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Accessibilità nella tv e cinema. Una chiacchierata con Associazione RestArt

Accessibilità nella tv e cinema. Una chiacchierata con Associazione RestArt

Quando si parla di accessibilità si tende a pensare inizialmente alle barriere architettoniche o qualcosa di “fisico” e ben visibile.
L’accessibilità, invece, è anche molto altro. Si pone l’obiettivo di creare contenuti privi di ostacoli e di permettere a tutte le persone di usufruire allo stesso modo di TV, piattaforme di streaming, radio e cinema.
Quale è il quadro italiano al momento? Quali problematiche presenta questo ambito?
Ne parliamo con Silvia Rigon e Arianna Martini, socie fondatrici dell’Associazione Professionale RestArt, che si occupa proprio di traduzione, adattamento e accessibilità audiovisiva.
Hanno lavorato a prodotti destinati a festival come il Festival del Cinema di Roma, la Biennale di Venezia, il Torino Film Festival, la Berlinale e altri.

Ciao ad entrambe. Innanzitutto grazie mille per la disponibilità ed il tempo che state dedicando a questa intervista. Potreste dirci un pochino qualcosa su di voi, sul vostro percorso e la nascita di RestArt?

Ciao, certo.
Siamo entrambe laureate in Traduzione e Interpretariato (inglese, francese con un po’ di spagnolo e un po’ di russo). Ci siamo conosciute a Torino, proprio ad un master sulla traduzione audiovisiva e cioè adattamento, doppiaggio e sottotitolaggio.
Durante le lezioni, progetti di gruppo e tirocini ci siamo rese conto di quanto lavorare assieme funzionasse bene, contrariamente a quello che normalmente viene detto e fatto in questo mestiere. Raramente si lavora in sinergia, ma abbiamo scoperto di funzionare bene. Inoltre, si tratta di un lavoro ad alta creatività. Pensiamo al doppiaggio, ai giochi di parole, la localizzazione, gli adattamenti culturo-specifici…
Venire da zone diverse d’Italia, inoltre, aiuta. Una cosa che per una persona può suonare perfettamente normale potrebbe essere un regionalismo e non risultare chiara per l’altra persona, quindi ci controlliamo a vicenda. Ci si aiuta a risolvere i dubbi e si fa brainstorming insieme.
Abbiamo aperto l’Associazione nell’aprile 2021, tentando la sorte. Siamo un’associazione tra professioniste, con una Partita IVA unica e ci dividiamo i compiti, in base ad una struttura interna.
C’è chi si occupa di più di adattamento e audiodescrizione (Silvia) e chi di sottotitoli (per persone sorde e persone udenti) e sceneggiatura (Arianna).

Potreste farci degli esempi pratici? Come si lavora su dei sottotitoli? Quali procedimenti e accortezze si mettono in atto per l’accessibilità?

Allora, va detto che il tutto varia tantissimo in base alla fase del progetto. Il nostro lavoro spazia in varie fasi della produzione. Per esempio, in pre-produzione troviamo traduzioni editoriali, sceneggiature, documenti… avvicinandoci di più al lavoro di un traduttore classico, sebbene con accortezze di linguaggio tecnico e layout. Servono anche dei programmi specifici. Ad esempio per le sceneggiature serve Final Draft, programma usato da molte produzioni.
In post-produzione, invece, lavoriamo con liste dialoghi, sottotitoli, adattamento e accessibilità. Le liste dialoghi servono come base per il resto delle lavorazioni in post-produzione. Non sempre tutto appare nella sceneggiatura. Magari qualcuno improvvisa, ci sono cambiamenti o brusii. Nella lista dialoghi sai esattamente in che momento chi dice cosa. Di solito serve o per archivio o come base per la localizzazione. Per i sottotitoli esistono vari programmi per sottotitolare, noi usiamo EZTitles. Esistono molte linee guida per i sottotitoli. Quelli standard prevedono la trascrizione senza indicazioni di campo, nome e musica. Oscilla tra i 37 e 42 caratteri e si può scrivere su massimo due righe. Fondamentali sono i caratteri al secondo (CPS, characters per second), che servono per garantire la leggibilità. Si va tra i 17 e i 20. Anche quelli corti hanno una durata minima di apparizione per essere letti. Ovviamente ci riferiamo alle persone senza disabilità, al momento.
L’audiodescrizione, invece, consiste in una voce narrante che descrive dettagliatamente ciò che avviene nel film, trasmissione o prodotto del caso, fornendo tutti gli elementi necessari affinché anche le persone cieche o ipovedenti possano godere a pieno dei contenuti in questione.

Molto, molto interessante. Concentriamoci un attimo sull’accessibilità invece…

Spesso i sottotitoli per persone sorde e le audiodescrizioni nemmeno vengono usati, ma fatti solamente perché previsti per legge e depositati negli archivi.
In Italia, con la legge Stanca (2004), tutto ciò che viene prodotto con i finanziamenti ministeriali va depositato in cineteca RAI. Sono aumentati i prodotti sottotitolati o con audiodescrizione, ma non molto la sensibilità che li accompagna. È evidente come vengano visti come dei processi meramente obbligatori per legge ma non se ne capisce la vera importanza e necessità.

Se si deposita nella cineteca RAI questo implica che si debbano seguire le linee guida RAI?

Anche se non stiamo lavorando per la RAI è vivamente consigliato, sebbene non obbligatorio. Le linee guida RAI, aggiornate al 2021, sono l’unica cosa fornita e si trovano anche online.
Il sottotitolaggio RAI per persone sorde richiede la colorazione. Abbiamo cinque colori: bianco, ciano, magenta, verde e giallo. Una volta assegnati non si cambiano. I primi quattro colori sono per i personaggi principali della storia. Il giallo è per personaggi generici.
Per i personaggi fuori campo o si mette il nome tra parentesi, spazio permettendo, o si utilizza il simbolo di maggiore e minore, dove l’angolo indica la direzione dalla quale proviene il suono.
I rumori sono sempre molti e bisogna imparare a distinguere cosa va inserito o meno. Se inseriamo nei sottotitoli suoni non rilevanti ai fini della scena o trama togliamo importanza a ciò che sta accadendo. Un buon esercizio, a lavoro completato, è rivedere il film senza volume leggendo i sottotitoli. Si scrivono i titoli delle canzoni e si sottotitola il testo solo se ha un valore o significato nella scena. Se la musica, invece, proviene dalla scena si indica tra parentesi e si segnala, ad esempio, che la musica proviene dalla chitarra. Solo se lo strumento non si vede. Questo è fondamentale. Le persone con disabilità non vanno infantilizzate. Se una persona che può vedere o sentire non ha bisogno che le venga esplicitato qualcosa perché lo può cogliere, lo stesso vale per le altre. Bisogna solo dare i mezzi a chiunque di poter usufruire degli stessi input.

Passando invece ai numeri. Come è la nostra situazione in quanto a dati?

Dall’avvento di RaiPlay i numeri sono estremamente migliorati. La legge n. 4/2004 Stanca obbliga anche tutte le pubbliche amministrazioni a dotarsi di siti web accessibili attraverso alcuni accorgimenti tra i quali, ad esempio, l’inserimento in tutte le pagine e i documenti pubblicati di un lettore di sintesi vocale text-to-speech che ne permette l’ascolto in tempo reale; l’invito è inoltre a porre particolare attenzione affinché testo e parte grafica siano comprensibili se consultati in bianco e nero.
Ad oggi la RAI, finalmente, garantisce il 98% di prodotti sottotitolati. Pensiamo anche a Sanremo con l’interpretazione in LIS!
La RAI, essendo un’emittente pubblica, deve soddisfare alcuni requisiti minimi sanciti dal Contratto Nazionale di Servizio tra i Ministero dello Sviluppo Economico e la RAI stessa. Il contratto è stato in vigore dal 2018 al 2022 e deve essere rinnovato a breve.
Il Contratto di Servizio richiede a Rai di sottotitolare almeno l’85% della programmazione delle reti generaliste tra le ore 6 e le ore 24 (art. 25 co. 1 lett. h punto i). Nel 2020 Rai ha sottotitolato 17.050 ore, pari a circa il 93% della programmazione.
Rispetto al 2019, i programmi sottotitolati su RaiPlay sono aumentati del 30% e, a partire da marzo 2020, esiste la sottotitolazione per le edizioni del TG Regionale in 10 Regioni.

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Per quanto riguarda l’audiodescrizione?

Per quanto riguarda l’audiodescrizione nel 2020 sono state trasmesse sulle reti generaliste 1.700 ore di prodotto audio descritto (più 13% rispetto al 2019), che ha consentito la copertura di circa il 90% di film e fiction di prima serata. Abbiamo aumenti su Rai Premium del 15% e per Rai Movie oltre il 70%.
Dal 2019 è stata sperimentata l’audiodescrizione in diretta della prima de La Scala. Purtroppo per la promozione sui social, i primi tempi molte persone non capivano il perché della voce narrante, indice di quanto sia importante sensibilizzare il pubblico.

Tutto questo riguarda principalmente la televisione. Come è la situazione in ambito cinematografico?

Stando ad uno studio dell’Università Cattolica, il tema della disabilità riguarda 80 milioni di persone, ovvero una persona su sei. Nei cinema presi ad analisi, su 1121 sale (fonte Cinetel) solo 117 (pari al 10%) hanno risposto al questionario che voleva mostrare una fotografia sul territorio nazionale: la facilità di ingresso alla sala, i posti dedicati, la percentuale di biglietti venduti, i film sottotitolati, le modalità di fruizione, le tariffe agevolate e i biglietti gratuiti per le persone con disabilità e chi le accompagna. Si evince che solo il 69,2% delle sale è completamente accessibile, che in media l’1,7% dei posti è dedicato alle persone con disabilità motoria.
Spesso i cinema non sono attrezzati né con rampe per le persone con difficoltà motorie né tantomeno hanno staff pronto per accompagnare gli spettatori con disabilità.

Direi che i dati parlano chiaro.

Sì, ma per fortuna esistono siti web, app o iniziative che stanno contribuendo al miglioramento della situazione.
Un esempio è il sito di Rai Easy Web, il canale RAI per l’accessibilità. Oppure esiste l’applicazione Movie Reading, con la quale si seleziona il film che si vuole vedere e scaricherà i sottotitoli e audiodescrizioni. Uno dei pregi di questa applicazione, sempre più diffusa soprattutto tra persone cieche e ipovedenti, è che non necessita di alcun adeguamento da parte della sala o del cinema.
Da tempo si parla di Accessible Filmmaking (Pablo Romero Fresco) e cioè di inserire la resa accessibile e la traduzione già in fase di produzione, attraverso la figura dell’accessibility coordinator che agisce da consulente con il regista e con le altre figure della produzione.
I metodi di resa accessibile non servono solamente alle persone con disabilità, ma potenzialmente a tutti. Ad esempio, persone che stanno facendo altro in casa e rischiano di perdersi alcune parti di un programma potrebbero usufruire dell’audiodescrizione; così come persone straniere, persone che stanno imparando l’italiano, persone anziane o persone neurodivergenti potrebbero trovare i sottotitoli per persone sorde estremamente utili.
Un’iniziativa lodevole è l’InCinema Festival del Cinema Inclusivo. Inaugurato il 23 ottobre 2023 a Firenze, questo festival porta in giro per l’Italia un progetto itinerante che ha l’obiettivo di far godere la visione di grandi film a chi ha disabilità sensoriali. In programma per l’intera durata del Festival ci sono 20 proiezioni fruibili da tutti, indipendentemente dalle capacità di ognuno. I titoli sono stati scelti per rappresentare le varie tendenze del cinema europeo, o di coproduzione europea, con una particolare attenzione verso la produzione italiana. Inoltre, sono stati in larga parte presentati in manifestazioni internazionali e hanno vinto importanti riconoscimenti.
Tutti i film in programma vengono presentati con i sottotitoli per le persone sorde e ipoacusiche e l’audiodescrizione per le persone cieche e ipovedenti. Ci sono, inoltre, anche attività collaterali tipiche dei festival, come masterclass, incontri con gli autori e con attori e registi, con la trascrizione in tempo reale, in modo da essere accessibili anche al pubblico con disabilità uditiva.

Che iniziativa meravigliosa!
Io vi ringrazio per il vostro tempo e per le informazioni preziose che ci avete dato. Speriamo che si possa andare verso un sempre costante miglioramento.

Fonti:
Rai Easy Web https://www.rai.it/dl/easyweb/index.html
Movie Reading https://www.moviereading.com/
InCinema https://www.incinema.org/
Associazione RestArt https://www.associazione-restart.com/
Cinema Inclusivo https://secondotempo.cattolicanews.it/news-films-for-all-per-una-cultura-inclusiva-del-cinema
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