La mia più che una confessione è una riflessione.
L’antefatto che mi ha ancor di più spinta a riflettere sulla cattiveria e sul velato maschilismo con cui ancora viviamo è questo:
Un anno e mezzo fa (mese più, mese meno) ero fuori con un gruppo di amici. Avevo bevuto un poco ed era tardi: iniziai ad accusare la stanchezza e mi appoggiai ad occhi chiusi ad un palo della luce. Il ragazzo che era stato accanto a me durante la serata, con il quale avevo scherzato e parlato, decise che era il momento buono per baciarmi.
Dopo qualche istante l’ho allontanato.
Mi sono sentita, così, dare della frigida che se la tira.
Da quel momento, ha iniziato a trattarmi diversamente, in maniera cattiva, atta solo a minare la mia autostima (che, fidatevi, è già labile di suo).
È ricapitato qualche mese dopo… Non avendolo voluto baciare, mi ha lasciata tornare a casa a piedi con la mezza scusa che era in bici e che doveva tornarsene a casa sua. Erano le due di notte.
Arrivata a casa, il vigliacco (sì, perché fino a due minuti prima era stato gentile e aveva abbozzato il mio rifiuto) mi ha mandato un sms che cito testualmente. Lo ricordo benissimo:
”Comunque sei solo un’arrizzacazzi di merda e non vali una sega.”
E queste cose continuano.
Quando siamo in gruppo, ogni accenno di complimento che mi viene mosso è subito cancellato da delle sue parole che mi sminuiscono, mi danno della sopravvalutata, che al mondo ce ne sono mille più belle e più brave e più blabla, che quando recitiamo (facciamo una specie di teatro d’improvvisazione) io non gli piaccio affatto. Persino sul taglio di capelli ha avuto da ridire.
Ora. A me non me ne frega niente di tutto questo. Anzi, sono quasi sicura che si diverta anche a sentirmi rispondergli in maniera sassy (un sarcasmo che lui non riesce proprio ad avere dato che le sue offese sono al livello di prima elementare).
Ma (e qui la mia riflessione)…se mi avesse parlato in questo modo quattro, cinque anni fa, prima che io iniziassi il mio percorso con la psicologa, starei soffrendo al punto tale da piangere ogni notte e smettere di andare a quel corso di teatro che mi piace tanto.
Ci avrei creduto.
Avrei creduto a quelle parole denigranti e orribili.
Se lui avesse preso di mira non me, ma una ragazza davvero fragile, impaurita dalle relazioni sociali, timida e con l’autostima di una betoniera, chissà cosa cosa avrebbe potuto causare in lei.
Con tutte queste storie di vittime di bullismo, questo idiota non si rende minimamente conto (voglio lasciarmi il dubbio che sia davvero un cretino) del danno che può causare un simile svilimento, delle simili cattiverie.
Viviamo in un posto dove se non la dai sei frigida e se la dai sei una troia.
Credo andrò a Honolulu con Merlino, ma magari oltre il Ventunesimo secolo. Sempre che la situazione sia migliorata, ovvio.
Giulia
A me viene da pensare solo che persone come queste abbiano avuto delle gravi mancanze affettive in famiglia,tanto che un rifiuto diventa impossibile da accettare.Purtroppo di figli malati il mondo ne partorisce ogni giorno e credo che l’unica possibilità sia insegnare ai bambini come si possa avere consapevolezza di sè e delle proprie emozioni,senza scagliarsi sul primo che capita.
Prima di tutto, in bocca al lupo per la tua terapia, da come scrivi penso che il tuo sarà un percorso bellissimo che ti porterà ad avere la serenità che desideri. Penso che il soggetto in questione faccia parte di quella categoria che pensa che se una donna rivolge attenzione a un uomo, lo fa perchè è interessata: era stato accanto a te durante la serata, avevate scherzato e parlato e quindi lui si è raccontato la favola che tu “ci stavi”. Perchè secondo lui uomini e donne entrano in contatto solo per arrivare a fare sesso: quindi il tuo comportamento per lui è stata una manovra per illuderlo e poi rifiutarlo. Questi tipi mal digeriscono il 2 di picche, diventano aggressivi, suggerirei di far sapere alla comitiva ( mi sembra che ancora ti capita di incontrarlo) che ti ha mandato quei messaggi….. un tipo del genere ha scarsa stima delle donne.