di Maria Sara Cetraro
“Per abbattere il muro dell’indifferenza” recita il sottotitolo del libro “Addio ragazzo di luce”, pubblicato da Armando Editore nel marzo scorso. La volontà di combattere pregiudizi, etichette e stereotipi sul rapporto tra omosessualità e Chiesa cattolica pervade, infatti, questo volume, che rappresenta un riferimento importante per tutte le persone coinvolte nel dibattito provocato dal recente Sinodo per la famiglia.
Il libro, curato dal sacerdote olandese Pierre Valkering, presenta l’opera “rivoluzionaria” di Padre Jan Van Kilsdonk che, negli anni Novanta ad Amsterdam, prestò assistenza ad oltre duecento giovani omosessuali malati di AIDS. Dopo un’ampia e documentata introduzione, ricca di testimonianze dirette di quanti conobbero P. Van Kilsdonk, vengono riportate 31 omelie da lui pronunciate in occasione dei funerali di alcuni di questi ragazzi, contenenti riflessioni profonde su aspetti di vita quotidiana, sulla complessità dei sentimenti nel rapporto di coppia e nelle relazioni familiari, sulla sofferenza, la solitudine, la morte.
L’atteggiamento misericordioso che traspare da questi testi non scade mai nel pietismo o nella vuota retorica ma trae la sua forza dalla reale condivisione del dolore, dall’ascolto umile e paziente, dalla capacità di “sporcarsi le mani” di una persona che, nell’avvicinare questi giovani nei locali gay o nelle riunioni studentesche, non anteponeva il suo essere sacerdote al suo essere uomo, non pretendeva di parlare sempre di Dio e della fede, ma offriva disponibilità e amicizia senza aspettative. E proprio con questo modo di fare, Padre Van Kilsdonk guadagnò la stima e la fiducia di tante persone che inizialmente avevano rifiutato lui e l’istituzione che rappresentava.
Quella stessa istituzione, a distanza di 20 anni, ha riconosciuto il proprio sbaglio nell’aver ostacolato e isolato il sacerdote, prendendo atto di quanto, invece, la Chiesa abbia bisogno di testimoni di misericordia come lui. Questo cambiamento di rotta, nel caso specifico, è ravvisabile nella volontà espressa da Papa Francesco di conoscere personalmente Pierre Valkering e ricevere da lui stesso una copia del volume.
L’incontro è avvenuto lo scorso 22 giugno durante l’Udienza generale in Piazza San Pietro. Nel breve colloquio intercorso tra il padre olandese e il pontefice è emerso il desiderio di adoperare questo contributo come strumento di riflessione e confronto per il dibattito in corso nella Curia e nel mondo cattolico. Pochi giorni dopo l’Udienza, presso la Casa editrice Armando e le istituzioni che hanno supportato l’edizione italiana del volume (Eurispes e International Association of Social Quality – IASQ di Amsterdam), è stata accolta con grande entusiasmo la notizia che il Papa avesse già dato una prima lettura al libro, condividendone lo spirito e le asserzioni in materia teologica e pastorale.
L’interesse suscitato da “Addio ragazzo di luce” ha investito anche il mondo intellettuale e in particolare l’Università LUMSA di Roma, che ha ospitato un interessante convegno dedicato al libro. Nel pomeriggio del 22 giugno, sotto la guida della giornalista olandese Andrea Vreeda, si sono succeduti gli interventi dei Professori Francesco Bonini, Gennaro Iasevoli, Bruna Grasselli e Antonio Sabetta della LUMSA, del direttore della IASQ Laurent Van Der Maesen, del curatore del volume Pierre Valkering, del portavoce di “Cammini di Speranza” Andrea Rubera, della Direttrice editoriale della Armando – Prof.ssa Bianca Spadolini e della psicologa familiare Else-Marie Van den Eerenbeemt.
Tra i vari contributi, sono stati particolarmente toccanti quelli di Van Der Maesen e della Dott.ssa Van den Eerenbeembt: entrambi hanno conosciuto Padre Van Kilsdonk e hanno condiviso ricordi significativi, come la partecipazione del sacerdote al Gay-Pride tra i canali di Amsterdam e l’allestimento di un’imbarcazione per i familiari dei ragazzi omosessuali. Van der Maesen, poi, ha fatto riferimento allo stretto legame tra l’orientamento pastorale di Van Kilsdonk e le linee guida dei Fratelli della Devotio Moderna, che tanta importanza avevano rivestito durante il Medioevo, all’epoca del “Rinascimento cristiano” dei Paesi Bassi; alla base di questo approccio non vi era il rispetto pedissequo di una Legge superiore e disumanizzante ma la capacità di andare incontro ai bisogni reali delle persone, accogliendole e curando le loro ferite senza formulare mai condanne o giudizi morali.
Altro riferimento interessante è stato quello relativo alla definizione di omosessualità promossa da Van Kilsdonk, in linea con la natura “inclusiva” del messaggio evangelico: omosessualità, o più in generale omoaffettività, intesa come “invenzione di Dio”, manifestazione di una creatività sorprendente che mira a far sperimentare a ciascun individuo un Amore autentico, multiforme, totale.
Tra i tanti aspetti delineati dagli altri relatori, diverse tematiche avrebbero richiesto ulteriori approfondimenti: il rapporto tra misericordia e senso di colpa, la benedizione delle nozze gay, le azioni concrete della Chiesa per supportare le persone e le coppie omosessuali soprattutto nel caso in cui abbiamo o vogliano adottare figli, l’inclusione dei gruppi di omosessuali cattolici all’interno delle attività parrocchiali.
L’occasione di confronto offerta dal convegno, nella volontà degli stessi partecipanti, rappresenta certamente un punto di partenza che chiama in causa soprattutto i più giovani, affinché si innestino come linfa vitale in un dibattito che per troppo tempo si è arenato su erronee convinzioni secolari, idee distorte, pregiudizi distruttivi.
è molto positivo. Poi sicuramente l’amore totale si può provare che si sia etero, gay o bisex