Diciamoci le cose come stanno.
Se non lo abbiamo pensato tutti, lo abbiamo pensato in molti.
“Ma con tutto quello che succede nel mondo, le femministe devono perdere tempo parlando di questa cosa? Non hanno problemi più gravi da risolvere?”
Prima di cominciare (tranquilli, sarò breve) vorrei ricordare a chi è solito pronunciare questa frase che – fortunatamente – esistono anche i femministi.
Spero di star parlando dell’acqua calda, ma non è necessario essere una donna per occuparsi di parità di genere. (Ad esempio, spiegare perché non ha senso additare dei ragazzi come “stupratori”, senza prendersi la briga di sapere come siano andate le cose, è occuparsi di parità di genere).
Mi rendo conto che il fatto che ci siano in giro delle donne che dicono di essere femministe, ma poi impediscono agli uomini di partecipare a delle manifestazioni sul tema, non aiuti a capire.
Ma infatti sono convinta che a quelle donne non sia chiaro il concetto di femminismo.
Per fortuna c’è Wikipedia. E la Storia. Ogni tanto potrebbero andare a controllare, renderebbero il mio lavoro molto più semplice.
Ma dicevo.
“Le femministe non hanno niente di meglio a cui pensare?”
Sapete, il benaltrismo va di moda, ma non significa che sia utile.
Benaltrismo: sintetizza l’espressione “ci vuole ben altro”, usata per indicare l’origine o la soluzione di un problema in qualcos’altro e più importante, rispetto a quanto affermato dall’interlocutore o creduto comunemente.
Si utilizza spesso per spostare velocemente la conversazione da un tema scomodo ad uno ritenuto oggettivamente più importante. Soprattutto se non si ha alcuna voglia di discutere del tema scomodo.
“Ci sono bambine costrette a sposarsi e voi ve la prendete per questa cosa?”
“Le donne vengono uccise ogni giorno e voi vi concentrate su questa cosa?”
Ora, quel giorno che obbligheranno le persone per legge a trattare UN solo argomento al giorno, allora ci porremo il problema di dover stilare una graduatoria.
Fino a quel momento, continueremo a trattare TUTTI gli argomenti.
Quelli vitali, quelli estremamente importanti e quelli marginali.
Anche perché quelli marginali di norma sono:
– la diretta conseguenza culturale degli argomenti vitali
– più vicini alla vita di tutti i giorni e quindi molto utili per far passare immediatamente un messaggio
Perciò la risposta alla domanda “non avete di meglio a cui pensare?” è:
No. Abbiamo questo e ANCHE molto altro a cui pensare.
E lo facciamo.
però in effetti davanti a certi post femministi sulla depilazione me lo chiedo anch’io
“Tutti se la ricordano per aver parlato male di cinquanta sfumature di grigio”. Io ti adoro.
Il punto è distribuire la risorsa scarsa chiamata “Tempo” in modo equilibrato, cioè proporzionato all’importanza delle questioni. Se dedico il 90% a parlare di questioni marginali e il 10% a tutto il resto c’è qualcosa che non va. Generalmente lo si fa in buona fede perché certe questioni anche importanti sono semplicemente invisibili o magari sono questioni sulle quali non si ha potere di intervenire ad esempio i problemi che riguardano altri stati.