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Mestruazioni accessibili e sostenibili: la soluzione di Ziyaan Virji
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Mestruazioni accessibili e sostenibili: la soluzione di Ziyaan Virji

2,3 miliardi di persone al mondo non hanno accesso a prodotti per l’igiene mestruale. Una soluzione ideale al problema potrebbe essere quella di Ziyaan Virji, un diciottenne originario della Tanzania.

Siamo tra i banchi di scuola e Ziyaan è chiamato a realizzare un progetto individuale in classe. Il tema in questione? Libero. Una scelta così ampia si rivela essere un compito piuttosto difficile per l’allora quindicenne. Difficile almeno fino al momento in cui non si imbatte casualmente nel documentario di Al Jazeera “India’s Menstruation Man”. Ziyaan clicca sul video e lo guarda nella sua interezza, cinque minuti appena. Quello che vede lo commuove profondamente. Il documentario racconta la storia dell’imprenditore Arunachalam Muruganantham, il quale un giorno si accorge che sua moglie è costretta a ricorrere a prodotti poco igienici durante le mestruazioni. E non è la sola: secondo il documentario, 300 milioni di donne indiane non possono permettersi prodotti per l’igiene mestruale e una ragazza su cinque in India abbandona la scuola non appena il menarca fa la sua apparizione.

Ziyaan si rivolge a sua madre. Che anche lei debba forse affrontare gli stessi problemi? La sua risposta è, purtroppo, positiva. Ciò spinge Ziyaan ad avviare delle ricerche in merito. “Ci sono donne che, durante il periodo mestruale, si arrangiano con indumenti vecchi, foglie, sabbia o fazzoletti”, dice. Ziyaan prende una decisione: sarà questo l’argomento del suo progetto scolastico, creare dei prodotti per le mestruazioni che non siano solo economici, ma anche sostenibili. Così inserisce nella barra di ricerca di Google le parole chiave “assorbenti riutilizzabili”. A partire da quanto scopre, sviluppa un prototipo di assorbente che può essere utilizzato per un periodo massimo di sei mesi. Ziyaan va alla ricerca di un sarto e gli chiede di insegnargli a cucire. Cuce 22 assorbenti di flanella e cotone idrofilo e li distribuisce alle studentesse della sua città natale, Dar-es-Salaam, in Tanzania. Grazie al suo progetto scolastico riesce ad aiutare 22 persone, dunque, ma sentiva che non era abbastanza. Anche lui a questo punto aveva bisogno di aiuto. Per questo motivo coinvolge alcun* compagn* di scuola, una decina di persone che decidono di unirsi alle Tunaweza Women, un gruppo di donne con disabilità in Kenya già al lavoro su salviette igieniche sostenibili. Insieme sviluppano un assorbente della durata massima di tre anni, biodegradabile al 100% e con un costo compreso tra i cinque e gli otto dollari.

Oggi Ziyaan è a capo dell’iniziativa “Affordable and Accessible Sanitation for Women” (AASW) e promuove seminari scolastici con 17 gruppi di lavoro e oltre 350 ragazze in Kenya, Tanzania, India, Emirati Arabi Uniti, Pakistan e Nigeria. Il collegamento tra i diversi gruppi di azione avviene sulla rete. L’AASW ha l’obiettivo di liberare dallo stigma del ciclo mestruale e incoraggiare e formare le donne ad autoprodursi i propri assorbenti.

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Ma come funziona l’iniziativa di Ziyaan Virji? E come sono realizzati i prodotti? Gli assorbenti sono realizzati in un tessuto di origine africana (leso/kitenge) con interno in feltro sfoderabile, in maniera tale da non somigliare a un tipico prodotto per le mestruazioni. Si tratta di una scelta deliberata, come spiega lo stesso Ziyaan, per combattere l’imbarazzo che molte ragazze provano riguardo l’uso di prodotti mestruali. Affordable and Accessible Sanitation for Women distribuisce alle donne dei pacchetti ecologici ed economici composti, oltre che dagli assorbenti riutilizzabili, anche da articoli per l’igiene essenziale, tra cui della biancheria intima, una saponetta e un piccolo asciugamano. Il set costa in media intorno ai 15.000 scellini tanzanesi (circa 6 euro) e ha una durata complessiva di tre anni. Inoltre, il set contiene anche gli strumenti e le relative istruzioni per la cucitura, l’uso e il lavaggio degli assorbenti stessi.

Ziyaan ha detto: “Il ciclo mestruale non è una questione maschile, non è una questione femminile, ma una questione che riguarda il genere umano. Non importa l’età, l’etnia, il genere o il background da cui si proviene: la period poverty dovrebbe essere una lotta per tutta l’umanità”. Magari a partire da un progetto scolastico.

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