Articolo di Natasha Vagnarelli
Sono stupefatto! Non sapevo fossi in grado di comporre in modo così grazioso. In una parola, il tuo Lied è bello. Ti prego, cerca di fare più spesso queste cose.
Certo, Wolfgang con quel “sono stupefatto” forse vi ha fatto storcere il naso, ma era il 1770, più di così non si poteva pretendere. Anzi, io direi di fare un piccolo applauso ad Amadeus. Davvero, forza, tutti insieme!
Questa frase la scrisse il famosissimo Mozart alla sorella, in una lettera. Ma Maria Anna, chiamata da tutti Nannerl, non ascoltò la preghiera del fratello. O forse l’ha fatto, ma nessuna delle sue composizioni da lei realizzate ci è rimasta. Quale sia la verità è impossibile saperlo, però la reazione non cambia.
Cosa?
La maggiore dei pargoli Mozart ha sempre amato la musica, ha sempre suonato e ha aiutato la diffusione delle opere del fratello, morto prematuramente. Perché allora questa donna colta, longeva (è morta quasi ottantenne) è finita nel dimenticatoio?
Rileggete la frase sopra, e troverete la risposta da soli. Sì, esatto, la risposta è situata in una sola, singola parola.
Donna.
Leopold Mozart, il padre, non aveva certo i soldi per finanziare i tour di entrambi i figli e, invece di puntare su Nannerl, detta anche più brava del fratello, scelse Amadeus. La ragazza, ormai diciottenne, doveva sposare un uomo ricco e aumentare i fondi della famiglia d’origine.
Sylvia Milo ha scritto The Other Mozart, opera teatrale che dà voce a questa donna dimenticata.
QUI troverete l’intervista all’autrice, che sicuramente potrà spiegarvi molto meglio di me il significato e lo scopo della sua creazione.