In questo periodo sono ossessionata dal concetto di rappresentazione (o meglio, lo sono molto più del solito). Questo mio pensiero fisso si arena ancora di più sullo scoglio dell’adolescenza e su quanto la rappresentazione sia estremamente delicata per quello che è, nei fatti, uno dei periodi più complicati di tutta l’esistenza umana. Sarà che è arrivato il periodo più atteso dell’anno per tantissimi maturandi, ma davvero sembra io non riesca a pensare ad altro.
Così, tra un “come sarebbe stata la mia adolescenza se mi fossi sentita più rappresentata” e l’altro, ho preso di petto i dubbi e iniziato (finalmente) a leggere “P. la mia adolescenza trans” di Josephine Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti (edito Feltrinelli, collana Feltrinelli Comics). Era da un po’ che cercavo il giusto ritaglio di tempo per divorarmi questo graphic novel, soprattutto dopo aver letto il suo Romanzo Esplicito, e ho approfittato del mio momento esistenziale-inquisitorio per buttarmi a capofitto nella lettura.
Chi è Fumettibrutti
Partiamo dalle basi: chi è Fumettibrutti? Fumettibrutti è Josephine Yole Signorelli.
E chi è Josephine Yole Signorelli? Un’artista poliedrica, la cui scrittura e il cui tratto potente riescono a sviscerare alcune delle emozioni più recondite dell’essere umano, empatizzando con i lettori e demarcando una direzione ben precisa di quella che è la strada verso l’accettazione di sé.
Il suo tratto (che io – da profana del settore – mi sento di definire come crudo, punk, ma anche romantico) suscita emozioni a 360° gradi, traducendo sempre le parole in immagini esplicite e, soprattutto, reali. L’utilizzo dei colori, ugualmente crudo, amplifica ancora di più la potenza del messaggio, catapultandoci in uno spaccato di vita totalizzante ed emancipatorio.
“P. la mia adolescenza trans“
Ma veniamo al graphic novel. Innanzitutto: preparatevi a una lettura-esperienza totalmente avvolgente, che permette fin dalle primissime pagine di immergersi in una storia reale, delicata, figlia di un passato degli “anni zero” che è molto lontana dalla rappresentazione e dall’attivismo cyber della decade 2010-2020. La protagonista di questa narrazione (che poi è fortemente autobiografica) ci racconta, passo dopo passo, ogni scalino del processo di accettazione e consapevolezza di sé, permettendoci di crescere con lei e capire, anche se gli anni all’anagrafe sono più di – inserire qui un’età dai 13 ai 19 anni –, quale sia la chiave di lettura giusta per comprendere un passato con cui (non necessariamente) si è fatto i conti.
“P. la mia adolescenza trans” racconta infatti la storia di una ragazza che non solo deve fare i conti con “i grandi classici dell’adolescenza”, tra rapporti sessuali, amicizie, ubriacature, difficoltà e quant’altro, ma che capisce anche di essere una persona transgender in un mondo non esattamente sempre pronto ad accogliere e far sentire al sicuro chi capisce di avere un’identità di genere diversa da quella assegnata alla nascita sulla base del sesso biologico.
A fare da corollario ci sono comunque anche tutti gli elementi tipici dell’adolescenza (che poi, siamo sicuri siano circoscritti a quell’età?) e troviamo quindi sofferenza, amore e scoperta, tutto ritratto all’ennesima potenza per riuscire a dare voce all’elemento più importante di ogni esistenza: noi stess*.
“P. la mia adolescenza trans” diventa perciò un piccolo gioiellino da leggere, regalare, consigliare, per diffonderne il senso liberatorio trasmesso e aiutare chiunque a capire e fare propria l’importanza della rappresentazione per tutt*.
Fumettibrutti – la trilogia
Buone notizie e molto hype in tutto il regno: dopo “Romanzo Esplicito“ e “P. la mia adolescenza trans”, arriverà anche un terzo libro, blu, a chiudere la trilogia. E chiaramente non vedo già l’ora di leggerlo.
“P. la mia adolescenza trans” di Fumettibrutti è il libro protagonista del nostro #Sinossy di giugno. Ci vediamo venerdì 26 giugno sul nostro account Instagram, per parlarne insieme nelle Stories. Vi aspettiamo!