Probabilmente molti/e di voi avranno visto lo speciale Netflix “Nanette“, spettacolo di stand-up comedy con cui Hannah Gadsby, che già lavorava nell’industria da una decina d’anni, ha ottenuto una fama e una popolarità a livello internazionale che nemmeno lei stessa si immaginava. Non tutti però sapranno che, contrariamente a quanto aveva annunciato proprio durante lo show, Gadsby è appena tornata in scena con un nuovo spettacolo in onore del suo cane, “Douglas“.
Per chi ha visto Nanette (e se non l’avete ancora visto sinceramente non so proprio cosa stiate aspettando) sarà facile capire quanto alte fossero le aspettative dopo oltre un’ora di risate, lacrime e tensioni. Con questo show, Hannah Gadsby ha rivoluzionato il genere della stand-up comedy: ha preso la consapevole decisione di sfruttare il meccanismo tensione-risata con cognizione di causa e si è aperta con il pubblico, condividendo gran parte dei suoi traumi. Ha dato sfogo a tutta la frustrazione che provava, sottolineando che riconosceva di avere tutti i diritti del mondo per essere arrabbiata, ma che nemmeno ciò rendeva il sentimento costruttivo. Nanette voleva creare consapevolezza sull’omofobia, sul sessismo, sull’odio, certo; ma voleva anche essere un canale per alleggerirsi, per auto-preservarsi.
Volevo solo far ascoltare, sentire e capire la mia storia a persone capaci di pensare da sole. Perché, che vi piaccia o meno, la vostra storia è la mia. E la mia storia è la vostra. È solo che non ho più la forza di occuparmi della mia storia.
(Nanette, 2018)
Potremmo dire che Nanette ha ‘rotto’ il genere della stand-up comedy e che ne ha fatto qualcosa di ancor più speciale.
Il format di Nanette è composto inizialmente da elementi comici, per poi far spazio a un’intensità mai vista prima in uno stand-up comedy: racconti brutali, traumi, verità scomode ma necessarie.
Ricordate il ragazzo che mi ha quasi picchiata? Era molto divertente, la sua ignoranza ha fatto ridere un sacco di persone e sono riuscita a parlarne perché faccio bene questo lavoro. Sono piuttosto brava a controllare la tensione. Ma per mantenere la tensione in equilibrio non ho raccontato quello che è successo veramente. Perché non potevo parlare di quando quell’uomo si è reso conto dell’errore ed è tornato indietro. E ha detto: “Oh, ho capito ora. Sei una di quelle lesbicone. Quindi posso pestarti a sangue”! E l’ha fatto. […] E tutta questa tensione è vostra, io non vi aiuto più. Dovete imparare come ci si sente, perché questa tensione è quello che gente come me si porta dentro di continuo, perché essere diversi è pericoloso!
(Nanette, 2018)
Tale intensità sembrerebbe difficile, se non impossibile, da raggiungere nuovamente in uno spettacolo, considerato anche che Nanette era inteso proprio come un addio alla scena. Hannah Gadsby però ha deciso di tornare con un nuovo show: Douglas.
Torna per farci riflettere sul mondo in cui viviamo e su come essere persone migliori: si parla dei suoi cani, di patriarcato, di storia dell’arte, di empatia, del corpo della donna, di privilegio, dell’importanza della diversità e di molto altro ancora. Gadsby sa bene che il suo pubblico non si accontenterà ormai di quattro risate: chi la segue dopo Nanette ricerca quella tensione, vuole sapere cosa c’è dietro alle battute, vuole autenticità. E con Douglas non resterà deluso.
A tratti, lo stile di Douglas ricorda vividamente Nanette: divertente, comico, pungente. Ma con una nota diversa. Lo slogan di Douglas recita: “Con Nanette Hannah ha trovato la sua voce e con Douglas ha intenzione di usarla”. Non avevo capito appieno che cosa si intendesse con questa frase, come si potesse usare una voce conquistata con uno spettacolo tanto unico, di certo irripetibile. Il suo significato però è diventato perfettamente chiaro vedendola sul palco, sentendola parlare di come sia cambiata la sua vita, vedendola andare avanti dopo Nanette, sentendo la sua voce.
Hannah Gadsby ha rivoluzionato questo genere, si è rifiutata di limitarsi a imboccare il pubblico battuta dopo battuta: vuole farci riflettere, creare qualcosa di diverso, vuole che la sua stand-up comedy sia impegnata. Dopo essersi aperta sul palco di Nanette sul fatto di essere stata picchiata in quanto donna omosessuale, di aver faticato ad accettarsi per anni a causa dell’omofobia interiorizzata, della vergogna provata e delle violenze subite…Gadsby non ha più bisogno di parlare dei suoi traumi in pubblico: la voce che Nanette le ha dato equivale a un grande potere, il potere di parlare ed essere ascoltata. Il potere di mostrarsi vulnerabile. Il potere di dare voce a chi non può farsi sentire. Con Douglas rivela nuovi aspetti di sé, raccontando cosa la fa arrabbiare e mostrando la sua vulnerabilità, ma soprattutto continuando a trattare temi di grande spessore in modo unico.
Hannah Gadsby è consapevole del privilegio e del potere che ha ottenuto, e ci assicura che non prende questa responsabilità alla leggera. La sua voce, così come tutto quello che ha da dire, rivela tanto di quel coraggio che molti/e di noi non riescono neanche a immaginare.
Ascoltarla è il minimo che possiamo fare.
Lo show ha debuttato nei teatri australiani a fine marzo 2019 in occasione del Melbourne International Comedy Festival e sarà in scena nei prossimi mesi negli Stati Uniti. Sono previsti spettacoli anche in Europa, con nuove date in continuo aggiornamento al sito http://hannahgadsby.com.au/