Nel suo primo discorso sullo stato dell’Unione come Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen ha condannato l’odio e ha promesso di costruire “un’unione di uguaglianza”.
Mentre le istituzioni europee sono state in prima linea nella lotta ai crimini ispirati dall’odio e alla discriminazione all’interno e all’esterno dell’UE, gli Stati membri, compresa la Polonia, sono stati più lenti nelle loro risposte al razzismo, all’omofobia e alla misoginia. I piani di Von der Leyen significano che i Governi disobbedienti dovranno arrendersi o reagire. E quella tensione potrebbe finire per peggiorare la situazione.
In un discorso conflittuale, von der Leyen ha puntato in particolare al Governo polacco, che ha permesso a decine di città di dichiararsi “libere dall’ideologia LGBT”. Ha bollato queste “zone libere da LGBT” come “zone libere dall’umanità” e ha affermato che non hanno posto nell’UE.
E alla luce delle proteste del movimento Black Lives Matter sulla scia dell’omicidio di George Floyd negli Stati Uniti, nonché delle preoccupazioni per l’antisemitismo in Europa, la leader della Commissione ha affermato che “l’odio è odio e nessuno dovrebbe sopportarlo”. Ha promesso che “combattere il razzismo non sarà mai facoltativo” nell’UE.
Nel tentativo di creare “un’unione di uguaglianza”, von der Leyen ha annunciato la nomina del primo coordinatore contro il razzismo della Commissione. Verranno inoltre messi a disposizione fondi per combattere la discriminazione in settori quali l’istruzione, l’occupazione, il diritto all’alloggio e l’assistenza sanitaria.
La Commissione cercherà di proteggere i diritti delle famiglie dello stesso sesso nelle nazioni dell’UE e di aggiungere tutte le forme di reati ispirati dall’odio all’elenco dei crimini a livello dell’Unione, che attualmente includono crimini di matrice razzista e religiosa e incitamento all’odio.
I piani si integreranno agli sforzi già esistenti dell’UE per contrastare i crimini ispirati dall’odio, l’incitamento all’odio e la disparità di trattamento. Ciò include leggi contro la discriminazione, nonché provvedimenti come ricerca, monitoraggio, formazione e campagne.
Nonostante il suo desiderio di apparire intransigente su questi temi, le promesse di von der Leyen hanno vasta portata, sono vaghe, e difficili da attuare. Anche le misure esistenti non vengono applicate in modo coerente e molti Stati membri non riescono a seguire le politiche di uguaglianza dell’UE. È probabile che alcuni Governi particolarmente problematici si oppongano alle sue idee.
Risultati Irregolari
Pochi Governi nell’UE pubblicano statistiche significative sui crimini di odio rilevati, ma molti si distinguono per prestazioni scadenti. L’Irlanda è stata criticata per non aver promulgato leggi specifiche per perseguire la violenza motivata da pregiudizi. Ma sembra che almeno i parlamentari si stiano muovendo per forzare il cambiamento adottando leggi sui crimini ispirati dall’odio. Lo stesso non si può dire della Polonia e di alcuni altri Paesi all’estremità orientale del blocco UE, che sembrano muoversi nella direzione opposta.
In Polonia, le manifestazioni del Pride sono state lasciate senza protezione e attaccate dall’estrema destra. Nel frattempo, la Romania e l’Ungheria hanno vietato gli studi di genere. Quest’ultima ha anche posto fine al riconoscimento legale del cambiamento di genere per le persone trans e intersessuali.
I tentativi di far rispettare le leggi sui reati di odio da Bruxelles innescheranno conflitti con i Paesi preoccupati di perdere la sovranità, compresi questi tre menzionati. I politici di destra accusano già la Commissione di aver abusato del suo potere. Dicono che nel promuovere questioni di uguaglianza, agisce al di fuori dei trattati dell’UE perché ha solo poteri limitati quando si tratta di diritto penale e di famiglia.
Bruxelles è da tempo in difficoltà nelle sue relazioni con la Polonia e l’Ungheria. L’UE si è trovata bloccata nelle discussioni su cosa fare riguardo alla tendenza sempre più autoritaria dei Governi in questi due Stati membri, senza approdare a nessuna soluzione. Le minacce di rimuovere i fondi dell’UE a meno che non rispettino gli standard dello Stato di diritto hanno avuto scarso impatto.
La Commissione, ad esempio, ha chiesto a cinque autorità regionali in Polonia di indagare se i fondi dell’UE avrebbero potuto essere spesi in aree che non sono all’altezza dei valori dell’UE, come indicato nei trattati che ogni Governo degli Stati membri ha firmato. Subito dopo, la Commissione ha respinto le richieste di gemellaggio tra città di sei comuni polacchi che hanno adottato dichiarazioni anti-LGBT.
Ma lungi dal seguire le indicazioni, il Ministro della Giustizia polacco Zbigniew Ziobro ha risposto accusando l’UE di “discriminare i cittadini polacchi”. Il Governo è successivamente intervenuto per sostituire i finanziamenti dell’UE per i comuni dalle proprie casse.
In questo contesto, la posta in gioco per realizzare gli impegni di von der Leyen è alta, sia in termini di costi finanziari che umani.
Se le autorità nazionali non rispettano le politiche dell’UE e Bruxelles trattiene di conseguenza i finanziamenti, potrebbe significare che alcune delle comunità più povere e delle regioni meno sviluppate dell’UE perderanno milioni di euro di finanziamenti per l’istruzione o le infrastrutture. Sebbene l’UE possa avere buone intenzioni quando prende queste decisioni, la disciplina di meccanismi di questo tipo può avere la conseguenza non intenzionale di alimentare odio, discriminazione e sentimenti anti-UE.
Fonte
Magazine: The Conversation UK
Articolo: The EU is on a collision course with Poland over hate crime
Scritto da: Piotr Godzisz
Data: 18 settembre 2020
Traduzione a cura di: Caterina Fantacci
Immagine di copertina: European Union 2019 – Source: EP
Immagine di anteprima: Pinterest
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