Le storie possiedono la straordinaria capacità di riscoprire la dimensione umana di ognunə.
Ogni persona è definita e si definisce per la possibilità ricorsiva di narrarsi: la narrazione traccia i confini delle possibilità e ciascuna possibilità può a sua volta diventare una potenziale narrazione.
E come succede spesso, la storia narrata potrebbe anche essere la nostra. O quella di unə nostrə amicə, parente, conoscente.
È così che vita, storia e narrazione intercettano un percorso comune che molto spesso non passa inosservato ma scava nel vissuto per trovare un posto e non lasciarlo più, per creare dei ricordi che non verranno più cancellati.
Sono storie che non restano inosservate ma ‘si fanno sentire’. Storie che non passano in sordina perché la loro eco riecheggia nel battito di chi le legge: sono storie che ‘fanno rumore’.
Fai rumore è il titolo della raccolta composita di nove fumetti edito dalla casa editrice Il Castoro nel 2022 che fa capo alla penna e all’estro creativo di alcuni dei e delle più grandi esponenti del settore (Anna Cercignano, Eleonora Antonioni, Maurizia Rubino, Francesca Torre, La Tram, Lucia Biagi, Vega Guerrieri, Caterina Ferrante, Laura Guglielmo, Davide Costa, Elisa 2B, Carmen Guasco, Marta Malcolino, Alessia De Sio). La sua ideazione è da attribuire al frutto di una collaborazione con il Collettivo Moleste, realtà artistica che si occupa di promuovere la parità di genere nel mondo del fumetto.
Differenti modalità espressive e stili grafici accomunati dal perseguimento di un unico proposito: quello di arrestare la violenza di genere.
Violenza che si presenta anch’essa sotto profili differenti: quello delle relazioni tossiche, del fat e dello slut shaming, del mancato rispetto del consenso e della mascolinità tossica.
Interlocutorə privilegiatə e anche protagonistə di questi racconti a cuore aperto sono lə adolescentə, non perché ‘a loro’ si debba insegnare qualcosa, ma affinché ‘con loro’ si possa instaurare un dialogo reciproco basato sull’ascolto non giudicante e sulla comprensione.
Non a caso, ascolto e comprensione costituiscono una sorta di fil rouge nella trama delle storie che si susseguono nel corpus di fumetti di Fai Rumore perché si identificano come le premesse per disinnescare meccanismi discriminatori, pregiudizievoli e tossici.
All’interno di questo circuito narrativo, l’amicizia, il conforto e la protezione che da essa
si possono ricavare, giocano un ruolo fondamentale nell’individuazione di un percorso di progressiva liberazione dal circolo vizioso provocato dal senso di colpa, dall’inadeguatezza e dalla vergogna. Parole come “Nessunə può farlo per te, ma non devi farlo da solə”, “No, non è colpa tua. Non farti questo”, “Scrivimi quando arrivi”, “Non importa cosa non abbiamo fatto. Mi importa cosa facciamo adesso”, “Tranquillə, risolveremo tutto” sono solo alcuni dei modi con cui lə giovanə protagonistə vengono aiutatə ad uscire da quella che sembra una strada interrotta. Sono quelli che sapientemente una delle fumettiste, Francesca Torre, definisce in una sua intervista “atti di superamento del silenzio”.
Sulla scia delle matite, delle sfumature e delle intensità di colore, la vita e il vissuto di nove personaggi si dipana, molto spesso scontrandosi, con le aspettative giudicanti di una realtà che non è alla loro altezza perché impreparata ad accogliere la diversità, l’inusuale e il rifiuto delle convenzioni.
Ma lo scontro potrebbe assumere contorni più labili e toni meno aspri se il percorso che si compie è consapevole e condiviso.
Come sottolinea la protagonista della storia Due di due “Non c’è un momento giusto per guarire. Ma quel momento lo riconosci. E te lo ricordi…è il momento in cui non hai più paura”.
Condivisione è un’altra delle parole chiave attorno a cui ruota l’orizzonte narrativo individuato dall’antologia. Il più delle volte, i personaggi non sono delle monadi isolate nel mondo quanto piuttosto degli esseri che provano una poliedrica e tridimensionale gamma di sentimenti che mette in risalto la loro unica ed irriducibile umanità. Un’umanità che assume colori scuri e poco bagnati di luce quando i temi trattati sono particolarmente delicati; un’umanità che ‘scolorisce’ nei toni del bianco e nero quando lə
protagonistə perde contatto con la parte più profonda di se stessə e si perde; un’umanità che arriva anche a frantumarsi come lo schermo di un telefono da cui provengono incessanti insulti.
E allora ‘fare rumore’ per smettere di ascoltare quegli insulti e smettere di sentirsi inadeguatə sembra essere un ottimo monito pedagogico per non rimanere legati e re-legati nella passiva omologazione del ‘si è sempre fatto così’.
In questo molto spesso usuale stato delle cose, la raccolta di fumetti Fai Rumore sollecita risposte e riflessioni rinfrescanti a domande vecchie e nuove, propone e non impone, abbraccia e non esclude, comprende e non giudica sullo sfondo evocativo di tavole dall’intenso impatto visivo ed emotivo.
D’altronde, non è proprio la letteratura a configurarsi come una delle prime ed autentiche forme di rottura del silenzio?