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Ilaria Salis: l’antifascista prigioniera

Ilaria Salis: l’antifascista prigioniera

È l’11 febbraio 2023, siamo in Ungheria nel Giorno dell’onore; come ogni anno una folla di neonazistə si raduna nella capitale. Ricordano gli eventi della Seconda guerra mondiale, quando l’Ungheria era alleata al regime hitleriano finché Miklos Horthy – che governava il Regno d’Ungheria – si rende conto che i tedeschi sarebbero stati sconfitti e decide di negoziare un armistizio. Appena i tedeschi lo scoprono occupano Budapest e Horthy viene eliminato. Budapest diventa parte del regime nazista e così i sovietici iniziano a bombardarla. L’11 febbraio del 1945 migliaia di soldati ungheresi e tedeschi vengono uccisi durante l’attacco dei sovietici.

Torniamo all’11 febbraio 2023: il Governo ungherese tollera la manifestazione, giustificandola come “libertà di espressione”, e come ogni anno non sono solo ə neonazistə a manifestare, anche ə antifascistə si radunano. Ilaria Salis è tra di loro. È una maestra delle elementari, lavora a Monza e non si fa alcun problema a dire ad alta voce: sono antifascista.
È l’11 febbraio 2023 quando nel telegiornale ungherese viene trasmessa una notizia dell’ultima ora: è un video che mostra delle persone picchiare un uomo. L’uomo picchiato lo chiamano neonazista. Dicono che aveva partecipato alla manifestazione “dell’onore” poche ore prima. È in ospedale.
Alcunə ragazzə vengono catturatə e portatə via dalla polizia, Ilaria Salis è in taxi quando la polizia la arresta. Le persone colpite decidono di non denunciare, ma Ilaria Salis viene comunque arrestata. L’accusa è la seguente: lei e gli altri imputati fanno parte di un gruppo di estrema sinistra che avrebbe pianificato l’attacco ai neonazisti. Salis si dichiara innocente e, mentre ə altrə presuntə colpevolə vengono rilasciatə, lei no.
Passa un anno ed è durante l’udienza del 29 gennaio 2024 che il mondo vede Ilaria Salis in catene alle mani e ai piedi essere portata davanti al giudice ungherese. Rimane così per tre ore. Repubblica è uno dei tanti giornali italiani che riprende l’accaduto, il suo nome appare su tutte le testate.
È sempre Repubblica che pubblica pagine di diario che Salis ha scritto in cella, cercando di fare ordine e di dare un senso a tutto quello che è successo nel suo anno di prigionia.

“11 febbraio 2023. Teve Utca.
Quando il furgone si ferma nel parcheggio della Questura, la sera inizia ad avvolgere i palazzi. “Antifa? Duce! Mussolini”.
Questa è l’accoglienza che ricevo nell’atrio e sono anche le ultime parole che riesco a comprendere prima di essere travolta dalla Babele ugro-finnica. Nell’ufficio nessuno sembra preoccuparsi del fatto che sono ancora ammanettata stretta dietro la schiena”.

“14 febbraio 2023. Nagy Ignac Utca.
Sentiamo a lungo nell’androne; le guardie della scorta devono depositare le armi e le interpreti i telefoni. Mi invade un vuoto prepotente e il tempo inizia a dilatarsi. I colori tetri e stinti, la penombra, l’aria viziata, i latrati dei carcerieri, i rituali di ingresso, tutto questo spettacolo rimarrà impresso con tinte sinistre dentro di me”.

“Metà febbraio 2023. Gyroskocsi Utca.
Col buio non si vede quasi nulla dentro il furgone, ma dopo un breve tragitto in città ci fermiamo e sento il rumore di una carraia che si apre. Tiro un sospiro di sollievo; sono arrivata. Qualche mese più tardi scoprirò che la prigione in cui mi trovo è nello stesso edificio del Tribunale e che da lì mi hanno portato in un’altra prigione oltre il fiume solo per compiere i rituali d’ingresso, per poi riportarmi indietro. Perdo il conto dei piani di scale, mentre salgo trascinando stancamente il materasso arrotolato. |…| Sono talmente sfinita che mi addormento in continuazione e quando cerco di mettere qualcosa sotto i denti vomito tutto all’istante. |…| Mi guardo in quello che probabilmente dovrebbe avere una funzione di specchio, ma, più che riflettere le immagini, in realtà le deforma, e mi dico: ‘Coraggio, Ila! Sempre a testa alta e con il sorriso. E quando uscirai di qui sarai più forte di prima’. Nei mesi seguenti mi impegnerò a fondo a onorare questa promessa e a crescere giorno dopo giorno, preparandomi per il momento in cui finalmente tornerò ‘a rivedere le stelle’”.

Ci sono tante cose che possiamo dire di questo caso; del suo presunto passato da estremista (secondo voci non verificate, di cui Salvini si è autoproclamato portavoce), del suo lavoro di insegnante, del presunto attacco ad un neonazista nel Giorno dell’onore . E sono tutti aspetti ormai ampiamente esplorati da giornali come Vanity Fair, La Stampa e Repubblica. Ma quello di cui dovremmo parlare è questo: una donna italiana antifascista è stata condotta in catene davanti a un giudice in un paese europeo. Una donna europea vive da un anno in una cella piena di cimici, scarafaggi e senza finestre. Una donna italiana europea e antifascista è prigioniera in Ungheria, paese EU. Un Paese non lontano dal nostro. Ilaria Salis non è solo ‘il caso Ilaria Salis’, Ilaria Salis è una donna antifascista che è stata ridotta in prigionia. Mentre nel nostro Paese i cori fascisti si fanno più numerosi, mentre piccoli riferimenti al passato di Mussolini si fanno sempre più frequenti nelle conversazioni di tutti i giorni. È l’Italia che sta zitta quando una sua cittadina viene rinchiusa per credere nella libertà. Sono i poliziotti che prendono a manganellate i ragazzi che manifestano per la pace a Napoli, a Bologna, a Torino, a Pisa. È la paura di parlare del genocidio palestinese in TV. È quella malattia che si sta insinuando lentamente nelle nostre conversazioni, nelle trasmissioni che vediamo in televisione, nelle parole che leggiamo in molti giornali. È la paura che lascia una grande crisi, è il terrore del futuro che ha un popolo affamato. È nella proposta di censura fatta da Salvini. È nella strategia manipolatoria che sta attuando questo Governo, spostando l’attenzione su altre notizie così che questa passi nel dimenticatoio. È nella manipolazione che avviene facendo leva sull’incertezza del futuro, nella precarietà della vita, nel sentire le tasche sempre più vuote e la mente che cerca disperatamente qualcuno a cui dare la colpa per dare un senso al dolore. È un Paese che si sta dividendo a metà; tra ə giovanə che vogliono cambiarlo e tra ə vecchə che vogliono che ‘torni quello di un tempo’. È nel mondo che si muove veloce lasciando migliaia di persone indietro. È Ilaria Salis fatta prigioniera mentre i politici stanno fermi a guardare.

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PER AIUTARE LA FAMIGLIA SALIS A SOSTENERE LE SPESE LEGALI:
https://www.produzionidalbasso.com/project/sosteniamo-ilaria/

FONTI:

https://www.repubblica.it/cronaca/2024/02/07/news/ilaria_salis_ultima_lettera_carcere-422080891/
https://www.repubblica.it/cronaca/2024/02/06/news/ilaria_salis_padre_rabbia_governo-422065418/
https://www.internazionale.it/magazine/jean-baptiste-chastand/2024/02/08/la-sconcertante-storia-di-ilaria-salis
https://www.wired.it/article/ilaria-salis-difesa-rientro-italia-processo-sentenza-lega/
https://www.vanityfair.it/article/chi-e-di-cosa-accusata-ilaria-salis
https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20240112IPR16780/il-governo-ungherese-minaccia-i-valori-le-istituzioni-e-i-fondi-dell-ue
https://www.vanityfair.it/article/ilaria-salis-processo-budapest-ammanettata-mani-piedi
https://www.ilpost.it/2024/01/31/giorno-dellonore-ungheria/
https://www.youtube.com/watch?v=Mi7miP1tyqQ
https://www.ilariasalislibera.org/

Credits
Immagine cover sito
Illustrazione di Gea Testi
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