La strada che porta alla legalizzazione dell’aborto è ancora lunga. Il che rende ancora più importante prestare attenzione al linguaggio.
[NdT: In Germania l’aborto è tuttora illegale. Lo stabilisce il § 218 del Codice penale tedesco. In linea di principio, in caso di aborto è possibile che si sconti una pena detentiva che può ammontare fino a tre anni. La punibilità si applica a tutte le parti coinvolte. Pertanto, sia il personale medico che la stessa persona incinta possono essere perseguiti. Tuttavia, vi sono una serie di eccezioni per le quali l’aborto non è punibile per legge. Il § 219, invece, vieta la promozione dell’interruzione della gravidanza. Questo significa, tra altri aspetti, che al personale medico non è consentito offrire informazioni dettagliate sull’aborto al pubblico. Nel caso in cui si contravvenga a tale norma, si è passibili di sanzioni.]
Era una buona notizia quella proveniente dal Ministero Federale della Giustizia a metà gennaio: il paragrafo 219a del Codice penale tedesco verrà finalmente abolito. Ci si aspettava egualmente che la coalizione semaforo concordasse sulla soppressione del divieto di informazione relativo all’aborto. [NdT: Il termine tedesco “Ampelkoalition” (ovvero “coalizione semaforo”) si riferisce alla cooperazione di tre partiti politici al fine di formare una maggioranza di Governo. A partire dal significato originale che designa la coalizione di un partito socialdemocratico o socialista (rosso per il Partito Socialdemocratico di Germania), un partito liberale (giallo per il Partito Liberale Democratico) e un partito ecologista (verde per i Verdi), il termine si è poi evoluto a definire di una serie di varianti di collaborazione politica.]
In fin dei conti, tutti gli attuali partner della coalizione avevano già presentato, nel corso della scorsa legislatura, delle proposte di legge proprie volte alla sua abolizione.
Tuttavia, al momento si vocifera che il 219a non sarà effettivamente stravolto fino a giugno. Le leggi richiedono tempo, e anche la loro abolizione richiede tempo – se non altro perché si devono osservare dei passaggi formali quali votazioni dipartimentali e letture in plenaria. In questo caso, però, è poco probabile che l’abolizione possa tornare a essere a rischio.
Non esiste un solo sentimento legato all’aborto
Ciononostante, gli approcci alla questione all’interno della coalizione divergono significativamente. Ciò si era già palesato nelle formulazioni con cui il ministro della giustizia Marco Buschmann (Partito Liberale Democratico), avente un ruolo guida in materia di 219a, aveva presentato il suo progetto di legge. Le donne sono “strette in una difficile decisione di coscienza”, ha detto – che l’aborto possa effettivamente essere un sollievo per le donne involontariamente incinte sembra ancora essere inconcepibile. E il fatto che i sentimenti associati a una gravidanza indesiderata abbiano in ogni caso un carattere individuale sembra anch’esso non essere ancora pervenuto al Ministero della Giustizia.
L’ideologia degli oppositori e delle oppositrici all’autodeterminazione è un’altra. “Pubblicità incentivanti o addirittura offensive” a favore dell’aborto saranno ancora vietate, li ha tranquillizzati il Ministro della Giustizia – come se alle donne incinte venisse in mente di abortire giusto perché il medico dietro l’angolo offre il servizio a soli 3,99 euro. E nessuno, a detta di Buschmann, ha da “temere che la vita non ancora nata non venga più protetta”. Perché l’aborto stesso – oh, che sollievo! – è ancora punibile dalla legge.
È vero che Buschmann sta dando il via alla soppressione del paragrafo 219a. Tuttavia, è ben lontano da una posizione progressista in materia di diritti riproduttivi. Il Partito Socialdemocratico e i Verdi sono ora obbligati a lavorare per modificare il linguaggio del progetto di legge. Questo perché è davvero necessario e urgente sopprimere il paragrafo 219a. Il progetto di legge, però, definisce il tono di ulteriori sviluppi futuri: il modo in cui la coalizione procederà verso il male maggiore, il paragrafo 218.
L’abolizione di questo paragrafo, che nel Codice penale tedesco figura alla stregua di assassinio e di omicidio colposo e che ha potenzialmente criminalizzato le persone fertili di questo Paese per più di 150 anni, è sia nel programma dei Verdi che in quello del Partito Socialdemocratico. Eppure, nell’accordo di coalizione non compare nulla di tutto ciò. Il solo e unico compito di una commissione apposita sarà quello di “esaminare” la possibilità di disciplina dell’aborto al di fuori del Codice penale tedesco.
La politica clientelare del Partito Liberale Democratico
Perché una maggioranza schiacciante di due terzi all’interno dei partiti di governo non è stata sufficiente per qualcosa di più di una semplice commissione aperta? In ogni caso, è stato chiaro fin dall’inizio: il Partito Liberale Democratico non ha mai avuto granché da proporre in materia di diritti delle donne. Il partito sta combattendo con le unghie e con i denti già solo contro le quote, è rappresentato nel parlamento federale tedesco da meno di un quarto di donne – e gli sono vicini anche “uomini liberali” che rappresentano posizioni anti-femministe. Nemmeno l’impegno del Partito Liberale Democratico a favore dell’abolizione del § 219a può nascondere tale realtà. Questo perché il partito ha a cuore la libertà professionale del personale medico – in altre parole, politica clientelare.
La situazione è piuttosto diversa per quanto riguarda il § 218. Questo “compromesso” non va toccato nel suo impianto di base, dice Stephan Thomae, cattolico e capogruppo parlamentare del Partito Liberale Democratico nel parlamento federale tedesco. “Eticamente e politicamente inaccettabile”, è il commento sull’aborto della deputata Katrin Helling-Plahr. E il Ministro Federale della Giustizia Marco Buschmann? Le formulazioni del § 219a lasciano solo due possibilità. O replica i cliché di cui si fa spesso uso (“strette in una difficile decisione di coscienza”) – e quindi non sa di cosa sta parlando, oppure si oppone aggressivamente alla legalizzazione dell’aborto. Probabilmente la seconda.
Prezzo politico elevato per l’abolizione del § 218
Ma che cosa ha tirato in ballo nei negoziati di coalizione il Partito Socialdemocratico, il quale ha inserito nel suo programma l’abolizione del § 218? Vediamo un po’. Al di là del gruppo di lavoro delle donne socialdemocratiche, a cui si deve questo punto del programma, l’interesse del Partito Socialdemocratico a buttarsi nella mischia per la nicchia di clientela femminile è ben chiaro. È conveniente includere delle rivendicazioni nel proprio programma senza però lottare per esse. Dal punto di vista del Partito Socialdemocratico, tuttavia, è comprensibile: il prezzo politico dell’abolizione del § 218 sarebbe elevato.
Per gli oppositori e le oppositrici extraparlamentari all’autodeterminazione, compresi l’Unione e l’Alternativa per la Germania, sarebbe facile ricorrere a scenari populisti dell’orrore e ad argomenti fasulli e tronfi per suscitare ostilità contro l’idea di non proteggere più la “vita” – a prescindere dal fatto che aborti legali e sicuri salvano vite umane. Le chiese interverrebbero, media come Bild e Welt scatenerebbero un dibattito mediatico. E anche all’interno della loro stessa clientela elettorale l’atmosfera non è affatto chiara.
Tutto questo vale in ogni caso anche per i Verdi. Tuttavia, è grazie al loro gruppo di negoziazione che la commissione prevista mantiene perlomeno una porticina aperta al dibattito politico sul § 218 in questa legislatura. Per convincere il Partito Liberale Democratico ad approvare la commissione, i Verdi hanno fatto affidamento sulla volontà di questi ultimi di legalizzare la donazione di ovuli e la maternità surrogata. Oltre a esaminare la possibilità di legalizzazione del § 218, sotto la pressione del Partito Liberale Democratico si sta esaminando anche la possibilità di legalizzare la donazione di ovuli e la maternità surrogata. Al di là di tutti gli argomenti etico-morali a tal proposito, che sono complessi: il Partito Liberale Democratico si occupa principalmente degli interessi economici dei fautori della medicina riproduttiva. Salve, politica clientelare.
L’esempio del Canada: si può anche fare a meno della pena
La commissione apre quantomeno la possibilità che l’abolizione del paragrafo 219a non sia la fine del dibattito sull’aborto in Germania. Al contrario: deve esserne il preludio. Sia il movimento che la sinistra sociale hanno ora una finestra di opportunità per sfruttare lo slancio al fine di spingere e affiancare da vicino la commissione. Quando giungerà, come sarà diffuso, come sarà seguito dai media: tutto ciò avrà una grande influenza sul clima sociale e politico riguardo il § 218.
In definitiva, Paesi come il Canada hanno dimostrato da tempo che non solo è possibile disciplinare l’aborto al di fuori del Codice penale – ma anche che funziona alla meraviglia. Da più di 30 anni, il Paese considera l’aborto come una parte dell’assistenza sanitaria, le persone incinte non sono più criminalizzate, il tabù è stato spezzato. Tra le altre cose, ciò renderebbe possibile la copertura dell’aborto da parte dell’assicurazione sanitaria, l’insegnamento della relativa pratica nella formazione medica, l’esistenza di un numero sufficiente a lungo termine di personale medico in grado di praticare l’aborto – e la possibilità per le persone fertili di avere finalmente il diritto di decidere autonomamente sul proprio corpo. Per questo, abbiamo bisogno della commissione, per questo, abbiamo bisogno della legalizzazione. Abbiamo la possibilità di spianare questa strada – adesso.
Fonte
Magazine: HEINRICH-BÖLL-STIFTUNG
Articolo: Alte Klischees bei neuer Gesetzgebung
Scritto da: Patricia Hecht
Data: 28 febbraio 2022
Traduzione a cura di: Grazia Polizzi
Immagine di copertina: Manny Becerra
Immagine in anteprima: Pinterest