Perché i genitali maschili fanno ridere?
Le sfilate di Rick Owens escono sempre dalla norma, che si tratti di utilizzare come modelli dei ballerini di stepping o allestire sfilate con vista sulla Torre Eiffel, le sue presentazioni includono sempre una certa nozione di spettacolo. Ma nella sfilata dello scorso giovedì, ha avuto il coraggio di oltrepassare una frontiera che rimane ancora un tabù: la nudità maschile.
Durante la sfilata per la sua collezione di Primavera-Estate ’15, il designer americano ha fatto sfilare quattro dei suoi modelli con delle tuniche dotate di una specie di spioncino che lasciava allo scoperto i loro genitali. Una esposizione leggera, ma pienamente consapevole. Di fatto, lo stesso designer ha spiegato che faceva parte del manifesto della collezione.
I modelli l’hanno presa con totale naturalità. “Non è stato niente di che. Non me ne son reso conto finché non ho guardato alla bacheca/lavagna con delle foto e ho visto che c’erano dei cazzi che penzolavano. Ah!”, ha detto uno di loro al The Guardian. Ma era inevitabile che la decisione sollevasse un polverone. Durante la sfilata sono stati i bisbigli e le risate, su Instagram gli hashtag #dickowens e sui mezzi di comunicazione i titoli con giochi di parole spiritosi.
Scandalizzare il mondo della moda non è un’impresa facile. Le sfilate femminili sono piene di sederi nudi e seni scoperti. E cose controverse come usare dei modelli con dei veli si sono già viste negli anni Novanta. E tuttavia, con quattro peni flaccidi, Owens è riuscito di nuovo a provocare un piccolo terremoto.
Ma a differenza di quello che succede quando si analizza la (sovra)esposizione del corpo femminile, la visione dei genitali maschili non provoca indignazione… ma delle risate. Basta fare un giro sui social per farsi un’idea della valanga di barzellette facili che ha ispirato la sfilata di Owens. Come sottolinea Zing Tsjeng su Dazed, è come se un pene flaccido fosse qualcosa di cui vergognarsi, qualcosa che debba far si che tutti ridano di te o ti umilino.
“La nudità è il gesto più semplice e primario, è potente, ha un effetto scioccante. Il mondo è convenzionale. Questo dice qualcosa sull’essere indipendente. Chi altro può farla franca facendo queste cose? È un mondo corporativo! È stato il nostro momento privato”, ha detto Owens dopo la sfilata.
La nudità è sempre politica, e l’ultima sfilata di Owens è un’ulteriore prova di ciò. Il disegnatore è noto per abbattere le barriere tra i generi. In questo caso, e probabilmente senza volerlo, ha evidenziato come ci sia ancora molta strada da fare per quanto riguarda la percezione del corpo maschile. Mentre la società è sempre più impegnata con la difesa dei corpi femminili “reali”, sembra invece che la nudità maschile venga presa sul serio solo quando coinvolge torsi definiti e inguini voluminosi.
Ridiamo dei peni penzolanti perché escono fuori da un limite corporeo, sono “grotteschi”, ed è un modo di suscitare ilarità che esiste da sempre, dal teatro antico. Rideremmo anche di un corpo femminile se durante una sfilata ce ne fosse presentato uno con un culo grosso, un seno cadente o enorme (Fellini queste cose le capiva). Tutto ciò che fuoriesce dal corpo, a meno che non sia erotico (pene eretto) e quindi suscitare magari scandalo (oggi, perché nel teatro antico anche il pene grosso eretto coe il nasone veniva utilizzato nel grottesco, ricordiamo i Satiri) fa ridere. Così come escrementi e rumori corporei.