I diritti riproduttivi sono stati un argomento pressante di discussione in tutto il mondo negli ultimi giorni, dopo che una bozza della corte suprema degli Stati Uniti, scritta dal giudice Samuel Alito, è stata pubblicata. La bozza (indicata come “draft” che, in ambito costituzionale, si riferisce a uno o due step prima della vera e propria stesura della sentenza, NdT) trattava il caso Dobbs contro Jackson Women’s Health Organization. Se approvata dalla Corte, questa sentenza annullerebbe il caso storico del 1973 di Roe contro Wade. Il caso Roe ha istituito il diritto costituzionale all’aborto negli Stati Uniti ai sensi della clausola del giusto processo del 14° emendamento, che fa riferimento al diritto alla privacy di una donna.
Ribaltare la senteza Roe significherebbe che la promulgazione dell’aborto, non più considerato un diritto costituzionale, dipenderebbe nuovamente dai singoli Stati degli Stati Uniti. Finora, 12 Stati hanno le cosiddette “leggi trigger”, che criminalizzerebbero o vieterebbero immediatamente l’aborto in caso di caduta della sentenza Roe contro Wade (si chiamano così le leggi che non possono essere applicate, a meno che qualche altra legge che le blocca non cambi o venga eliminata – e da quel momento possono “scattare” ed essere messe all’attivo automaticamente, NdT). Ciò sarebbe chiaramente disastroso per i diritti delle donne e delle persone incinte negli Stati Uniti, molte delle quali perderebbero completamente l’accesso ai servizi sanitari per l’aborto.
La potenziale perdita della protezione costituzionale per il diritto all’aborto che questa sentenza conferisce evidenzia la necessità di avere un inquadramento dei diritti e della giustizia riproduttivi. La giustizia riproduttiva riguarda la creazione di una società in cui, per i principi di equità e inclusione, ogni donna ha il diritto di esercitare il controllo sul proprio corpo. È un concetto sviluppato dalle femministe nere americane negli anni Novanta. La giustizia riproduttiva va oltre il semplice “diritto di scelta” sostenuto in un caso come Roe, e pone domande intersezionali più ampie della società.
Il quadro globale
Usare framework legali di giustizia riproduttiva è diventato un segno distintivo dei recenti movimenti per legalizzare l’aborto in Irlanda, Regno Unito e paesi dell’America Latina come Argentina e Messico. In Irlanda, la campagna “Repeal the 8th” includeva anche appelli per la fornitura di metodi di contraccezione gratuiti, e per promuovere una completa educazione sessuale nelle scuole statali. L’Irlanda ha votato per rimuovere il divieto di aborto dalla sua costituzione nel 2018.
Nel Regno Unito, attivistə nordirlandesi, compresə quellə di Alliance for Choice (un’associazione che si impegna per il diritto all’aborto e all’autodeterminazione delle donne, uomini trans e persone non binary, NdT), hanno sottolineato la necessità di un aborto “libero, sicuro, legale e locale”, inclusa la telemedicina per i membri della comunità che non possono altrimenti accedere all’aborto, in particolare durante la pandemia COVID-19.
In Argentina, “¡Aborto legal ya!”(“Aborto legale ora”, NdT) ha preso la forma di una “marea verde” o “onda verde” di attiviste femministe che sono scese in piazza per protestare a favore della legalizzazione dell’aborto. Uno dei tratti distintivi della campagna è stata la consapevolezza del divario socioeconomico nel Paese.
Sebbene prima della nuova legge accedessero all’aborto illegale persone di ogni estrazione sociale, le persone che vivevano in povertà avevano molte più probabilità di morirne.
Insieme e unitə
La giustizia riproduttiva richiede quindi un approccio intersezionale, che veda la società come una comunità in cui i fattori demografici si traducono in una particolare cura e attenzione a determinate componenti della stessa. Negli Stati Uniti, è chiaro che le persone nere, queer, immigrate prive di documenti, disabili e coloro che vivono in povertà saranno le prime che soffriranno maggiormente per il rovesciamento della sentenza Roe. Le donne e le persone incinte provenienti da contesti socioeconomici più poveri, comprese molte delle comunità emarginate citate prima, saranno impossibilitate a trovare i mezzi per recarsi in uno Stato in cui l’aborto rimane legale.
La sentenza Roe è stata emanata tenendo conto del diritto alla privacy di ogni individuo. Ma la divulgazione prematura della bozza Alito/Dobbs ha dimostrato che i diritti sono labili, facilmente rimovibili. L’inquadramento dei diritti riproduttivi è forte quanto la legge sotto cui viene redatta. I fondamenti costituzionali di Roe sono stati criticati da molti – tra cui la ex giudice della Corte Suprema, Ruth Bader Ginsburg – in quanto non sufficientemente radicati nei principi di libertà e uguaglianza.
Questa debolezza costituzionale è ciò che ha permesso al giudice Alito di scrivere la sua interpretazione sulla sentenza, ribaltandola, utilizzando una visione originalista del testo costituzionale che vede il diritto all’aborto – come avrebbe scritto Alito nella stesura che è stata divulgata – come non “profondamente radicato nella storia e nella tradizione di questa nazione”. Quello che gli Stati Uniti vedranno ora, e dove il momento in cui un quadro giudiziario si rivelerà più forte, sarà una cultura di collaborazione che nascerà per aggirare o sfidare i divieti di aborto negli Stati in cui la legislatura sceglierà di rendere illegali le procedure. Queste reti di supporto informale sono già state viste in paesi come Polonia, Malta e Gibilterra, dove Abortion Support Network (“Rete di supporto per l’aborto”, NdT) mira a finanziare procedure e viaggi per donne e persone incinte che non possono permettersi di lasciare la loro giurisdizione per accedere alle cure per l’aborto.
Altre iniziative, come Women on Waves (donne sull’onda NdT), rendono l’aborto possibile in acque internazionali, vicino a Paesi dove invece è illegale. Negli Stati Uniti, il National Network of Abortion Funds (La rete nazionale per i fondi per l’aborto, NdT) attrarrà certamente un solido supporto pubblico.
La possibilità che la sentenza Roe venga ribaltata indica che giorni bui si presenteranno davanti a donne e persone incinte negli Stati Uniti. Tuttvia i movimenti internazionali per il diritto all’aborto e per la promozione della giustizia riproduttiva sono la prova che le persone sono più forti quando agiscono insieme.
Fonte
Magazine: The Conversation US
Articolo: Roe v Wade to be overturned? What this would mean for reproductive rights around the world
Scritto da: Sandra Duffy
Data: 6 maggio 2022
Traduzione a cura di: Caterina Fantacci
Immagine di copertina: Gayatri Malhotra