Articolo di Marta Guerci
Roma. Cerco di scrivere questo articolo da qualche giorno. È un po’ che ci penso e cerco di capire da che parte iniziare, su cosa puntare e dove arrivare. È la prima volta che mi chiedono di scrivere e parlare di me al di fuori di contesti commerciali. È una cosa completamente nuova e una risorsa che non ho e che probabilmente non avrò neanche alla fine di questo testo. Non è però la prima volta che mi trovo ad affrontare una “sfida” senza avere alle spalle l’esperienza necessaria. Da quando ho creato Le Scarpe di Marta mi accade sempre più spesso di dover fronteggiare ostacoli senza avere la minima idea di come fare. Quando decidi di metterti in gioco e di creare un tuo progetto succede sempre di essere sola contro un foglio bianco.
Mi presento: mi chiamo Marta Guerci e ho 33 anni. All’inizio del 2017 ho creato, insieme al mio compagno Tommaso, Le Scarpe di Marta, un progetto di scarpe 100% Made in Italy divertenti, colorate e super comode.
L’idea è nata un po’ per caso, ma per mettere a punto i concetti base c’è voluto tanto studio e molto impegno.
Alla fine del liceo, sapevo di voler fare qualcosa in ambito sanitario e scelsi podologia. L’idea del piede mi ha sempre affascinato (nonostante mia madre dica che mi abbia sempre fatto schifo). I piedi sono una delle parti del corpo più sottovalutate e maltrattate, eppure ci sostengono, ci portano in giro, aiutano la circolazione… Insomma, mi sembrava che ce ne fossero di cose da studiare!
Mi sono dovuta ricredere. La cosa non mi appassionava più di tanto e per cercare di rimanere nell’ambito “piedi” mi sono lanciata sulle scarpe. Inizialmente mi affascinava la parte manuale, l’artigianalità vera e propria. Per imparare tutti i trucchetti e le tecniche sono stata per quasi 2 anni in bottega da due veri mastri artigiani d’altri tempi.
Qualche anno fa io e Tommaso ci siamo trovati a vivere vicino Polignano a Mare, perché lui lavorava da poco a Monopoli come ingegnere. Già da qualche anno ero nel settore scarpe e l’aria di mare mi ha fatto venire voglia di realizzare dei sandali tipo capresi, ma con uno stile un po’ più minimal. Così, un po’ per gioco, abbiamo provato a proporli a qualche negozio e – sembrerà assurdo – ma mi hanno presa sul serio.
Da quel momento ho capito che la passione poteva diventare un lavoro vero.
Prima di buttarmi definitivamente in questo nuovo progetto, ho fatto un corso di specializzazione in Emilia Romagna al Cercal (Centro Ricerca e Scuola internazionale calzaturiera) e poi ho lavorato per un paio di grosse aziende di scarpe nelle Marche. Il sogno di creare una mia linea però era sempre lì. Tommaso in tutto questo mi ha seguita: ha fatto anche lui un corso professionalizzante al Cercal ed esperienze in aziende calzaturiere.
Fare scarpe, però, è veramente un lavoro difficile perché per realizzare un singolo paio di calzature occorre mettere d’accordo almeno una decina di fornitori e, se sei donna, non è assolutamente semplice farsi ascoltare. Il mondo calzaturiero, anche se da fuori si potrebbe pensare il contrario, è dominato dagli uomini e io venivo vista proprio come una ragazzina. A volte però bisogna mantenere la barra dritta e andare per la propria strada, e così ho fatto io.
La mia linea di calzature, Le Scarpe di Marta, mi rispecchia in tutto: è semplice ma non banale, colorata e soprattutto comoda. Credo infatti che le scarpe debbano poter essere indossate dalla mattina alla sera senza problemi e sono convinta che non occorrano 10 centimetri sotto il tallone per essere sexy (dal mio metro e cinquantotto parlo con cognizione di causa!).
Ormai sono quasi due anni che porto avanti il mio progetto insieme al mio compagno, che ha scelto di seguire le mie passioni e… che ha preteso una linea da uomo (che mantiene il mio nome e il mio stile). Oggi come oggi, l’artigianato non è più il mio mestiere. Il mio ruolo è quello di donna imprenditrice, una sfida non da poco. Passo molto più tempo a gestire i fornitori e i clienti, la burocrazia e i pagamenti. Ho rinunciato alla manualità, ma vi assicuro che adesso quando parlo con i miei interlocutori finalmente vengo presa sul serio.
Da poco poi è iniziata una nuova sfida. Da donna imprenditrice sono diventata mamma imprenditrice e non vedo l’ora di sconfiggere anche questo foglio bianco!
Dove vengono costruite?