Scritto da Nicola della Croce
Io sono un appassionato di fumetti. Di tutti i tipi.
Non ho mai fatto molta differenza tra stranieri ed italiani, qualora mi attirassero le trame o i disegni mi ci sono sempre buttato a capofitto.
Il fumetto per me è un porto franco, un posto dove tutto può accadere e dove le trame più assurde possono prendere vita senza freni di sorta.
Ma questo è un ragionamento sempre valido?
Ovvero, il fumetto è sempre giustificato in quanto tale?
Io apprezzo molto Roberto Recchioni per alcuni suoi lavori dalla indiscutibile qualità, come ad esempio John Doe o determinate storie scritte per Dylan Dog.
Ma facciamo un passo indietro: chi è Roberto Recchioni?
Recchioni è un fumettista. All’attivo dagli inizi degli anni ’90, si è sempre distinto per il tratto graffiante con cui tratta determinati concetti, riportando un po’ in auge lo stile del fumetto “underground” con le sue tematiche grottesche o scomode. La qualità del suo lavoro e la sua personalità “contro” gli hanno fruttato il riconoscimento da parte di svariate case editrici, prima su tutte la Bonelli che ora lo ha promosso a curatore della testata di Dylan Dog.
Il punto importante da tenere in mente è la personalità “contro”.
Sì, perché Roberto si è sempre distinto per il suo modo di fare, disponibile a parlare con i fan ma anche molto disponibile a bloccare la discussione qualora si andassero a toccare temi scomodi.
Recchioni non ha mai fatto mistero del suo essere ribelle. Sa di essere bravo e per questo non chiede scusa a nessuno. Ragionamento anche comprensibile, nei limiti.
Recentemente mi sono trovato su internet a cercare informazioni sul fumetto italiano, capitando anche sul Blog del Nostro, Dalla Parte di Asso.
Nello specifico, qualche giorno prima Roberto annuncia di aver aperto un Tumblr chiamato Rrobe Porno. Incuriosito dal titolo, ho deciso di aprire il sito.
Mi sono trovato davanti una sfilza di immagini agghiaccianti. I soggetti, principalmente donne, ritratte in posizioni umilianti, picchiate, violentate e rese oggetto di una misteriosa voce fuoricampo.
Io sono un fan del fumetto Crossed, che non ha mai lasciato nulla all’immaginazione, ma devo ammettere che questo Tumblr mi ha lasciato fortemente scosso.
Non ci si può nascondere dietro la scusa “Esercizi di Stile”. Neanche dietro al “Sì ma è fatto per far parlare di sé”.
Tornando alla domanda introduttiva “Il fumetto giustifica tutto?” la risposta in questo caso è “No. Assolutamente No. Mille volte no.”
Perché il tema “Donna umiliata in quanto donna” è una costante di Tumblr, ma anche se fosse una volta sola non sarebbe accettabile. Da parte di chiunque, men che meno da una delle figure più importanti del fumetto italiano.
Abbiamo provato a contattare Roberto via messaggio privato per ottenere spiegazioni sul significato del Tumblr (trovate la lettera in fondo a questo articolo), ma non abbiamo ricevuto risposta.
A volte, “essere contro” significa anche ammettere di aver sorpassato la linea.
Da appassionato di fumetti mi vergogno per tutti quelli che incensano l’operato di Recchioni in questo Tumblr.
Da persona mi vergogno per la blanda accettazione di una cosa così grave.
Da femminista spiego il perché questa cosa sia sbagliata.
Da blogger spero che questa notizia venga diffusa il più possibile.
Perché la civiltà può partire anche dalle cose più sciocche, come le pagine di un fumetto.
PS Qualche mese prima che decidessi di scrivere questo articolo – come detto sopra – Bossy aveva provato a contattare Roberto, per conoscere le sue ragioni.
La mail era stata scritta dalla coordinatrice del progetto, a partire dal suo punto di vista – parzialmente diverso dal mio – e dunque utilizzando toni differenti.
Credo sia utile mostrarvi anche questo messaggio, proprio perché le differenze di sguardo sono naturali e molto spesso arricchenti:
Buonasera Roberto
provo a farla più breve che posso perché immagino tu abbia molti messaggi da leggere.
Sono Irene Facheris e da un anno ho messo in piedi un progetto: Bossy.
Parole chiave: femminismo, sessismo, parità di diritti, questioni LGBT e tutto ciò che ti viene in mente per associazione.Non sono una di quelle persone che quando vedono una donna nuda disegnata gridano al sessismo con tanti punti esclamativi, molte volte l’arte ha le sue ragioni e basta scavare un po’ più a fondo per trovarle. Magari quello che per qualcuno è sessismo in realtà è una denuncia. Ma più in generale se davvero dietro ogni nudo si celasse del sessismo faremmo meglio ad andare tutti a casa, che di complottismo ce n’è abbastanza. Quindi vado molto con i piedi di piombo e sospendo sempre il giudizio finché non ho capito.
Ho appena visitato il tumblr RROBE PORNO e sono rimasta un po’ basita.
E siccome mi interessa capire, molto più che spalare m**da gratuitamente e senza sapere come stanno le cose, ho deciso di scriverti sperando tu abbia voglia di aiutarmi a fare chiarezza.Ora, io ho subito pensato che ci dovesse essere dietro un’intenzione, un messaggio, una provocazione con un senso, un obiettivo, un qualcosa.
Ma il blog non mi aiuta perché non ci sono scritte se non quelle sulle immagini.
Posto che ognuno sul proprio blog è libero di fare un po’ quello che gli pare, giacché sei un personaggio decisamente conosciuto nel mondo del fumetto, non riesco a non farmi la domanda: perché? Qual è l’obiettivo? La reazione che vorresti avvenisse nelle persone dopo aver guardato i tuoi disegni?
C’è davvero un’intenzione dietro oppure sono “esercizi di stile”?
E in entrambi i casi, come mai non ci sono figure maschili sottomesse? Perché un’altra bella fantasia è credere che certe cose capitino solo alle donne, fantasia che non so a quale dei due sessi faccia più comodo, per altro.Spero tu possa rispondermi.
Doveva rispondervi con una mega risata inviata tramite messaggio vocale.
Basta questo per capire che questo sito non serve a un cazzo:
‘Flusso di coscienza since 1988. Ex studente di Psicologia. Chef per passione, geek per professione. Vive in un paese del Milanese talmente piccolo da avere lo stregone al posto del medico. Scrive cose, vede gente. Una volta ha guardato i gatti e i gatti guardavano il sole. A volte è serio, ma per fortuna niente di grave.’
Ciao, sono una donna, sono femminista, e non mi sento offesa dai disegni di Roberto Recchioni.
Perché?
Perché sono disegni, perché mi sembra che ognuno possa disegnare quello che gli pare (che pure se fosse fatto per avere più pubblicità e per crearsi un “personaggio” non penso si inciti alla violenza sulle donne), perché mi piacciono, e perché sinceramente trovo che ci siano cose peggiori da denunciare riguardo al sessismo. Come per esempio trovo scioccante che un individuo che predica la libertà di espressione e la libertà sessuale si senta in diritto di chiamare in causa la “par condicio” per una cagata del genere.
Se uno fa dei disegni ed esercita la propria creatività, non deve sforzarsi di non farlo o di farlo in modo che la gente non si senta sconvolta, perché altrimenti non è più un esercizio di creatività. Se a Recchioni ci piace di fare questi disegni, deve sforzarsi di non farli o tenerli nascosti solo perché alcune persone si sentono offese? Offese da cosa? Perché non ci sono i maschi nudi? Se vuoi vedere i maschi nudi sottomessi cercati un artista che li tratta e poi lamentati perché non tratta pure le femmine. Così ti senti più “giusto”. Ciao.
Normalmente non commento sull’internet ma mi cogliete in un momento in cui sono particolarmente stranito.
Forse visto che avete impapocchiato l’articolo qui sopra, pretendendo a gran voce SPIEGAZIONI (un autodafè?)da Roberto Recchioni, potrete voi per primi trovare il tempo di illuminarmi sui seguenti punti:
Da quando l’espressione artistica è considerata alla pari di una forma di istigazione alla violenza domestica?
Da quand’è che le fantasie (sessuali), di qualsiasi natura, devono necessariamente veicolare un messaggio sociale e politico difendibile per non essere esposte al pubblico biasimo?
E quando anche di fantasie non si trattasse, ma di sublimazioni di esperienze vissute, voi lo sapete cos’è il BDSM?
Conoscete il paradigma di consensualità che ne è alla base?
Il diritto all’autodeterminazione di una donna (reale o disegnata) può essere compresso, nel momento in cui questo si esprime in forme che non sono giudicate kosher dagli autoproclamati custodi della dignità femminile?
Una donna che si eccita sessualmente nel venire umiliata reca ludibrio al suo intero genere?
L’uomo che umilia tale donna è un pericoloso sociopatico, nei confronti di cui i lettori vanno messi in guardia?
Lo scrivente è un appassionato di fumetto?
Conosce Eric Stanton?
Conosce Tom of Finland?
Non si faceva prima a organizzare una spedizione punitiva per vandalizzare le sepolture di questi illustri estinti, prima di crocifiggere Recchioni (un cadavere non si vendica se lo insulti)?
Davvero Crossed (un fumetto che ondeggia dal comico al nichilista à la Ennis, e in cui uno dei personaggi principali si chiama -sic- Cazzocavallo) è il primo riferimento che gli è balenato in testa per parlare della trasposizione grafica di una forma di sessualità alternativa?
E’possibile – e qui magari mi faccio malizioso – che l’accostamento di un personaggio pubblico con una tematica pruriginosa e dei corsivi vibranti di sdegno sia quello che si definisce in gergo un clickbait?
In chiusura, un suggerimento per la vostra linea editoriale: che ne pensate di un bell’articolo in cui chiedete a Donatien-Alphonse-François de Sade, che pure è un membro molto in vista della società francese, se ritiene sia accettabile proporre nelle proprie opere letterarie dei topoi tanto disgustosi e deleteri (in un’ottica di social justice) come quello della donna sottomessa?
In attesa di vostro cortese riscontro sui punti di cui sopra, porgo cordiali saluti.
Gentile Nicola
Cosa dovrebbe fare Recchioni allora?
Rimuovere i suoi fumetti porno?
A me personalmente non piacciono, ma da qui a dire che sono un insulto alla donna ce ne passa…
Trovo impressionante il fatto che qualcuno debba dire cosa vada bene rappresentare e cosa no, specialmente nel campo dell’arte (considero il fumetto come arte).
In bocca al lupo per tutto comunque.
Antonio
P.S. Leggo DYD da molti anni (dai primi anni 90) ma NON sono un fan di Recchioni come fumettista (credo sia un buon “mecenate/imprenditore” del fumetto ma, al di la’ di qualche buona storia, niente di entusiasmante).
Non hai capito niente di quel blog, mi sa. E’ una presa in giro ai modi che hanno le donne stesse di mettersi in mostra su internet. Vi stupite che non abbia risposto al vostro messaggio? E perché rispondere a chi non ha nemmeno gli occhi per vedere che il punto di vista espresso è esattamente OPPOSTO a quello da voi sostenuto?
censurare gli artisti no. proprio no. questo no. è inaccettabile. se continua a non rispondere che fate, fate una campagna per fargli perdere il posto in bonelli?
rrobe porno non lo conosco e non mi interessa, ma a me sembra uno sfogo personale e non un prodotto di consumo, in altre parole stracazzacci suoi. non puoi chiedere a un artista che disegni i tuoi sfoghi personali, senza neanche pagarlo. non puoi dirgli che deve vergognarsi di avere certe cose dentro perché l’arte non parte dal cervello. non è così che ci si pone rispetto all’arte. cazzo
Solo immagini provocatorie, senza spiegazioni. Questo il senso, questo lo scopo.
Oppure: i disegni sul cd di Immanuel Casto (lui si che è divertente! Lui si che fa del bene!). Oppure ancora: il vostro articolo. Scegliete voi.
Simone
Ho visto i disegni e personalmente non ho percepito sessismo o volgarità. Ho solo visto una rappresentazione di corpi femminili. Non credo che l’autore di quei disegni volesse veicolare un messaggio particolare e non penso nemmeno che un autore debba per forza inserirne uno. A volte esistono gli esercizi di stile o la tendenza a realizzare qualcosa per il mero gusto di farla, tipo ‘l’arte per l’arte’ dei decadenti. Ciò che invece ho percepito nell’articolo è la fastidiosa tendenza al moralismo politically correct che ammorba tutto e sta reprimendo la creatività e l’immaginazione di tanti artisti, in molteplici ambiti espressivi. Sulla base di questi diktat, le donne vanno descritte e ritratte solo in determinate maniere, altrimenti si è sessisti a prescindere; lo stesso vale per i gay, se no si è omofobi per partito preso e così via… posso dire che il politically correct ha rotto le scatole? Adesso qualcuno, prima di scrivere o disegnare o filmare qualcosa, deve chiedere il permesso ai custodi della correttezza? Be’, io sono uno scrittore di romanzi e racconti. Non sono certo famoso. Non posso dire di avere la stessa notorietà di un Lucarelli o un Baricco. Scrivo semplicemente le mie cose e quando mi è possibile le pubblico. Bene. Rivendico, e sottolineo rivendico, il diritto di scrivere di donne umiliate in situazioni di sessismo se l’ispirazione mi spinge a scrivere queste cose e non intendo chiedere il permesso ai Nicola Della Croce di turno! Vale per me e deve valere per chiunque!
Ma la parità dei diritti di cui parla Irene nella sua lettera dov’è? Qual’è la parità dei diritti per chi un tipo di pratica sessuale di questo tipo la predilige? Se uno girasse un pochino su internet troverebbe una marea di blog in cui ci sono figure maschili sottomesse, nessuno dovrebbe avere una quota nella propria espressione. Qui si sta parlando di espressione, non c’è per forza un intento critico nell’arte e che soprattutto un blog del genere non dovrebbe sconvolgere nessuno.
Ho letto con piacere la Vostra lettera alla “Rock star del Fumetto”… e come consuetudine apprendo nel Vostro report che Recchioni non da motivazioni al suo operato (anche davanti ad un garbata richiesta di approfondimento di un qualcosa che forse non si è capito). Ora come già detto da voi, uno sul suo Blog fa quel che vuole (nei limiti), tuttavia il Sig. Recchioni, che evita di pubblicare le sue “Arts” in FB, per non essere censurato (per sua stessa ammissione) dovrebbe, per rispetto ai suoi ora mai molti committenti evitare di promozionare queste “fantasie sadiche”. Sia chiaro che il mio non vuol essere del facile moralismo, a questo mondo in materia di sesso se ne vedono di ogni e le rappresentazioni dello sceneggiatore di casa Bonelli sono, per gli amanti del genere, la consuetudine di un “rapporto di coppia”. Fatta questa doverosa premessa quando qualche anno fa acquistai l’opera intitolata ASSO (esaurito e mai ripubblicato mi pare evidente il perché) alla vista di immagini molto simili a quelle del Tumblr in oggetto mi posi le medesime domande sopratutto perchè, pur essendo uno sceneggiate di professione mi pareva di scorgere nel fil rouge della graphic Novel un risentimento nei confronti del genere femminile abbastanza marcato. Mi feci le stesse domande che vi siete posti voi e per non farmi liquidare con un “non capisci” tesi l’orecchio per vedere se le mie perplessità fossero almeno in parte condivise da qualcuno. Ovviamente queste risposte non erano ricercabili sui canali dell’autore dove tra un “Flame” ed un “Troll” la claque di Recchioni passa il tempo a mettere alla gogna chi non la pensa come il loro guru. Ho letto quindi con piacere la vostra richiesta di delucidazioni, in conclusione pur sapendo che nella mente di ogniuno di noi ci sono angoli bui non condivisi con il mondo che sono appannaggio SOLO di chi vive nella nostra pelle, penso che, avendo la possibilità di condividere in modo selettivo i contenuti sul web, certi “esercizi di stile” o “provocazioni promozionali” dovrebbero essere condivise da un autore solo con cerchie mirate di aficionados che tanto diffonderanno il materiale con altri estimatori sbattere queste immagini “forti” (chiamiamole così) legandole al proprio nome e per prossimità anche a quello di chi ci commissiona i lavori…beh diciamo che non da di certo lustro a istituzioni editoriali che volevano un Tex iper-casto e che alle prime acrobazie sotto le lenzuola (sottolineo sotto) di Dylan Dog, faticarono non poco a placare gli animi di chi vedeva in quelle poche vignette di “sesso” un possibile veicolo di corruzione delle menti. Nascondersi sempre dietro al mito della Rock Star maledetta…o all’intellettuale che non può essere compreso dalle povere menti semplici beh è comodo e anche un po’offensivo per chi leggittimamente si pone di quando in quando qualche domanda.