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Il Fondo di aiuto sociale trans: l’essenziale in 4 domande
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Il Fondo di aiuto sociale trans: l’essenziale in 4 domande

Océan e Giovanna Rincon dell’associazione Acceptess-T hanno risposto alle domande delle Ourses à plumes sul nuovo Fondo di Aiuto Sociale Trans (FAST). Ritrovate le informazioni essenziali in 4 domande.

1. Cosa vi ha spint* a creare il FAST?

È da più di un anno che Océan e Giovanna Rincon hanno proposto all’associazione Acceptess-T la creazione di un fondo di azione sociale per le persone trans. La necessità di riempire alcune lacune del diritto ordinario per le persone trans è tristemente necessario, a causa anche della transfobia di Stato, delle famiglie, di strada e del mondo del lavoro. Le persone che sono emigrate per poter vivere meglio la loro transizione, non essendo necessariamente in regola, le persone sieropositive e le sex worker sono le più esposte e Acceptess-T spesso si trova nell’impossibilità di rispondere a tutti i loro bisogni, in particolare alle richieste di aiuto finanziario immediate per l’acquisto di prodotti di prima necessità, come il cibo, oppure il pagamento dell’affitto, ecc…
Di base, l’associazione svolge missioni di salute pubblica, di screening/test, di informazione, di aiuto e di solidarietà ma non fornisce aiuti materiali diretti. Perciò ci è sembrato necessario creare un fondo specifico per le persone trans, che fosse rapido, efficace e senza intermediari o quasi, tra i donatori e le donatrici e i beneficiari e le beneficiarie (poiché i fondi e le fondazioni che esistono al momento non aiutano le persone in modo diretto, ma sono spesso aiuti alle associazioni, come l’ITF – International Trans Fund).
Essendo in contatto quotidianamente con delle persone trans in situazioni di vulnerabilità, come giovani respinti dalle loro famiglie e senza possibilità di accedere al RSA (Reddito di Solidarietà Attiva, NdT), o persone precarie e isolate geograficamente poiché non in grado di pagare i trasporti e le visite mediche necessarie al loro percorso di transizione, Océan e Giovanna volevano poterle aiutare in modo strutturato e non solamente partecipando individualmente e in modo saltuario e casuale ad alcune raccolte fondi. I beneficiari e le beneficiarie hanno quindi creato una lista di bisogni ed emergenze principali sulle quali avremmo avuto la capacità di agire e hanno lanciato il fondo un po’ prima del previsto, dopo l’omicidio di Jessyca Sarmiento il mese scorso, che sottolinea ulteriormente in particolar modo la gravità della situazione per le sex worker trans migranti che lavorano in strada.
È in quel momento che il COVID-19 ha cominciato a propagarsi in Francia e la situazione di tutte le persone trans precarie, in particolare le sex worker, è peggiorata ulteriormente in larga scala. Abbiamo quindi focalizzato le prime azioni in risposta alla crisi sanitaria, creando dei kit sanitari, dei pacchi alimentari e un network di solidarietà per poter ospitare delle persone che vivevano per strada. Al momento Acceptess-T agisce come mediatore per gestire gli scontri tra le persone trans che non hanno introiti e i loro affittuari, che siano proprietari di appartamenti o hotel, di modo che nessuna persona della comunità debba dormire per strada.

2. Chi organizza questo FAST? Avete ricevuto aiuti istituzionali?

Non vi sono aiuti istituzionali per il FAST, ma in quanto fondo speriamo di ricevere soprattutto donazioni private, che siano donazioni individuali o che provengano da aziende. La struttura Acceptess-T invece meriterebbe di ricevere aiuti molto più consistenti da parte dello Stato e del Comune di Parigi, dato l’incredibile lavoro che realizza, sia dal punto di vista della salute pubblica, della protezione delle persone e dell’accompagnamento alla dignità. Peraltro, Acceptess ha ricevuto il sostegno dell’Agenzia Regionale della Salute per questo periodo di quarantena per i pacchi medici e alimentari. Constatiamo invece che le associazioni abolizioniste ricevono generosi finanziamenti istituzionali, nonostante siano inattive in questo periodo di crisi nei confronti delle donne trans sex worker. Le persone responsabili di queste associazioni sono al caldo nelle loro case, aspettando che tutto si calmi, con le loro sovvenzioni al sicuro sui loro conti, mentre tutte le persone volontarie che lavorano per Acceptess viaggiano per tutta la regione parigina, a loro rischio e pericolo, e si impegnano strenuamente per fornire aiuti sanitari, cibo, ecc.

3. Come sostenere il FAST?

È sufficiente donare sul sito. I doni mensili sono preferibili poiché permettono di rendere perenne la nostra capacità di azione in modo stabile e visibile.

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4. Cosa possono richiedere le persone trans al FAST?

Le richieste vengono esaminate rigorosamente in funzione del grado di precarietà delle persone. Le persone interessate che non riescono a mangiare o ad avere un alloggio e hanno bisogno di un kit medico, finché questa crisi dura, sono prioritarie. Quando le cose saranno tornate alla semi-normalità, queste persone in situazione di estrema precarietà rimarranno prioritarie, e le persone che hanno bisogno di una copertura per una o due notti in hotel per potersi recare a una visita medica legata al loro percorso di transizione, così come per spese mediche che eccedono la copertura sanitaria di base, potranno contattare l’associazione.

Fonte
Magazine: Les Ourses à plumes
Articolo: Le fonds d’aide sociale trans: l’essentiel en 4 questions
Articolo scritto da: OP
Data: 2 aprile 2020
Traduzione a cura di: Charlotte Puget
Immagine di copertina e in anteprima: Acceptess Transgenres

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