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“Panariello sotto l’albero”: un esempio del perché ancora non ci siamo

“Panariello sotto l’albero”: un esempio del perché ancora non ci siamo

Articolo di Davide Manfredo

A tutte le persone provviste di televisore capita, più o meno spesso, di imbambolarsi con il telecomando in mano, alla ricerca di un programma con cui terminare in modo tranquillo una lunga giornata di lavoro e/o di studio.

È proprio quello che stavo facendo io qualche settimana fa, in particolare il 22 dicembre scorso, quando mi sono ritrovato disteso sul divano a guardare un pezzo di una delle due puntate del programma Panariello sotto l’albero, trasmesso su Rai 1 il 21 e il 22 dicembre 2017. Lo spirito del programma, trasmesso in diretta dal Modigliani Forum di Livorno, era quello di replicare il successo di pubblico, critica e ascolti riscosso due anni prima.

Il programma era ovviamente incentrato attorno al personaggio di Giorgio Panariello, ai suoi monologhi e ai suoi pezzi comici, a cui si aggiungevano gli interventi di alcuni dei personaggi più conosciuti del mondo dello spettacolo e della musica italiana. Oltre a tutto ciò, Panariello è stato accompagnato per tutta la durata di entrambe le puntate dalla cantante, conduttrice ed attrice Diana del Bufalo.

Fino a qui niente di strano, se non fosse che ad un certo punto sono entrati in scena Leonardo Pieraccioni e Carlo Conti. Il trio Panariello-Pieraccioni-Conti si è ritrovato sul palco per pubblicizzare il proprio spettacolo che avrà luogo ad aprile al Bacon Theater di New York, ed ha voluto dare al pubblico di Rai 1 un piccolo assaggio di quello a cui assisteranno tutti coloro che acquisteranno un biglietto per lo show.

Prima di analizzare il contenuto dello sketch, credo sia bene fare due premesse:

  1. Far ridere un gran numero di persone è tutt’altro che facile.
  2. Spesso per far ridere si prendono in giro delle persone in modo più o meno delicato, le persone prese in giro possono reagire in diversi modi, e questo fa parte del gioco. Tuttavia è sempre bene pensare al perché una determinata battuta sia pensata per far ridere, e perché si rida o meno ad essa.

Ciò detto veniamo al dunque, e vediamo cosa capita  sul palco a circa venti minuti dall’inizio della trasmissione, in una fascia oraria (21:30 – 22:00) in cui si percepisce il picco di pubblico.

Pieraccioni e Conti raggiungono Panariello sul palco, il clima è festoso ed il trio pare molto affiatato. I tre cominciano subito a parlare di quante cose siano cambiate dall’ultima volta in cui hanno lavorato insieme: Conti ha avuto un figlio e Pieraccioni una figlia, il silenzio cala e viene subito fatto notare come Panariello non abbia una prole da vantare – a parte un’auto nuova fiammante – ed il pubblico del Modigliani Forum regala una fragorosa risata. In questo modo, ancora una volta, abbiamo avuto modo di sentirci dire che l’unico modo per dare valore e significato alla nostra vita è quello di procreare.

Subito penso che il peggio sia passato, ma non è così.

I tre si scambiano ancora qualche battuta quando ad un certo punto squilla il cellulare di Panariello, che riceve una videochiamata.  La videochiamata viene proiettata su un maxi-schermo al fondo del palco, ed appare Belén Rodriguez che interpreta la “fidanzata” di Panariello. Dopo poco viene proiettata la videochiamata della dolce metà di Pieraccioni, interpretata da Laura Chiatti. I due iniziano dunque a vantarsi delle proprie performance facendo a gara a chi sia il più macho.

Arriva quindi il turno di Carlo Conti, che riceve una videochiamata da parte del suo ipotetico partner, interpretato da Cristiano Malgioglio. Conti spegne subito il telefono con gesti plateali, gli altri due fingono imbarazzo ed il pubblico in sala esplode in una risata colossale. Anche in questo sketch, quindi, non solo il binomio omosessualità-imbarazzo è stato rafforzato, ma viene anche veicolato il messaggio che se ad un uomo piace un altro uomo è assolutamente normale scoppiare in una risata da manuale.

Come se non bastasse, Panariello si avvicina a Conti e gli chiede “Ci devi dire qualcosa?”, ed aggiunge “Fai OUTLET!”, regalando al pubblico di Rai 1 un motivo in più per fare confusione tra il concetto di outing e coming out.

A tutto questo si aggiunge l’intervento di Pieraccioni che, come se non bastasse, riesce ad inserire una battuta su Elton John scatenando l’ilarità generale.

Placatasi la risata del pubblico, i tre, su consiglio di Conti, decidono di inscenare una breve rivisitazione di Romeo e Giulietta, interpretando ai giorni nostri la coppia, che decide di ricorrere all’avvocato per porre fine al proprio rapporto.

Conti veste i panni dell’avvocato, Panariello quelli di Giulietta e Pieraccioni quelli di Romeo.

La scenetta di per sé strappa anche a me qualche risata, però il problema di fondo è che si basa sulla seguente dinamica: Romeo si vanta di essere un maschio alfa, Giulietta dice a Romeo di non essere un vero uomo, e Romeo fa un po’ di body shaming sottolineando quanto sia brutta Giulietta. Ovviamente tutto ciò fa ridere il pubblico all’inverosimile, e la scenetta riscuote grande successo.

Il trio si scioglie alla fine della scenetta ricordando a tutti dell’imperdibile spettacolo in programma ad Aprile nella Grande Mela, e Panariello riprende pieno possesso del proprio show.

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Ora, io credo che questioni su cui dovremmo riflettere siano diverse.

Innanzitutto Panariello, Conti e Pieraccioni sono tre personaggi televisivi di spicco e godono di una stima da parte del pubblico italiano non indifferente. Non credo che siano stati soltanto loro a scrivere il pezzo della puntata, ma piuttosto che siano stati aiutati da un entourage di autori. Tuttavia, essendo figure di spicco della televisione, sarebbe bene che facessero un po’ più di attenzione al contenuto di ciò che dicono, anche contando il fatto che le due puntate hanno ottenuto poco meno del 25% di share televisivo, e quindi non poche persone hanno assistito allo show.

In secondo luogo, un aspetto forse più grave e profondo è il seguente.

Panariello ed i suoi autori vogliono far ridere il pubblico, perché è quello che il pubblico si aspetta da un comico. Per raggiungere questo obiettivo vengono scritte battute che quasi sicuramente scatenano l’ilarità generale, altrimenti lo share si abbassa, la Rai non è contenta, a Panariello non vengono più concessi/affidati programmi e lui ed i suoi autori non riescono più ad estinguere il mutuo.

Come mai, per andare a colpo sicuro, si fanno battute sessiste ed omofobe? Perché risulta ancora accettabile ridere del fatto che un uomo vesta abiti da donna, che una donna venga definita brutta in modi e con argomenti sempre nuovi e “inaspettati” e del fatto che un uomo possa avere una relazione con un altro uomo? Perché fa ridere il fatto che una persona dell’età di Panariello non abbia figli, per cui non abbia dato un senso alla propria vita e che in fondo non abbia concluso nulla – tralasciando sempre la presenza della suddetta auto nuova fiammante?

E soprattutto perché tale comicità viene usata per far ridere su una rete di importanza nazionale come Rai 1, che viene da tutti considerata la Rete di Stato?

Credo che la risposta sia principalmente una: la strada da fare è ancora lunga, le nostre orecchie devono essere sempre aperte ed i nostri cervelli devono restare accesi, anche se facciamo zapping dopo una lunga giornata di lavoro.