Ray è una ragazza che qualche giorno fa ci ha scritto questa lettera ed ha poi manifestato il desiderio di ricevere il parere delle nostre psicologhe.
Apriamo quindi con lei la rubrica “La psicologa risponde”. (Se volete più informazioni, potete trovarle qui).
Cara Ray,
ci vuole molto coraggio e molta forza per raccontare un’esperienza che reca così tanta sofferenza, per condividerla e per cercare di darsi risposte che spesso ci perseguitano e, insieme ai ricordi, sembrano non abbandonarci mai.
Certe cose fanno male non soltanto quando le viviamo, ma anche quando continuano a tornare come una eco nel nostro quotidiano. E così i ricordi si accavallano, si intersecano e ci imbrogliano in una ragnatela senza fine.
Accanto a questa tremenda esperienza,così vivida nella tua memoria, come una luce appare il ricordo di una famiglia e di un papà che ti hanno protetta, un nido sicuro che ti ha difesa dal pericolo e che non ha taciuto per omertà.
Forse non troverai la risposta alla tua domanda “come si è svolta la loro discussione?”,ma hai il ricordo di una sorella minore che ha accolto la tua confidenza e ti ha aiutata, hai il ricordo di una mamma che ti ha creduta, pur essendo tu una bambina. Hai il ricordo di un padre che adoravi e che ti manca tanto, che per l’amore di una figlia ha allontanato da te quella fonte spaventosa di pericolo e sofferenze.
È vero, ne è passato di tempo, ma gli effetti del trauma faticano ad andare via, sbiadiscono con il tempo ma è anche importante riconoscerne gli effetti che tali ricordi traumatici hanno su di noi, per poterli elaborare, digerire e, se non dimenticarli, renderci liberi da essi.
La tua preziosa testimonianza parla di te come una lottatrice, una ragazza che ha voglia di affrontare la cosa e liberarsi da tanta sofferenza, un primo passo dal quale partire e sicuramente un aiuto per altre donne come te per riconoscersi nella tua esperienza e sentirsi più accolte nel loro dolore.
Molto spesso, come tu stessa ci raccontavi, queste esperienze difficilmente vengono accolte e “digerite” dalle persone a noi più care che alle volte faticano a credere che questi episodi possano essere realmente avvenuti. Ciò può accadere perché paura, dolore, sofferenza sono tali da agire come un freno. Tutto si blocca e la notizia viene insabbiata. In questi casi è possibile rivolgersi a delle associazioni presenti sul territorio che possono aiutare in modo molto professionale tutte quelle persone che non hanno potuto avere come te il sostegno della propria famiglia. Grazie al tuo racconto ci stai dando la testimonianza di quanto coraggio ci voglia a parlare di queste esperienze e stai e potrai essere sicuramente di aiuto a quelle persone che portano questa sofferenza nel cuore ed ancora non hanno avuto la possibilità di poterne parlare.
Continua a lavorare su di te con tutto il coraggio che serve per attraversare sentieri spesso dolorosi e spaventosi, con ancora quella luce che è ed è stata la tua famiglia.
Dott.ssa Laura Angelini
Dott.ssa Marta De Ponte
Dott.ssa Elisa Falotico