’assorbente, se indossarlo o meno e tutte le variabili del caso, ma ci sono donne che non possono scegliere, donne che magari hanno un reddito molto basso o quasi nullo, magari con ciclo abbondante, e che ogni mese devono spendere un occhio della testa in tamponi che durano poco.
Sinceramente, sono contenta di aver deciso di utilizzare la coppetta mestruale, e consiglio vivamente a tutte di fare lo stesso. Questo non è un articolo sponsorizzato, sto dicendo semplicemente quello che penso.
Certo, la coppetta in sé costa più di un pacco di assorbenti, ma a differenza di qualsiasi prodotto usa e getta, se usata bene questa può durare molti anni, ed è un grande investimento, soprattutto perché sarete anche più ecologiche – doppio pro.
Chiudendo questa parentesi sulla coppetta, voglio concludere in due parole la mia riflessione sul free bleeding: non è la mia cup of tea, ma ne capisco il significato e penso sia importantissimo battersi per l’abbassamento del prezzo degli assorbenti. Che si utilizzi la coppetta mestruale o no, è una questione di principio, una questione morale.
QUI potete trovare una petizione per l’abbassamento del prezzo degli assorbenti.
Non conoscevo questo movimento, ma lo capisco perfettamente.
Io sono (ero, visto che sono in attesa del travaglio :P) della categoria flusso abbondante. Molto. Senza la pillola andavo da un minimo di 5 giorni fino anche a più di una settimana, alcuni mesi con il flusso così intenso da farmi perdere i sensi per la pressione bassa.
Ma anche con la pillola non sono mai scesa sotto i 4-5 giorni molto abbondanti.
E prima della scoperta della coppetta ho sempre trovato assurdo dover lasciare tanti di quei soldi in assorbenti ogni mese per tutta la vita da essere pazzesco.
E sono “fortunata” perché non sono ansiosa, mi è successo spesso di macchiarmi nelle giornate intense ed almeno una chiazzetta sugli slip era la norma oramai soprattutto nei giorni in cui lavoravo in giro da un cliente all’altro.
Ma fortuna o sfortuna non cambia, per poco che si possa spendere sono sempre troppi soldi per una cosa a cui non puoi rinunciare. Per un obbligo mensile per almeno una buona parte della tua vita.
È che è uno di quegli argomenti un po’ tabù ancora, ma ben venga parlarne, anche in questo modo così visibile in modo da attirare lo sguardo!
Io sinceramente trovo questa protesta veramente ingiusta. Sono fobica rispetto al sangue (non me lo sono autodiagnosticata, è vero) e se dovessi trovare in un luogo pubblico una donna che sanguina mi sentirei davvero molto male. Peggio ancora qualcosa di sporco di sangue senza nemmeno conoscerne l’origine. Non sono di certo sola. È una delle fobie più diffuse. Anche per questo sono d’accordissimo che non vadano tassati i beni necessari come questi. Intanto che lo sono però non è una soluzione praticabile quella di sporcare di sangue senza ragione qualsiasi luogo che non sia casa propria (come mi pare sia invece il caso di chi ha scritto l’articolo).