Inspiring Girls, una fondazione creata dalle donne per le donne alla ricerca della parità.
I grandi progressi dell’umanità si devono agli uomini, o almeno, questo è ciò che ci fanno credere i libri che tralasciano i nomi delle donne che hanno fatto ricerca, creato, dipinto o diretto un progetto nel corso della storia dell’umanità. E se i libri non sono in grado di testimoniarlo, ci pensa Inspiring Girls, un’associazione con l’obiettivo di ispirare le giovani ragazze affinché puntino in alto e vengano a conoscenza di tutti quei punti di riferimento femminili che sono stati costretti a rimanere nell’ombra. Adesso potranno brillare di luce propria, ancor di più dal 9 ottobre.
La data scelta non è casuale. È il secondo martedì di ottobre, data dedicata ad Ava Lovelace, la prima programmatrice della storia. E Inspiring Girls sta pensando a una celebrazione in piena regola, con un grande evento «molto originale», afferma la direttrice di Inspiring Girls Spagna e America Latina, Marta Pérez Dorao, che ha continuato dicendo «ci sono un sacco di talenti femminili rimasti nell’ombra, vogliamo riportarli alla luce». Donne e giovani ragazze inizieranno a collaborare per caricare contemporaneamente su Wikipedia centinaia di profili di donne che non hanno uno spazio dedicato sul web. Il team di coordinatrici ha assegnato a ogni Paese e sede diverse figure di tecnologhe, scienziate o ricercatrici, così da «dare visibilità al talento nascosto».
ALLE VOLONTARIE VIENE RICHIESTA UN’ORA ALL’ANNO DEL LORO TEMPO PER LE DONNE DEL FUTURO. «CIÒ CHE SI DICE IN CASA È FONDAMENTALE». ALLE BAMBINE RIMANE IMPRESSO. «CI SONO UN SACCO DI TALENTI FEMMINILI RIMASTI NELL’OMBRA E NOI VOGLIAMO RIPORTARLI ALLA LUCE».
«La gente non sa che l’e-book è stato inventato da Ángela Ruiz Robles, una donna galiziana, o che il test del tallone è stato ideato da Gabriela Morreale». Le bambine hanno bisogno di fonti d’ispirazione, donne che suscitino la loro ammirazione. In questo senso, dalla fondazione cercano di incrementare l’ambizione professionale delle bambine in età scolare, affinché si pongano l’obiettivo di diventare ciò che vogliono, senza limiti e senza lasciarsi condizionare dagli stereotipi, e per questo promuovono conferenze in centri educativi. Si tratta di incontri in cui le volontarie raccontano la propria esperienza nel proprio settore, spiega María José Pérez Dorado, delegata del progetto in Andalusia. «L’idea è che spieghino alle ragazze perché hanno scelto quella professione, da chi sono state ispirate, quali problemi hanno incontrato sul loro percorso e come li hanno superati». E quando chiediamo su cosa verterà la conferenza, molte volontarie non sanno bene che cosa raccontare perché «non si sono mai chieste quale fosse la loro traiettoria, né hanno mai pensato a cosa hanno conseguito, ma, quando lo fanno, si sentono molto più forti. E alla fine alcune chiedono di ripetere l’esperienza in altre scuole».
«Noi donne abbiamo la tendenza a sottovalutarci», e questa iniziativa ha un impatto positivo sia per le ragazze che per le donne che vi prendono parte e, per di più, è «contagiosa». «Quando una volontaria tiene una conferenza, le sue colleghe ne traggono una grande motivazione e vogliono partecipare». L’obiettivo è proprio questo: che si possa contare su sempre più persone che si rechino in sempre più centri. Viene richiesta semplicemente «un’ora all’anno per le donne del futuro», sottolinea Bettina Pérez Dorao, che ricorda con affetto la storia di una delle volontarie, membro di Medici senza Frontiere, che nei suoi viaggi è venuta a conoscenza del caso di tre gemelli in cerca di genitori adottivi ma che sarebbero stati separati perché nessuno era disposto ad accoglierli tutti insieme. Questo le ha fatto prendere la decisione di lanciarsi nell’avventura della maternità e ancora oggi lavora in tutto il mondo, ma con tre bambini.
Non è un caso che tutte e tre abbiano gli stessi cognomi, siano sorelle e siano unite da questo progetto che portano avanti con tanto amore. «Nostra madre è stata la nostra fonte d’ispirazione, se siamo qui lo dobbiamo a lei». Per questo «ciò che viene detto tra le mura di casa è ciò che conta di più», perché è ciò che rimane impresso alle bambine.
Malaga ha accolto questo progetto nel novembre del 2017 e da allora le 46 volontarie dell’anno precedente (per l’anno che sta per iniziare la cifra raddoppierà) hanno visitato 20 scuole in tutta la provincia. Ieri (13 Settembre 2018, NdT), queste donne hanno ricevuto un omaggio da parte del team di Inspiring Girls durante una manifestazione con la partecipazione di Victoria Toro, direttrice di comunicazione della Asociación de Mujeres Investigadoras y Tecnólogas (Associazione di Donne Ricercatrici e Tecnologhe, NdT) che ha tenuto una conferenza sulla disuguaglianza di genere nella scienza e nella tecnologia. Inoltre, Marta ha moderato una tavola rotonda tra una bambina, la preside di una scuola e una volontaria. Le tre figure essenziali del progetto.
Il progetto Inspiring Girls sottolinea quanto sia importante che si iscrivano donne che hanno qualcosa da raccontare o la storia di un grande ostacolo superato alle spalle, così come quanto sia importante che anche le scuole lo facciano, in modo che le bambine possano avere uno specchio in cui guardarsi. «Tutto avviene tramite la nostra piattaforma online». E incoraggiano le imprese che lottano per le pari opportunità ad appoggiare e patrocinare i progetti che realizzano, che non sono pochi. Amministratrici d’impresa, conducenti di treni, giornaliste, tecnologhe, scienziate, pilote di aerei, soldatesse, pilote di rally, fra molte altre figure professionali, sono già state fonte d’ispirazione per centinaia di bambine nella lotta e nella distruzione dei ruoli prestabiliti, perché possano arrivare a essere ciò che desiderano o che si prefissano di essere.
Fonte
Magazine: Málaga Hoy
Articolo: Inspirar a las niñas para que apunten alto
Autrice: Isabel Ruiz
Data: 14 Settembre 2018
Traduzione a cura di: Elisa Sanguineti