Articolo di Francesca Anelli
Si avvicinano le vacanze di Natale e, come sempre, è tempo di consigli. Il 2020 è stato un anno complicato, ma anche ricchissimo di nuovi prodotti culturali, così tanti da non riuscire a starci dietro. Per questo abbiamo provato a buttare giù una breve lista di recuperi, veloci e perfetti per le feste.
Due serie TV
Work in Progress
Anche se tecnicamente è iniziata a fine 2019, la serie di Abby McEnany prodotta e scritta in collaborazione con Lily Wachowsky si conquista un posto d’onore in questo elenco di serie irrinunciabili del 2020 grazie alla sua capacità di raccontare con delicatezza la complessità dei rapporti e delle vite queer. “Work in Progress” è infatti la storia di Abby, che si definisce “una lesbica queer grassa” con problemi di salute mentale, e del suo rapporto con Chris, un ragazzo trans molto più giovane di lei interpretato dalla bravissima star non binary Theo Germaine. La prima stagione indaga non soltanto la loro relazione, ma anche importanti questioni legate alla rappresentazione dei gruppi marginalizzati, la terapia psicologica e la crescita personale. Prima di iniziare la visione tenete, però, presente che affronta apertamente argomenti molto sensibili come il suicidio, la grassofobia e l’omobitransfobia.
I Hate Suzie
Questa miniserie in 8 puntate scritta da Lucy Pebble e Billie Piper (che interpreta anche la protagonista) è davvero un gioiello. Giocando con tanti generi diversi, dal crime all’horror alla commedia, “I Hate Suzie” esplora le conseguenze della diffusione non consensuale di materiale intimo sulla vita, il matrimonio, la carriera e le amicizie di un’attrice inglese, che si chiama appunto Suzie. Con uno sguardo acutissimo, ci racconta il desiderio, le paure e la rabbia praticamente in prima persona, gettando luce sull’esperienza femminile in maniera cruda e realistica. Anche in questo caso, la visione può risultare difficile per chi è particolarmente sensibile all’argomento.
Una commedia su Netflix
The 40-Year-Old Version
Rhada Blank scrive, dirige e interpreta questa commedia citazionista sull’idea di successo, sfidando le narrazioni discriminatorie anche in fatto di razza e di età. The 40-Year-Old Version è infatti la storia di un’autrice teatrale afroamericana di quasi 40 anni, che riflette sulla possibilità di dare una svolta alla propria carriera tornando a rappare come da ragazza, ma soprattutto un’analisi lucidissima delle logiche performative di un certo mondo culturale, inquinate dal razzismo e da uno sguardo da decolonizzare. Il tutto raccontato con leggerezza e grande (auto)ironia, mettendo al centro il punto di vista di una donna nera con un corpo non conforme.
Una rom-com
Happiest Season
Una commedia romantica, per giunta natalizia, con al centro una storia d’amore tra due donne è cosa rara da trovare a Hollywood. Proprio per questo, nonostante i suoi difetti, “Happiest Season” (distribuito in Italia con il terribile titolo di “Non ti presento i miei”) è un film da vedere, in particolare durante le feste. Scritto e diretto da Clea DuVall, racconta l’incontro disastroso tra Abby e la famiglia della sua fidanzata Harper, che non ha ancora fatto coming out con i suoi parenti borghesi e fissati con le apparenze. Il tentativo di tenere nascosta la relazione facendo passare Abby per una semplice coinquilina si rivela il pretesto perfetto per una commedia degli equivoci rivisitata, che porta in alcuni casi a delle sequenze problematiche ma anche a momenti scaldacuore in cui riconoscersi anche fuori dagli schemi eteronormativi. Perfetto per una serata uggiosa in compagnia della o delle persone che amate.
Un libro
Femmine
Andrea Long Chu è un’autrice che discute in maniera (auto)ironica e originale di genere e transizioni. Questo piccolo saggio, che si legge agevolmente in poche ore, è perfetto per un recupero veloce ma intenso: con le sue 100 pagine circa, “Femmine” stimola interessantissime riflessioni sull’identità di genere (e in particolare sulla femminilità), da un punto di vista personalissimo e con un piglio provocatorio. Lo trovate edito in traduzione da Nero.
Due podcast in inglese…
Maintenance Phase
Aubrey Gordon, alias la scrittrice digitale Your Fat Friend, ha finalmente svelato la sua identità e dopo aver pubblicato un libro (che speriamo di vedere tradotto in italiano al più presto) ha anche inaugurato un podcast insieme al giornalista Michael Hobbs. “Maintenance Phase”, che significa letteralmente “fase di mantenimento”, si occupa appunto di cultura della dieta, e in particolare di smentirne i falsi miti. I due host discutono in maniera accessibile di diete fai da te e stigma nei confronti delle persone grasse, per gettare luce sulle discriminazioni e i bias che le colpiscono anche da parte della comunità scientifica.
Live Like the World is Dying
Margaret Killjoy è un’autrice trans anarchica e con questo podcast vuole dimostrare che prepararsi all’apocalisse non è soltanto appannaggio di gruppi neofascisti complottisti e violenti, ma qualcosa a cui dovremmo iniziare a pensare tutti, specie se ci diciamo attenti alla giustizia sociale. Dando la parola a persone marginalizzate che hanno dovuto sviluppare competenze nel campo della sopravvivenza, “Live Like the World is Dying” ci aiuta a ripensare il futuro alla luce dei cambiamenti sociali e climatici che dovremo affrontare nostro malgrado senza per questo cedere alla narrativa del “mors tua vita mea”.
… e uno in italiano
Ph.Diaries
Il Dottorato è spesso idealizzato e, soprattutto, sono pochissime le persone che sanno davvero cosa significhi farne uno, se non appunto chi lo vive dall’interno. È per questo che l’antropologa culturale e dottoranda Carolina Boldoni ha messo insieme una squadra di ricercatrici per discutere insieme di cosa significhi davvero far parte del mondo accademico, e a quali difficoltà si può andare incontro sul piano dei rapporti di genere, della salute mentale e della sostenibilità economica. Ph. Diaries è un ascolto stimolante per chi intende intraprendere questa carriera, ma anche per chiunque voglia conoscere di più degli ambienti in cui si produce ricerca – la stessa che ci permette di conoscere il mondo, con i suoi pregiudizi e limiti ma anche importanti metodi di analisi.
l’obesità è un fattore di rischio per la salute ed esistono diete sane per chi ha bisogno di dimagrire, la comunità scientifica su questo ha ragione non è un bias.
esistono uomini e donne cis e uomini e donne trans, vanno rispettati