Articolo di Margherita Brambilla
E così la Disney ha sfornato un personaggio gay; secondo questa dichiarazione di Bill Condon, regista del nuovo live action La Bella e la Bestia, nel film il personaggio di LeTont sarebbe esplicitamente omosessuale; sono seguite altre dichiarazioni nelle quali si è alluso al fatto che il tirapiedi di Gaston fosse in realtà sempre stato gay, fin dalla sua creazione, ma che la temibile censura del 1991 avrebbe stroncato il coming out sul nascere.
Sono anni – neanche tanti, in realtà – che la comunità LGBT+ si fa avanti perché la Disney sforni un personaggio queer; l’impatto di una narrazione omosessuale sfornata dalla più grande industria del divertimento della storia sarebbe incalcolabile, oltre che una presa di posizione progressista da parte di uno studio che, be’, non è mai stato molto al passo coi tempi quando si è trattato di questioni sociali. Si è per esempio speculato molto sulla sessualità di Elsa di Frozen (#giveelsaagirlfriend) o su quella di Merida di Ribelle – The Brave, per il semplice fatto che entrambe nella storia non hanno un partner. Quindi forse sono lesbiche? C’è della disperazione in tutto questo. Si è persino parlato di una scena in Frozen in cui possiamo ammirare un uomo che saluta quella che chiama “la sua famiglia” composta da tre bambini piccoli e un uomo e una donna adulti.

La risposta, con la Disney, è sempre e solo boh.
A onor di cronaca forse c’è già stata un’apparizione di una coppia LGBT in un film Disney: in Alla ricerca di Dory possiamo vedere una coppia di donne con una bambina in un passeggino fare una brevissima apparizione. I registi e produttori, di fronte alla domanda, se la sono cavata con un “decidete voi, noi non ci siamo posti il problema” e, onestamente, potrebbero benissimo essere due sorelle col bebè di un’altra a spasso per l’acquario. Irrilevanti.

Comunque Dory nell’originale è doppiata da Ellen Degeneres quindi non potete dirmi che lei non sia lesbica.
Quindi, tra comparsate LGBT, interpretazioni disperate dei fan e orecchie da mercante degli studios, capiamo bene che, se Bill Condon dice “LeTont è gay”, ci esaltiamo tutti. È la prima volta che la Disney ammette esplicitamente la sessualità non eterosessuale di un proprio personaggio e non è una cosa da poco.
Ora, facciamo un veloce dizionario di concetti che ci servono per capire i problemi che ci sono con questa situazione:
Queerbaiting, “usare un’esca queer”: significa, in sostanza, alludere al fatto che un personaggio di finzione, e alle volte una persona reale, appartenga alla comunità LGBT+ per attirare l’attenzione di alcuni fan interessati all’argomento, senza contemporaneamente ammettere esplicitamente che lo siano per non alienare o scandalizzare il resto del pubblico.
Esempi: Sherlock e Watson in Sherlock, Dean Winchester in Supernatural e, in generale, gli One Direction.
Queer coded villains, “Cattivi codificati come gay”:
Ci sono due casi da analizzare; nel primo, quello più semplice, il personaggio malvagio ha delle caratteristiche che lo rendono chiaramente queer agli occhi del pubblico, associando quindi l’omosessualità alla devianza. La Disney non è nuova a questo topos: vedi, per fare solo un esempio, Ursula da La Sirenetta, ispirata alla famosissima drag queen Divine. Ora, siamo tutti sicuri che si trattasse di un omaggio, ma, casualmente, gay=villain. Casualmente.
Nel secondo, che riguarda specificamente noi, si parla del Sissy Villain, il Cattivo Effeminato; traduco da tvtropes.org.
Il Cattivo Effeminato, come suggerisce il suo nome, è un uomo il cui cuore è tanto deviato quanto il suo polso è debole.
Visto lo stigma sociale contro la femminilità maschile e la “non mascolinità”, c’è una forte tendenza nelle narrazioni di finzione ad assegnare tratti femminili ai personaggi cattivi: atteggiamenti appariscenti, voci delicate, corporature snelle, leziosità, bell’aspetto femminile, discorsi magniloquenti, risatine, amore per la poesia e l’opera, senso della moda impeccabile (e non sempre moda maschile), amore per i gatti Persiani, et cetera. La malvagità, pare, è più viscida di una gonna di seta.
Spesso, l’Eroe contro cui si batte il Cattivo Effeminato e un Maschione-vecchio-stampo (qualsiasi tratto femminile abbia esiste solo per sottolineare la sua mascolinità) e rendere il cattivo “non mascolino” vuole proprio enfatizzare la forza dell’Eroe. In fondo non c’è niente di più macho che pestare una femminuccia. Non importa che il cattivo dal polso debole sia potente, appare debole e omosessuale e solo questo conta.
LeTont non corrisponde completamente a questa descrizione – non è l’antagonista principale, per esempio – ma possiamo sicuramente ascriverlo a questa categoria a titolo generale.
Quindi, non avevamo così tanto bisogno di un personaggio Disney gay se questo personaggio Disney è talmente pessimo da chiamarsi persino LeTont – nella versione originale si chiama addirittura LeFou, “il cattivo”. Non che i gay non possano essere cattivi, o tonti, ma magari – magari – è chiaro a tutti che il primo personaggio gay Disney è automaticamente un simbolo e magari – giuro, solo magari – il fatto che sia un personaggio minore, negativo e fastidioso simboleggia l’atteggiamento che la Disney ha nei confronti della comunità LGBT+.
Ricapitolando:
1. Il regista del nuovo La Bella e la Bestia dichiara in un’intervista che nel film sarà presente un personaggio gay, invogliando la comunità gay a scrivere e condividere articoli a riguardo e la comunità anti-gay a scrivere e condividere altrettanti articoli a riguardo, in sostanza ottenendo una quantità smisurata di pubblicità gratuita = Queerbaiting.
2. Nel film il personaggio non dichiara in alcun modo di essere gay se non con un atteggiamento effeminato che viene letto come segnale di omosessualità perché è esistita la sopraccitata intervista = Queerbaiting.
3. Nella classica lotta fiabesca tra il bene e il male LeTont sta dichiaratamente dalla parte del male. = Queer coded villains.
Concluderei con due considerazioni in particolare: per prima cosa la Disney, e in particolare La Bella e la Bestia, devono molto della loro rinascita tra gli anni ’80 e ’90 a Howard Ashman, compositore gay morto a 40 anni per AIDS, autore dei testi delle canzoni di La Sirenetta e La Bella e la Bestia; assieme ad Alan Menken fu colui che portò Broadway alla Disney regalandoci quello stile teatrale che diede agli studios al vero successo. Pare che Ashman, lavorando alla Bella e la Bestia, vide nell’ostracismo subito dalla Bestia una possibile metafora per la sua condizione di malato di AIDS.
Ecco, forse non trovo LeTont un bel servizio a questa memoria. Forse avrei preferito non ci fosse affatto un servizio.
Per seconda cosa, le sante parole della mia collega Benedetta Geddo che ringrazio per aver coniato la frase “vi punchlino il naso”.
mi sembra sinceramente che si voglia vedere il male dove non c’è (la Disney poi è l’azienda culturale più politically correct che ci sia e accusarla di omofobia è insensato) . Da una parte i reazionari tuonano contro la Disney perchè hanno osato inserire un personaggio gay, dall’altra voi protestate perchè non è “gay nel modo giusto” e perchè osa essere attratto dal cattivo della situazione? Mi sembrano critiche molto pretestuose. Oltretutto uomo che ama la moda, fa discorsi magniloquenti, ama i gatti persiani e l’opera non è effeminato, è un uomo punto che può essere etero, gay, bisex e può essere buono o cattivo . I gay, gli etero, i bisex, le persone raffinate ed eleganti che amano i gatti persiani e l’opera (persone che sono uomini, donne etero, gay eccetera ) sono umani come gli altri quindi possono essere anche malvagi e dipingere un personaggio malvagio come esplicitamente o semplicemente come un individuo elegante e dai gusti raffinati (individuo che ripeto può essere etero, come gay) non è omofobia.
Le Tont non è un personaggio negativo (il fatto che sia attratto da Gaston non basta a qualificarlo come tale) e se risulta buffo e ridicolo non è perchè è gay ma perchè è Le Tont.
voglio solo dire che rendere un villain esolitamente gay, queer oppure dargli tratti socialmente considerati “effeminati” (ma mi sfugge perchè risatine, amore per i gatti persiani e l’Opera o per i vestiti dai colori accesi siano “effeminati”) è scelta legittima e non per forza omofoba. Persone così possono esistere e sono buone o cattive come chiunque altro. . E con tutto il lavoro femminista che hanno fatto sulle protagoniste femminili come si fa a dire che la Disney non è al passo coi tempi??
Io vorrei solo fare una precisazione. Il nome LeFou credo sia ripreso dal francese e fou non significa ‘cattivo’ bensì ‘matto’. Forse non influirà molto sul senso generale dell’articolo, ma a quanto pare a gay si associa proprio l’idea di pazzia/malattia mentale..
elena, le tont non è un malato di mente! Ma che film avete visto? Chi pensa che questo film sia omofobo non capisce quello che vede
…No, semplicemente nel cartone Le Fou è “folle” poiché sciocco.
È il fesso del villaggio, per intenderci.
Qui invece è tutt’altro che sciocco!
Rivela una profondità morale non indifferente e questa cosa mi è davvero piaciuta.
Ma questo articolo lo ha scritto qualcuno che ha visto il libro o vi piaceva semplicemente l’articolo facile?
Perchè LeTont, tonto non è per niente nel film, anzi, è molto più sveglio di Gaston sebbene non sia colto ed alla fine del film ha una vera e propria redenzione, dato che si allea con i buoni.
Potrei scrivere ancora, ma non mi va di approfondire, dato che c’è gente ben più volenterosa, disposta a scrivere papiri su un film che sembra non aver visto.
Scusa ma il film l’hai visto?
Le Tont sarà anche un personaggio secondario, ma ha avuto un’evoluzione e anche significativa.
È innamorato e segue Gaston facendo cose discutibili ma la sua coscienza si fa sentire per tutto il film. Tanto è vero che alla fine lo abbandona senza pensarci troppo.
Forse è anche troppo per un personaggio secondario.
Poi comunque è una spalla comica e l’hanno fatto atteggiare quasi allo stesso modo del Le Tont originale.
Sinceramente lui è Stanley sono stati piazzati lì così naturalmente da avermi riempito il cuore di gioia.
Sono felice di questa rappresentazione, sinceramente.
Solo un piccolo appunto Fou significa ‘matto’ in francese nel senso di tontolone quindi la traduzione Le Tont è corretta. Ed è tontolone non perchè sia gay, ma perchè lo era nel film originale e quindi hanno ripreso il nome.
Inoltre il regista stesso ha detto che LeTont un giorno vorrebbe “essere come Gaston” e il giorno dopo “vorrebbe baciarlo” Quindi non possiamo dire che sia un gay dichiarato, neppure lui lo sa con certezza.
Inoltre nel film Le Tont diventa la coscienza di Gaston. Per esempio nella scena con il padre nel bosco dice a Gaston che non si sta comportando bene e nella canzone “Attacco al castello” canta “ma davvero il mostro è lui” riferendosi a Gaston ed infine combatte e si schiera con gli abitanti del castello (salva anche la teiera)
Quindi non è un personaggio completamente negativo, anzi! Inoltre non è neanche apertamente gay, non lo sa nemmeno lui!
Semplicemente se vogliamo trovarci un difetto penso che la Disney ci hanno fatto troppa pubblicità per nulla.