Ecco la risposta delle psicologhe alla lettera di Marta (che potete leggere qui).
Cara Marta,
Poche settimane fa, il 25 novembre, si è svolta la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, c’è ancora bisogno di dedicare una giornata, come vedi, a un diritto umano fondamentale, imprescindibile, e naturale poiché ancora oggi sono tante, troppe, le donne che come te sono vittime di violenza, fisica o psicologica che sia. La maggior parte delle violenze subite avviene proprio tra le mura domestiche. E la maggior parte delle violenze non viene denunciata purtroppo: per paura, timore, vergogna, sentimento di impotenza o di colpa e alle volte, per un tentativo estremo di difendere la persona che si ama.
Parli di un amore sbagliato e scrivi “la persona che credevo mi amasse”: hai ragione, l’amore è un sentimento che porta gioia e serenità, si basa sulla fiducia e sul rispetto reciproco, è un sentimento che fa crescere ed evolvere. Se questi aspetti non sono presenti probabilmente la parola amore non è quella giusta. Possiamo sostituirla con possesso, dipendenza, egoismo.
Se la persona che amiamo e che dice di amarci provoca in noi emozioni quali paura, rabbia, angoscia, non siamo noi a doverci sentire in colpa.
Come hai fatto e stai facendo tu con tanto coraggio e pazienza, possiamo piano piano renderci consapevoli di ciò che sta accadendo e del nostro valore di donna e di persona e possiamo cambiare la situazione.
Come diciamo spesso di fronte a storie di soprusi, il primo passo per riprendere in mano la propria vita e permettersi di essere di nuovo felice è proprio parlare di ciò che è accaduto. Raccontare, portare alla luce i fatti e le emozioni, far emergere il buio in cui si è vissuto aiuta, aiuta a divenire coscienti che nessuno può permettersi di non ascoltare un “no”, nessuno può essere padrone del nostro corpo se non noi stessi.
Non pensare a ciò che è accaduto fino ad ora, non pensare a ciò che è stato e a quello che avresti potuto fare. Ricomincia da qui. Non avere ripensamenti perché ognuno di noi ha diritto di essere libero e di trovare in questa libertà la felicità che merita.
E tu hai il diritto e il dovere verso te stessa di poterti fidare e innamorare ancora, di poterti permettere di rimetterti in gioco in una relazione che sia altra, diversa da quella che ti ha fatto così male. Sicuramente ci vuole tempo, e coraggio di trasformare il senso di colpa e di inadeguatezza in rabbia nei confronti di chi ti ha fatto male, emozione che ci tutela e ci protegge.
Non sappiamo quale sia la tua situazione attuale, se convivi ancora con questa persona, se lui si permette ancora di agire in un modo così malvagio e privo di rispetto, in ogni caso ricordati che cambiare si può! Si può tornare ad essere liberi e felici!