Di Sex And The City posseggo i cofanetti di tutte e 6 le stagioni, ho un poster di Carrie Bradshaw fieramente appeso alla mia sinistra che mi guarda mentre scrivo e sono ancora alla ricerca di una gonnellina in tulle da farmi sporcare al passaggio dell’autobus sotto casa mia.
Però diciamolo: SATC non è mai stato credibile.
E non è tanto l’avere il sesso come unico argomento di ogni brunch tra signore, è che nessuna giornalista che tiene una rubrichetta settimanale può permettersi una casa ad affitto bloccato nell’East Village e TUTTE QUELLE MANOLO.
Ma sono consapevole che abbia saputo sdoganare un tema ancora considerato tabù tra le donne: il sesso. Non che tra donne non se ne parlasse, badate bene, è che ancora non lo si poteva dire, men che meno farlo vedere in televisione, figuriamoci basarci un’intera serie TV.
Insomma, senza Sex And The City difficilmente avremmo avuto Girls.
Girls però ha imparato la lezione, ha preso tutto quello che di buono c’era nelle puntate che hanno reso famosa Sarah Jessica Parker e lo ha portato nel mondo reale.
La serie televisiva statunitense, nata nel 2012 e trasmessa dalla HBO (proprio come SACT) racconta le vicende di 4 ventenni che tentano di sbarcare il lunario dopo essersi trasferite a New York.
È difficile dire chi sia chi. Hannah, Marnie, Shoshanna e Jessa hanno alcune delle caratteristiche di Carrie, Charlotte, Miranda e Samantha ma sono anche molto altro.
Hannah (Lena Dunham: creatrice, interprete e produttrice della serie) si barcamena tra un lavoro di stage e l’altro, tentando di portare avanti la sua passione per la scrittura, nella quale si rifugia ogni qual volta senta il bisogno di sfogare i suoi OCD o la sua ossessione per Adam (Adam Driver. Sì, Kylo Ren), ragazzo tuttofare che sogna Broadway ma intanto prova diversi lavori manuali per guadagnare soldi onestamente e non chiedere ai suoi di mantenerlo (anche se la nonna gli passa mensilmente la cifra per l’affitto). Marnie (Allison Williams), coinquilina di Hannah e sua amica dai tempi del college, si trova ad un bivio e sta cercando di capire se continuare a lavorare nelle gallerie d’arte o finalmente prendere il coraggio a quattro mani e tentare la carriera da cantante. Shoshanna (Zosia Mamet) è una studentessa universitaria con la parlantina più veloce del West e un istinto da crocerossina a breve termine che la porterà a cominciare una relazione con Ray (Alex Karpovsky), unico trentenne tra i protagonisti, che lavora in un bar e dorme un po’ sul divano di alcuni amici e un po’ nella sua macchina. Jessa (Jemima Kirke), di origini londinesi, è lo spirito hippy del gruppo che tra una rehab e l’altra dice le frasi più sagge della serie.
Insomma, quattro ragazze che vivono a New York.
Cos’ha in meno di Sex And The City?
Tutta la patina glam.
Le ragazze non hanno soldi per le scarpe e non hanno tempo per parlare solo di uomini, stanno cercando di crearsi un’identità ed è soprattutto questo il centro delle loro discussioni. Il tutto usando un tono fresco ed assolutamente realistico.
Cos’ha in più di Sex And The City?
Un femminismo plateale e consapevole.

Lena Dunham è una femminista convinta e spesso ritroviamo dialoghi che strizzano l’occhio a tutte le varie ondate del movimento.
Qualche esempio?
- Jessa e Hannah stanno sfogliando vecchi numeri di Penthouse
J: Queste donne dovrebbero essere orgogliose, ché non c’è cosa più nobile che aiutare un ragazzo a trovare la sua identità, sai, aiutarlo a diventare un uomo.
H: Probabilmente è la cosa più nobile che c’è, sai… A parte tipo essere un dottore o un pompiere.
J: Chi ti dice che lei non sia una dottoressa? - Adam e la nuova ragazza stanno facendo sesso
A: Ti piace il mio cazzo?
N: Sì, mi piace
A: Ti piace davvero?
N: Sì lo adoro
A: Sei una lurida troietta e adori il mio cazzo?
N: No. Mi può piacere il tuo cazzo senza che io sia una troia. Lo capisci? - Jessa, in rehab, racconta ad un altro paziente un fatto accaduto poco prima
J: Una stronza idiota mi ha lanciato il caffè in faccia, solo perché le avevo detto che era lesbica. Le ho fatto un favore! Sono andata al punto subito – non come quei cazzoni che ci girano intorno – e le ho detto che è una lecca passere del cazzo.
P: Lecca passere o no, la gente ha bisogno di arrivarci da sola.
(Come spiegare outing e coming out in 10 secondi) - Poco dopo, la ragazza in questione (Taystee di OITNB!) dirà questa frase:
La gente pensa sempre che alle lesbiche piacciano gli sport. Ho paura che se dirò a qualcuno che sono lesbica mi chiederanno di fare sport!
Personalmente, ho amato ognuna delle 4 stagioni andate in onda.
Proprio perché ogni puntata regala spunti di riflessione ma senza voler salire in cattedra o risultare pedante. Ogni ragazzo ed ogni ragazza può guardare la serie e dire “parla di me”. Una magia che con SATC non è mai avvenuta (soprattutto per i ragazzi!).
Detto questo, domenica 21 febbraio andrà in onda la prima puntata della quinta stagione.
Cosa ne dite? Cominciamo il binge watching?
Non avrei saputo descrivere meglio questa serie meravigliosa che fa ridere e riflettere allo stesso tempo. Spesso basta anche solo ascoltare i personaggi parlare per chiedersi “diamine, parliamo davvero così?”. Mi piace un sacco come mi piace Bossy che sa sempre creare articoli a misura delle menti aperte e di quelle che stanno almeno cercando di aprire uno spiraglio sulla forza delle differenze!
Grazie!