È sempre saggio vedere cosa accade fuori dal nostro Paese e compararlo con ciò che invece avviene all’interno dei confini.
Ci è capitato di leggere, a distanza di un giorno uno dall’altro, questi due articoli.
Il primo riguarda la Finlandia, che ha detto “sì” a matrimoni e adozioni omosessuali.
Il secondo invece, tratta della “Festa della famiglia naturale”, organizzata dalla regione Veneto.
L’Assessore all’Istruzione Elena Donazzan ha dichiarato:
“Siamo di fronte ad una decisione a favore di valori in cui crediamo ma assolutamente non contro chicchessia. Rispettiamo il diritto di chi la pensa diversamente e gli orientamenti sessuali più diversi, ma pretendiamo a nostra volta il rispetto per la famiglia naturale e per chi, come noi, la considera fondamentale soprattutto per accompagnare la crescita equilibrata e consapevole dei figli. Non a caso abbiamo scelto la scuola e l’ultimo giorno prima delle vacanze di Natale per il loro alto valore simbolico”.
La questione sulla quale vorremmo ragionare assieme a voi è la seguente: dato che è una festa organizzata nelle scuole, cosa diranno a quei bambini che, per le più svariate ragioni, non fanno (o non fanno più) parte di una “famiglia naturale”?
Ai bambini che vivono con due persone dello stesso sesso (due mamme, due papà, ma anche una mamma e una nonna…), che hanno perso uno o entrambi i genitori, che non li hanno mai avuti?
A quei bambini la cui famiglia non ha le caratteristiche per essere definita “naturale”, cosa verrà detto?
E quegli stessi bambini, come si sentiranno?
Qual è l’obiettivo? Come si può pretendere il rispetto per la famiglia naturale da dei bambini delle elementari? Perché questa scelta?
L’articolo continua dicendo che “Nella delibera della Giunta, come espressamente richiesto nella mozione approvata in Consiglio, è espressamente previsto anche l’impegno per il Governo del Veneto di sostenere presso il Governo Nazionale la non applicazione del Documento Standard per l’Educazione Sessuale in Europa, redatto dall’Ufficio Europeo dell’OMS. “In questo documento si sono voluti cogliere gli aspetti maggiormente utili alla teoria delle tante tipologie ‘delle famiglie’ e non ‘della famiglia’ […]. Anche la richiesta di modifica dei termini ‘padre’ e ‘madre’ sostituendoli con i più generici ‘genitore 1” e ‘genitore 2’ sta quasi ad indicare che la maternità e la paternità non abbiano più nulla a che vedere con i generi e con il modello educativo”.
Giacché la “famiglia naturale” è una tipologia di famiglia, perché impegnarsi a NON applicare il Documento Standard europeo? Soprattutto quando basterebbe aprire un qualunque manuale di Psicologia dello Sviluppo per sapere che maternità e paternità non hanno mai avuto a che vedere con i generi, quanto con le caratteristiche delle persone, le quali non sono definite dal loro cromosoma.
E ancora, “rispettiamo il diritto di chi la pensa diversamente” che fine ha fatto?
Aspettiamo di sapere la vostra.
Una cosa è certa, la distanza maggiore tra Finlandia e Italia non è quella geografica.