L'”Alternativa per la Germania” (Alternative für Deutschland, AfD) ha condotto la propria campagna elettorale per le elezioni federali tedesche del 2021 all’insegna di un semplice slogan: “Germania. Ma normale”. Chiunque si aggiri per il mondo con un occhio allenato agli studi di gender e queer ha immediatamente individuato nel significato di tale “normalità” quegli elementi del patriarcato, del binarismo e dell’eteronormatività di cui partiti populisti di destra come l’AfD sono promotori. Ma che tipo di doing (NdT, dimensione performativa) viene effettivamente considerato ‘normale’ dall’AfD quando si tratta di genere e sessualità?
Con “Martin Schmidt” durante la giornata
La campagna elettorale ha puntato su famiglie nucleari bianche ed eteronormate basate sul modello dell’uomo capofamiglia: uno degli spot seguiva un certo “Martin Schmidt” durante la giornata (“Sono marito, padre e meccanico d’industria. Vivo una vita normale, mi alzo presto e mi prendo cura della mia piccola famiglia come meglio posso”). Un altro spot mostrava una famiglia bianca di sette persone, nonni compresi, intenti a cenare in allegria. In un saggio per il quotidiano taz, che vale assolutamente la pena leggere, l’antropologa culturale Claudia Liebelt (2021) ricorre a questo spot per analizzare quanto tale “normalità” non sia affatto così innocente come la campagna elettorale avrebbe voluto suggerire.
Nel partito stesso, tuttavia, sono presenti in prima fila anche politicə che non corrispondono personalmente a questa immagine: Jörg Meuthen è al terzo matrimonio, Beatrix von Storch non ha figli, Alice Weidel convive nell’ambito di un’unione civile registrata e ha due figli. Tuttə ‘anormali’? Sulla base dei risultati della mia ricerca etnografica sul campo in seno all’AfD tra il 2017 e il 2019 (Wielowiejski 2018, 2020) desidero mostrare nel mio contributo che quellə politicə dell’AfD i cui progetti di vita si discostano dai valori eteronormativi e familistici del loro stesso partito fanno di tutto per essere comunque in grado di soddisfare i requisiti della norma. Dal momento che ə omosessuali nell’AfD finiscono in particolare rapidamente al centro del “sospetto gender”, la mia attenzione si concentra sulle loro narrazioni e pratiche.
“Forza protettrice” di persone lesbiche e gay
In primo luogo troviamo la già citata Alice Weidel, leader del gruppo parlamentare AfD nel Parlamento federale tedesco e candidata di punta alle elezioni federali del 2021. Il suo coming out pubblico aveva già avuto luogo durante la campagna elettorale federale del 2017 durante un intervento a Viernheim, in Assia. In tale occasione ammise di avere un’opinione diversa da quella del suo partito in merito alla parità giuridica: “Mi concedo questa libertà”. Tuttavia, sostenne poi che non vi fosse alcuna contraddizione tra lei e il suo partito a causa di ciò, ma che fosse piuttosto logico essere attiva nell’AfD in quanto donna omosessuale: “Le gang musulmane stanno letteralmente dando la caccia alle persone omosessuali di recente, e questo nel bel mezzo della Germania, è scandaloso!” In un’intervista pubblicata lo stesso giorno sul blog di David Berger, teologo cattolico ed ex direttore della rivista gay “Männer” (NdT, “Uomini”), Weidel centrò il cuore della questione: “L’AfD è l’unica vera forza protettrice di gay e lesbiche in Germania” (Berger 2017).
Gestione aggressiva della discriminazione
Questa argomentazione apparentemente “omo-friendly” basata sul razzismo antimusulmano ignora semplicemente il fatto che i populisti di destra considerano gli stili di vita omosessuali come meno degni rispetto a quelli eterosessuali. Per esempio, l’AfD dell’Assia ha espresso in modo inequivocabile nel suo programma per le elezioni statali del 2018 il proprio rifiuto riguardo “l’insegnamento ai bambini all’accettazione di comportamenti sessuali eterogenei e in particolare la presentazione dell’omosessualità e di altri orientamenti sessuali (LGBTQIA+) come manifestazioni paritetiche della sessualità umana, a maggior ragione se queste sono destinate ad avere pari diritti al matrimonio, che è protetto dalla legge” (Programma per le elezioni statali dell’Assia del 2018, p. 32).
Weidel sembra aver ormai compreso la necessità di gestire questa evidente discriminazione in maniera offensiva. Due anni dopo il suo coming out, raccontò per esteso della sua famiglia in un’intervista al giornale svizzero “Weltwoche”. Da un lato, alla domanda se avesse avuto problemi all’interno del partito per “non essere esattamente conforme al cliché dell’AfD di un partito con un’immagine conservatrice della famiglia” rispose senza mezzi termini: “Certo. Tuttora”. Dall’altro, mise a disposizione anche delle narrazioni conservatrici e fece così apparire i propri valori come in linea con quelli dell’AfD: “I bambini hanno assolutamente bisogno di un padre e di una madre. Oppure di un uomo o di una donna che assuma questo ruolo. Nel nostro caso, i bambini sono entrambi in contatto con i loro padri, e abbiamo anche cari amici maschi che di tanto in tanto si dedicano ai ragazzi e ricoprono un ruolo nei loro interessi quali ‘calcio’ e ‘macchine veloci’ – noi abbiamo solo una Skoda… Purtroppo, non è un qualcosa che siamo in grado di offrire” (Bandle/Köppel 2019).
Parità omonormativa
In questa narrazione, Weidel sposta il confine tra “normale” e “anormale” in modo tale che lei e la sua famiglia appartengano ora ai “genderati del tutto normali”. Dall’altra parte del confine vi sono ora quelle famiglie che non riproducono il dualismo di madre e padre. Nell’intervista, Weidel descrive esplicitamente il suo rifiuto della donazione anonima di sperma: “Altrimenti avere figli diventa per i genitori una pura autorealizzazione, un progetto dell’ego” (Bandle/Köppel 2019).
Nella mia tesi, distinguo due modalità diverse e in parte contrastanti in cui ə omosessuali possono incarnare i valori dell’AfD. La prima, alla quale associo anche la narrazione di Weidel, segue una logica discorsiva di parità omonormata. In questo caso, gli stili di vita omosessuali appaiono talmente “normali” che fondamentalmente nulla li distingue dagli eterosessuali: il loro comportamento e il loro stile di vita sono chiaramente codificati come maschili o femminili, vivono relazioni a lungo termine e monogame e non vogliono distinguersi come omosessuali. A questa condizione, possono essere tollerati nell’immaginario politico dell’AfD, perché non mettono in discussione la normalità binaria ed eterosessuale. Nelle loro pratiche e narrazioni quotidiane, rimane solo una cosa che distingue ə sostenitorə della parità omonormativa dallə eterosessuali – il sesso stesso. Tuttavia, per loro, esso appartiene allo spazio non politico della sfera privata. Per questo è vietato loro di agire politicamente sulla base della propria omosessualità: la maggior parte di loro rifiuta di farsi coinvolgere dallə “Omosessuali Alternativə” (AHO).
Differenza eteronormativa
L’AHO è infatti un gruppo di uomini gay che tenta di politicizzare la propria omosessualità. Dal loro punto di vista, sono proprio l’alterità, l’affermazione simbolica dell’omosessualità, la messa in scena della deviazione (da quella che è considerata la norma, NdT) e l’appropriazione della posizione di outsider a essere virtù attraverso le quali l’eteronormatività può essere stabilizzata. Riassumo la logica discorsiva della loro politica con il concetto di differenza eteronormativa. Un membro dell’AfD nel Parlamento statale occidentale della Germania, considerato di destra all’interno del suo gruppo parlamentare, disse a proposito dell’AHO durante il mio lavoro sul campo: “Se non avessimo voi uccelli del paradiso, il partito sarebbe noioso” (appunti sul campo di Wielowiejski, 01/05/2017).
L’obiettivo dell’AHO è, da un lato, di testimoniare in pubblico che l’AfD non è omofoba. Dall’alto, tenta anche di lavorare internamente e di convincere il proprio partito del fatto che ə omosessuali non minacciano la nazione, o nelle parole della persona che ho intervistato Fabian[1]: “la nostra persistenza culturale etnico-tedesca”. Laddove ə politicə omosessuali dell’AfD devono dichiarare dal punto di vista della parità omonormativa di essere in conflitto con il proprio partito – così come fa Weidel per quanto riguarda la parità giuridica – l’AHO cerca di formulare il proprio accordo incondizionato con le posizioni del partito.
Omosessuali contro il “gender”
Un esempio dalla mia ricerca sul campo è in grado di illustrare questo aspetto. In un incontro dell’AHO prese parte come ospite Dirk Uhlig, che presiedeva il comitato statale per gli affari familiari della sua associazione statale AfD. Voleva conoscere la posizione dellə omosessuali nell’AfD sulle richieste di politica familiare del partito. Andreas, cofondatore dell’AHO, gli spiegò lo scopo del gruppo: “Si tratta anche di rendere più visibili i gay conservatori. Ci sentiamo strumentalizzati dalla sinistra!” Uhlig fu subito d’accordo: “Il fatto che la questione dell’omosessualità sia percepita come una questione di sinistra è un problema per noi. Si tratta di una ferita che deve essere sanata da voi. Questo è il modo in cui interpreto il vostro compito”. Uhlig aveva portato con sé una bozza delle richieste principali dell’AfD in materia di politica familiare. Dopo che tutti ebbero sfogliato autonomamente le tre pagine, Andreas disse: “Gli omosessuali sono decisamente d’accordo. Anche il punto sul gender mainstream è particolarmente importante per noi. È del tutto assurdo! Sempre questa coazione a ‘parificare’ tutto, questo egualitarismo. Eppure, non siamo tutti uguali!” Uhlig disse: “Parte dell’identità è anche demarcazione: Io sono così e non così” (note sul campo di Wielowiejski, 27/01/2018).
Uno degli spot elettorali per le elezioni federali tedesche del 2021 iniziava con le parole: “C’è un partito che non si preoccupa degli asterischi di genere”. Sia che ə omosessuali dell’AfD enfatizzino la propria “normalità” o proprio la loro deviazione dalla norma – in ogni caso, sono d’accordo con il proprio partito sul fatto che l’ordine eteronormativo, a due generi, debba essere mantenuto. In questo modo, vogliono iscriversi nell’immaginario politico del loro partito.
[1] I nomi delle persone della mia ricerca sul campo sono pseudonimi.
Fonte
Magazine: blog interdisziplinäre geschlechterforschung
Articolo: Deutsche Normalität: Rechte Homosexuelle und die AfD
Scritto da: Patrick Wielowiejski
Data: 6 ottobre 2021
Traduzione a cura di : Grazia Polizzi
Immagine di copertina: Stanley Dai
Immagine in anteprima: freepik