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La sessualità ai tempi del Covid, una storia raccontata male
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La sessualità ai tempi del Covid, una storia raccontata male

Articolo di Marvi Santamaria

Una sfera personale e sociale fortemente impattata dalla pandemia di Coronavirus è stata sicuramente quella delle relazioni, e nello specifico la sfera sessuale. Questo ha riguardato in particolar modo i rapporti sessuali al di fuori dei “congiunti“, ovvero dei partner stabili.

L’epidemia di Covid-19 ha fatto emergere parecchie lacune strutturali dei vari Paesi e in Italia sono state evidentissime: dallo smartworking alla didattica a distanza al digital divide, lo Stato italiano è “rimasto indietro” su diversi fronti.

La sessualità non fa eccezione: le misure di contenimento varate nei vari DPCM (da quello ormai famoso del lockdown, che ha dato vita alla polemica degli “affetti stabili”, ai seguenti) hanno funzionato come cartine tornasole di una certa mentalità e stereotipi culturali di cui la società italiana è ancora permeata; come ad esempio l’idea che l’unica affettività e contatto fisico contemplati e validati socialmente siano quelli suggellati da una relazione romantica, esclusiva e duratura.

Solo con il DPCM riguardante il periodo natalizio si è visto un tentativo di fornire maggiore attenzione ai tipi di relazione non inclusi nei decreti precedenti, dando la possibilità di andare a trovare durante le festività persone non conviventi come altri parenti (vedasi i nonni e le nonne), amic* o partner (a patto, ovviamente, di rispettare le regole di sicurezza previste per gli spostamenti e quelle generali anti-Covid).

Da un lato abbiamo quindi necessità affettive e relazioni da tenere in considerazione e non sminuire, dall’altro sappiamo che non si possono ritenere i rapporti occasionali come sicuri in questo momento. Come ha affermato la Società Italiana di Contraccezione (SIC), “il partner più sicuro è qualcuno con cui si vive o si è convissuto prima dell’isolamento” ed “è bene comunque evitare rapporti occasionali non protetti”.

È vero insomma che è difficile fornire delle indicazioni in tema di sessualità e affettività che siano al contempo rispettose delle norme anti-Covid e realistiche, ma non è impossibile. Invece in merito alla sessualità al di fuori della “coppia stabile” il Governo è sembrato brancolare nel buio, non fornendo indicazioni puntuali.

Questa difficoltà nell’approcciare l’argomento si è tradotta anche in un servizio all’interno del programma di Rai 2 “Generazione Giovani” del 17 ottobre scorso, i cui contenuti e modalità sono diventati virali poiché risuonati poco appropriati, soprattutto per un pubblico giovane (basti un esempio: a un certo punto il conduttore Milo Infante chiede alle persone giovani in studio chi di loro navighi “nel peccato”, ovvero abbia rapporti sessuali).

Qui l’estratto delle linee-guida fornite, che hanno suscitato particolare ilarità e perplessità. I contenuti delle indicazioni date in Rai erano stati estrapolati da un’intervista alla sessuologa e psicoterapeuta Roberta Rossi su Repubblica, più lunga e approfondita, che forse avrebbe meritato maggiore comprensione e contestualizzazione.

In merito a questo episodio hanno dato il proprio parere un’esperta e un esperto in ambito medico e che fanno un lavoro di divulgazione su Instagram: la dottoressa Lucrezia Marino (psicologa, psicoterapeuta ed esperta in sessuologia) e il dottor Nicola Macchione (urologo e andrologo presso l’Ospedale San Paolo di Milano), pubblicando sui loro profili delle riflessioni. Ho rivolto loro alcune domande per discutere la questione.

“Mi sembra che ci sia stata una collusione”, spiega la dottoressa Marino commentando la puntata del programma Rai. “In psicologia, rispondere in modo collusivo vuol dire ‘stare al gioco’, cioè non mettere in discussione ciò che viene chiesto. E quindi, attraverso la risposta data, validare la domanda. Invece a mio parere andava fatta un’analisi della domanda e assumere che i veri destinatari sarebbero stati le ragazze e i ragazzi, che avrebbero dovuto trarre informazioni utili”.

“La risposta data invece ha prodotto l’effetto opposto”, prosegue la psicologa. “Chi ha letto quelle indicazioni ha pensato che fossero uno scherzo, troppo assurde e impraticabili. In sostanza non è stata data nessuna informazione realistica ma sono state appiccicate delle regole generali a una situazione particolare“. Per approfondire, qui una riflessione della dottoressa Lucrezia Marino in materia di sesso e coronavirus.

“Il vero problema di quella famosa ‘slide blu’ era la sterilità con cui comunicava le indicazioni“, commenta il dottor Macchione. “Una schermata blu, piatta, con frasi lunghe e per nulla accattivanti, cose che dimenticheresti in pochi minuiti. Nella peggiore delle ipotesi, che non leggeresti nemmeno”.

Il dottore su Instagram divulga concetti e problematiche legate alla sessualità maschile con un linguaggio fresco e diretto, adatto al mezzo che utilizza. “Io tutti i giorni cerco di implementare la comunicazione di concetti medici complicati, per renderli semplici e fruibili. Freschi, colorati, facili da ricordare, cercando di cambiare anche il mio linguaggio – tutto ciò, al contrario di quanto si possa pensare, non svilisce di significato il messaggio che si vuole veicolare, ma anzi lo arricchisce, dando una marcia in più!”, precisa. “Può renderlo ‘social’, ‘postabile’ e quindi condivisibile”.

Con questo intento, Macchione ha creato una guida al sesso sicuro in tempo di Covid, illustrata da Antonio Colomboni, coloratissima e diretta come nei suoi intenti, come risposta a quella famigerata slide blu della Rai. “L’idea è nata per colmare le lacune comunicative emerse durante il programma Rai in oggetto”, mi racconta l’urologo e andrologo. “In pratica, dovevamo trovare una soluzione per comunicare ai più giovani, ma anche adulti, poche efficaci e sane regole per proteggersi dal Covid senza rinunciare al piacere del sesso”.

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Dello stesso avviso, circa la necessità di adattare le modalità di comunicazione al pubblico destinatario, è la dottoressa Marino. Che infatti segue questo principio per la gestione del suo profilo Instagram: “A mio parere, la comunicazione va fatta tenendo conto dei modi e dei contenuti”, spiega. “Se i nostri destinatari sono i giovani, dobbiamo adeguare il nostro linguaggio al loro. In secondo luogo, bisogna tenere in mente il macro-obiettivo, e cioè quello di avvicinare i ragazzi all’educazione sessuale, facendogli percepire che chi se ne occupa è dalla loro parte”.

Ho chiesto alla dottoressa Marino e al dottor Macchione quali potessero essere, quindi, dei consigli più realistici in materia di sessualità per affrontare questo periodo.

Apertura e consenso sono sempre il leitmotiv per una sessualità volta alla ricerca del piacere”, risponde la dottoressa Marino. “E quindi perché non approfittare di una buona conoscenza del proprio corpo attraverso la masturbazione? Inoltre, è una pratica altamente eccitante anche se fatta in compagnia, senza toccarsi a vicenda (oltre ad essere particolarmente istruttiva, il che non fa mai male!). Il sexting poi, in tutte le sue declinazioni: non solo messaggi, ma foto, video, messaggi vocali, telefonate…questo può dare spazio alla nostra fantasia”.

Anche il dottor Macchione consiglia di puntare sulla fantasia: “Conciliare rispetto delle regole e relazioni sessuali in effetti non è semplice. Per fortuna la sessualità ha sfaccettature numerose che possono condurre a nuove e inaspettate forme di piacere. Utile tirar fuori un guizzo di creatività!”.

Ultima necessaria precisazione: avere desiderio sessuale non è certo un obbligo o una caratteristica comune a tutt*; ma, anche se questo non fosse il caso, non è strano riscontrare un calo della libido in questo periodo così difficile.

“Sicuramente questa pandemia sta avendo un effetto deleterio su relazioni, rapporti sessuali e desiderio sessuale”, spiega il dottor Macchione. “Gli unici due studi ad oggi pubblicati, uno cinese e l’altro anglosassone, documentano nelle popolazioni in esame una riduzione drastica della libido e del numero di rapporti sessuali anche nelle coppie stabili. In una ricerca che ho condotto via Instagram tramite il mio canale, che ha coinvolto un campione di popolazione molto ampio, ho scoperto che tali dati sono riscontrabili con percentuali ben più alte anche tra la popolazione italiana”.

“Questo periodo ci sta facendo scoprire nuovi modi di stare in relazione, anche rispetto alla modalità con cui ci si incontra. Le regole non possono più essere implicite ma vanno costruite insieme”, raccomanda la dottoressa Marino. “A seconda dei temperamenti e inclinazioni, chi più ansioso, chi più impavido, si sceglierà di calare e declinare nella propria realtà la regola generale dell’evitare contatti fisici“.

Con immagine di: Dainis Graveris su Unsplash.
View Comment (1)
  • il desiderio sessuale riguarda la grande maggioranza degli esseri umani e io spero che si continuerà a fare sesso senza mascherina coi baci dentro o fuori da relazioni monogame romantiche col consenso certamente. e spero che il desiderio sessuale possa tornare a crescere. meno male che c’è il vaccino

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