Francesca ha sedici anni e il cuore le batte fortissimo. Ha appena ricevuto un ‘Ciao’ su Facebook da una persona sconosciuta ma che, sebbene lei non lo sappia ancora, nel giro di breve tempo stravolgerà la sua vita.
Il cuore di Francesca batte forte nella sua accogliente casa a Bassano del Grappa, dove vive con una sorella più grande, Beatrice, e due amorevoli genitori che le hanno insegnato i grandi valori del rispetto verso gli altri e della tolleranza. Francesca ha anche una nonna che, fino a quel momento, l’ha sempre amata incondizionatamente.
Quel ‘Ciao’, apparentemente laconico e freddo lo ha ricevuto da Giulia, una studentessa barese estroversa, simpatica e lesbica.
La storia d’amore fra queste due adolescenti è la protagonista assoluta de L’altra Parte di Me, un libro (non solo) per young adult scritto da Cristina Obber ed edito da Piemme.
La storia che riempie le pagine di questo libro è di per sé semplice, esattamente come tale dovrebbe essere l’amore fra due adolescenti che stanno affacciandosi al mondo adulto per la prima volta nella loro vita. Paradossalmente, sono proprio la semplicità e la purezza di quest’amore a complicare la storia.
Sebbene il sentimento che le lega sia puro e spensierato, altrettanto sereni non sono i pareri dei genitori di Francesca, che da tolleranti e assidui sostenitori dei diritti LGBT, si trasformano subito in adulti subdolamente omofobi, le cui porte di casa saranno aperte a fatica per far entrare quella ragazza che con un solo messaggino è riuscita rendere la loro figlia così felice.
Anche le amiche di Francesca, eccezion fatta per una, faticano a capire perché l’amica abbia deciso di innamorarsi di una ragazza, come se si potesse decidere di quale persona innamorarsi.
L’amore di Francesca e Giulia cresce piano, nutrendosi di aspettative, desideri e chiamate via Skype, cercando disperatamente il sapore di un abbraccio che arriverà solo qualche mese dopo quel ‘Ciao’ scritto quasi spensieratamente su Facebook. Il loro primo incontro, in stazione, riporterà chiunque lo leggerà al ricordo del primo battito di cuore adolescenziale, quello che porta a dire frasi senza senso che poi sono anche una delle espressioni più candide d’amore.
<< Bellissimi i tuoi capelli>> mormora Francesca.
<<Li devo spuntare>> dice Giulia portandoli in avanti e prendendone tra le dita una ciocca.
<< In video non si vede che sono così lucidi>> dice Francesca.
Poi aggiunge << Andiamo>> indicando l’uscita.
<< Sei alta!>> dice Giulia.
Francesca annuisce e dice un <<Infatti>> che non ha senso.
A quell’ ‘infatti’ senza senso seguiranno tantissimi altri incontri, fatti di baci, vacanze insieme, risate e anche pianti e arrabbiature, troppo spesso dovute alle quattro mura che contengono il loro amore piuttosto che a vere e proprie incomprensioni personali fra le due ragazze, svelando a noi un ecosistema malsano di comportamenti fintamente tolleranti propri della nostra società quotidiana.
Perché non mi guardi negli occhi, papà, perché non lo fai più?
La bellezza di questo libro risiede infatti nella dicotomia fra la spensieratezza di questo amore vs la visione negativa che di esso ha la società nella quale vivono loro malgrado le due ragazze, che cerca sempre di ostacolarle e di farle sentire sbagliate.
Ed è proprio per questo che L’altra Parte di Me dovrebbe essere letto dagli adulti, specialmente se genitori e\o ex adolescenti che non sono riusciti né a vivere appieno un amore, né a immedesimarsi totalmente in un libro che lo potesse raccontare serenamente (a.k.a senza poiana).
Così come il tollerante papà di Francesca non riesce più a guardare negli occhi quella figlia che tanto ama solo perché lesbica, chiunque potrebbe ritrovarsi nella stessa situazione, scoprendo lati che credeva non potessero appartenere al proprio io. Allo stesso modo, tutta quella frangia di adulti che sono cresciuti privi di una letteratura di rappresentanza possono finalmente immedesimarsi in due personaggi che, con tutta la semplicità del mondo e la forza propria solo di chi si ama, sconfiggono qualsiasi pregiudizio attraversando mezza Italia per ritrovarsi, stare insieme e vivere.
L’importanza della letteratura è anche proprio questa: narrare storie nelle quali ci si può ritrovare, da usare magari anche per raccogliere un po’ di quella speranza e coraggio necessari a dormire sereni quando, dopo una lunga giornata passata a sentirsi sbagliati, si vuole avere la conferma che di sbagliato, in noi, non ci sia davvero nulla.
L’Altra Parte di Me è quel libro leggero e spensierato che un po’ mancava nella letteratura LGBTQIA italiana, al quale tantissime adolescenti, presenti e passate, possono fare riferimento quando sentono la necessità di rispolverare ricordi felici e mai perduti, spesso però oscurati dalla mancanza di una penna che li potesse narrare per quello che sono e non per come vengono (distortamente) visti.