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La Marcia delle donne indigene divulga un manifesto conclusivo al termine della protesta: “Il territorio è la nostra vita”
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La Marcia delle donne indigene divulga un manifesto conclusivo al termine della protesta: “Il territorio è la nostra vita”

NdT: 2500 attiviste indigene, provenienti da 130 gruppi etnici diversi, hanno protestato contro il continuo processo di deforestazione dell’Amazzonia, legittimato dall’attuale governo attraverso una serie di concessioni del territorio, come l’esplorazione di oro e altri minerali preziosi (misura di cui Bolsonaro è un sostenitore e che non è stata resa ancora del tutto legale). La foresta, per le attiviste, rappresenterebbe soprattutto il loro diritto di esistenza, un diritto costantemente violato: la Costituzione brasiliana infatti prevede diritti come quello di possesso al territorio indigeno. Bene organizzate all’interno delle proprie comunità attraverso l’empowerment femminista, le militanti hanno inoltre denunciato i continui casi di maschilismo e di razzismo subiti e hanno chiesto più visibilità anche a livello di rappresentanza politica.

Il documento è stato reso pubblico dopo la manifestazione, avvenuta a Brasilia in agosto; in evidenza all’interno del manifesto anche l’importanza della preservazione del sapere ancestrale.

Il manifesto intitolato “Territorio: il nostro corpo, il nostro spirito”,
mette in evidenza come la lotta per la terra indigena sia anche lotta per il diritto alla vita.

“Siamo interamente contrarie alla narrativa, ai propositi e ai progetti realizzati dall’attuale governo [per quanto riguarda i popoli indigeni, NdT], che pian piano rende esplicita la sua intenzione di voler sterminare la popolazione indigena, puntando sull’invasione ed esplorazione genocida dei nostri territori, mossi da interessi capitalistici. (…) Per noi, dunque, il nostro territorio non è un bene di consumo che può essere venduto, scambiato, esplorato: è la nostra propria vita, il nostro corpo, il nostro spirito”, dichiarano le donne nel manifesto.

Il documento enfatizza anche l’importanza della salvaguardia e della preservazione delle lingue autoctone, così come la libertà di esprimersi attraverso esse. “Noi donne abbiamo un ruolo significativo nella trasmissione dei nostri saperi ancestrali anche per via della trasmissione della lingua. (…) Il nostro dovere è rendere forte nonché valorizzare la conoscenza delle nostre tradizioni, la garanzia [della trasmissione, NdT] dei nostri saperi, origini e cultura, di conoscere e difendere i nostri diritti e di onorare la memoria di quelli che sono venuti prima di noi”, afferma il testo.

Il documento esprime, inoltre, la necessità di alleanze “con donne di tutti i settori della società in Brasile e nel mondo, in campagna e in città, dalla foresta alle acque, dal momento che [in quanto donne, NdT] anche il loro diritto di esistenza viene costantemente violato”.

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Alla fine del manifesto, sono elencati 14 punti considerati urgenti, tra cui la demarcazione dei territori indigeni e il diritto di possesso di essi [da parte della popolazione autoctone, NdT] ; il diritto senza restrizioni a un servizio sanitario adeguato; l’aumento della rappresentatività delle donne indigene negli spazi politici, dentro e fuori dalle tribù; il diritto a una sana alimentazione per tutti gli esseri umani; il diritto a un’appropriata istruzione per i bambini e i giovani indigeni e la necessità di una legislazione specifica che combatta la violenza sulle donne indigene.

Fonte
Magazine: Brasil de Fato
Articolo: Marcha das Mulheres Indígenas divulga documento final: “O território é nossa vida”
Autore: João Paulo Soares (editor)
Data: 15 agosto 2019
Traduzione a cura di: Bruna A. Paroni
Immagine di copertina: Brasil de Fato

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