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Misfits: un documentario danese sulla vita degli omosessuali
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Misfits: un documentario danese sulla vita degli omosessuali

Pochi giorni fa, la redazione di Bossy è incappata nel trailer del secondo documentario diretto dal danese Jannik Splidsboel, famoso per aver ricevuto una nomination alla Berlinale del 2009 per ‘How are you’.
Questo documentario è un riassunto di ben due anni di riprese, storie e lacrime versate da un gruppo di adolescenti omosessuali che vivono a Tulsa, in Oklahoma, nella così detta Bible Belt.

[Bible belt: letteralmente significa ‘cintura della Bibbia’. Con questo termine s’intende una vasta zona degli Stati Uniti – che approssimativamente comprende quasi tutti gli stati meridionali – in cui è presente un’alta percentuale di persone di credo protestante evangelico, sovente vissuto nella sua sfumatura più estremista].

Durante 74 intensissimi minuti, Splidsboel ci mostra come sia difficile vivere all’interno di una società estremamente chiusa nei confronti di chiunque sia omosessuale, non lasciando talvolta alcuna via di scampo a chi non sia abbastanza forte da prendere e andarsene, anziché perire sotto anni di soprusi e omofobia.
Misfits è stato presentato per la prima volta al mondo alla Berlinale di quest’anno, riuscendo a scuotere molti animi. Qui sotto riportiamo un articolo del giornalista danese Per Juul Carlsen, che ne ha parlato in occasione dell’ anteprima danese del 5 marzo.

Che gli omosessuali vadano all’inferno

Misfits è una shockante testimonianza sulla vita degli omosessuali della Bible Belt statunitense.

Se sei omosessuale, Dio ti odia”. Queste sono le prime parole del documentario Mistfits, girato dal regista danese Jannik Splidsboel.

E sono parole che escono, come un ruggito, dalla bocca di un predicatore da strada, e che suonano un po’ come se gli fossero apparse in un sogno rivelatore quella stessa mattina.

Queste stesse parole, ascoltate dalla Danimarca, geograficamente ben lontana dalla Bible belt, suonano un po’ come una totale idiozia. Invece, per i giovani omosessuali di Tulsa, in Oklahoma, sanno di puro veleno.

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Un locale (simbolicamente) situato fra due chiese

A Tulsa ci vivono all’incirca 400.000 persone. La città ha ben 2000 chiese e, come affermato nell’introduzione al documentario, c’è solo un rifugio sicuro per chi è omosessuale: il centro OpenArms Youth, simbolicamente situato fra due chiese.

“Probabilmente, se non ci fosse questo centro, la maggior parte di noi impazzirebbe”; così asserisce D., un giovane ragazzo di Tulsa. La sua educazione è stata quella tipica riservata a un giovane omosessuale del luogo: la madre lo picchiava mentre gli diceva che a suo padre mai avrebbe accettato un figlio gay. Era una bugia ma D. lo scoprirà solo più avanti. Solo dopo sei anni di terapia il ragazzo ha finalmente ritrovato la pace con se stesso.

Al di fuori dell’OpenArms Youth Center, i giovani omosessuali di Tulsa se la passano davvero male

Terza protagonista del documentario è Larissa, una ragazza che ha deciso di trasferirsi in un’altra casa, assieme alla sua fidanzata, nel momento in cui sua madre le ha detto non ci sarebbe stato posto per un omosessuale nella loro famiglia. A scuola, Larissa deve quotidianamente avere a che fare con le angherie dei compagni.
Fortunatamente lei riesce a farsi forza, superando tutte queste difficoltà. Sfortunatamente, invece, non tutti ci sono riusciti: un suo compagno ha difatti scelto di suicidarsi.

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Tu non sei mio fratello

In una delle scene più forti troviamo il terzo protagonista, Ben, mentre racconta del suo coming out in famiglia. La reazione, sorprendentemente, era stata abbastanza tranquilla per tutti, eccezion fatta per il fratello maggiore, le cui parole Ben ricorda ancora: “Ti odio. E ti odio davvero tanto. Tu non sei mio fratello. Preferirei vederti morto piuttosto che vedere la mia famiglia macchiata dalla presenza di un omosessuale”.
Tuttavia, durante questo racconto, è il grande e grosso fratello di Ben che si lascia scappare qualche lacrima, tormentato dal rimorso per la reazione avuta quel giorno.

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Questo tipo di esperienza è purtroppo vissuta da molti ragazzini omosessuali in tutto il mondo. Persino in Danimarca, dove ‘gay!’ può ancora avere valenza di insulto tra i dolci e teneri ragazzini dell’asilo. Tuttavia, è evidente che gli omosessuali di Tulsa siano particolarmente stigmatizzati.

Per molti giovani del luogo, il centro OpenArms Youth è l’unico posto in cui si possa trovare un po’ di pace. Difatti, tornare nella propria casa abitata da genitori fanatici religiosi, dopo magari aver subito ogni tipo di vessazione a scuola, non garantisce sempre di venir consolati amorevolmente.
Insomma, qualora gli omosessuali finissero davvero all’inferno, non si troverebbero comunque in un posto peggiore di Tulsa.

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Perché tutto quest’odio cieco?

Perché tutto quest’odio cieco? Misfits non cerca di dare una risposta a questa domanda.
Non cerca nemmeno di spiegare perché alcuni giovani omosessuali scelgano di credere in un Dio cristiano che però non odia i gay.
Misfits si occupa di documentare taluni predicatori cristiani che, quasi mossi da una sorta di ossessione, cercano di seminare terrore e ansie tra i giovani omosessuali.

Misfits si occupa di tutte quelle persone, dei bambini ora cresciuti, che tutto il giorno si sentono dire andranno all’inferno a causa della loro sessualità.
In questo documentario, i giovani di Tulsa trovano per la prima volta uno spazio per parlare al mondo dei propri sentimenti, e per filosofeggiare circa la loro situazione, cosa che Larissa e D. fanno con particolare premura.

Il regista, assieme al suo team, si è spinto anche un po’ più in là, entrando nel privato delle stanze e dei litigi familiari dei ragazzi.
Quel che ne rimane, inoltre, non è solo una mera immagine della (spesso violenta) insistenza con cui taluni si scagliano affinché due persone dello stesso sesso non possano vivere insieme, ma un chiaro quadro di come, spesso, sia difficile per tutti essere se stessi e poter vivere tranquillamente come tali.

Noi della redazione contiamo di vederlo a breve per poterlo poi recensire.
E voi?
L’avete già visto o avete intenzione di farlo?

Articolo originale qui.

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