In un avvincente saggio intitolato “Fuori dal branco”, il giornalista Thomas Messias analizza il funzionamento delle amicizie maschili e spiega come esse contribuiscano ad alimentare il patriarcato e il sessismo.
“Il patriarcato alimenta le amicizie maschili, che alimentano il patriarcato”. Questa è una delle tesi sostenute dal giornalista, autore e insegnante Thomas Messias in un avvincente saggio intitolato “À l’écart de la meute. Sortir de l’amitié masculine” (Fuori dal branco. Uscire dall’amicizia maschile), pubblicato da Marabout il 15 settembre. In questo libro, l’autore trentenne propone di “esplorare una volta per tutte le relazioni di amicizia che [gli uomini] hanno con i loro pari” e di “sabotarle per ricostruirle su una base molto più sana”. Attingendo alla sua esperienza personale ma anche a molte opere di narrativa, Thomas Messias mostra come la fraternità maschile, molto spesso celebrata, perpetui i meccanismi di dominazione e alimenti una mascolinità tossica. L’autore propone soluzioni per uscire da questi schemi deleteri e muoversi verso amicizie più inclusive.
Cosa ti ha spinto a scrivere un libro sull’amicizia maschile?
Prima di tutto, ci sono le mie esperienze personali, i fallimenti in amicizia in cui mi sono trovato, perciò mi sono detto che c’erano dinamiche che si ripetevano. Non mi sentivo realizzato, avevo la sensazione di essere obbligato a ricoprire un ruolo, che in generale era abbastanza deplorevole, mentre aspiravo a sentirmi libero, a sentirmi me stesso, cosa che non accadeva mai in questi gruppi di amici. In secondo luogo, essendo un grande appassionato di cinema, soprattutto di commedie, mi sono reso conto che molto spesso le amicizie maschili sono state glorificate nei film, da “Il Cuore degli Uomini” ai film di Judd Apatow. Mi sembrava che ci fosse una sorta di disonestà nel fatto che venivano trasmessi solo valori positivi, mentre se si guarda un po’ più da vicino, si vede che la realtà dei gruppi di amicizia maschili non è così idilliaca come sembra.
Perché hai usato la parola “branco” nel titolo del libro?
Un gruppo di uomini che cammina nello spazio pubblico si comporta spesso come fa un predatore, e ciò ha forti conseguenze sul modo in cui le donne e le minoranze si muoveranno nello spazio pubblico. Gli uomini si comportano come se fossero i re della strada, e per parte del loro tempo è come se fossero a caccia. E poi, come nei branchi di lupi, i gruppi di amici maschi hanno un funzionamento abbastanza gerarchico, con i leader che guidano il branco.
In che modo il gruppo di amici maschi agisce come “rivelatore del lato oscuro”?
Quando sei un ragazzo giovane, pensi che se non entrerai a far parte del gruppo di amici maschi sarai isolato. Quindi, se vuoi degli amici, hai bisogno di amici maschi. Una volta che si interiorizza questo concetto, si farà di tutto per entrare a far parte di questo tipo di gruppi. Al suo interno, la solidarietà si rafforza attraverso la stigmatizzazione delle altre persone, soprattutto le ragazze, denigrandole o sessualizzandole continuamente. Anche se un ragazzo non ha tendenza a comportarsi così all’inizio, sarà propenso a cambiare perché ciò lo fa sentire parte del gruppo, e potrebbe anche diventare più popolare e “salire di grado”. Da adolescente ho detto cose orribili, e dentro di me sapevo che era sbagliato, ma veniva accolto così positivamente dal gruppo che pensavo di aver fatto la cosa giusta, che era quello che ci si aspettava da me.
Nel tuo libro fai spesso riferimento alla narrativa per spiegare come gli stessi stereotipi continuino a essere trasmessi. Perché pensi che questo sia importante?
Ovviamente passiamo molto tempo davanti agli schermi a guardare serie e film che sono basati sulle norme del patriarcato e sarebbe sbagliato pensare che questo non abbia un’influenza su di noi. Per esempio, quando ero più giovane volevo somigliare ai personaggi di “Il Cuore degli Uomini”, pensavo che il loro cameratismo fosse molto figo. Ti fa venire voglia di comportarti allo stesso modo, anche negli aspetti più negativi.
Cosa possono fare gli uomini per cambiare le cose?
Sarebbe necessario che gli uomini fossero in grado di parlare all’interno del loro gruppo per discutere di ciò che è sbagliato, e dire che non possiamo più permetterci di essere così maleducati, volgari o sessisti, e chiedere a tutti “possiamo cominciare a cambiare?”. Questo sarebbe l’ideale, ma spesso quelli che vorrebbero parlare sono i più introversi, quelli che non vengono ascoltati. In alternativa, si potrebbe anche optare per un rapporto individuale di amicizia: essere in due e parlare sinceramente, confidando i propri dubbi e le proprie paure, è più facile che in un gruppo. E si potrebbe anche consigliare agli uomini di cercare di guardare al di là della propria categoria e di fare del loro meglio per circondarsi di persone che sono diverse da loro, senza praticare il tokenism ovviamente, perché rimanere tra ragazzi bianchi etero è piuttosto triste!
Fonte
Magazine: Cheek – Les Inrocks
Articolo: L’amitié masculine, terreau du sexisme et du patriarcat?
Scritto da: Julia Tissier
Data: 27 settembre 2021
Traduzione a cura di: Charlotte Puget
Immagine di copertina: Austin Distel
Immagine in anteprima: Marabout