L’importanza dello scritto
Nel digitale vi è ormai l’opinione che sia una necessità oltre che un “utile”. In questa realtà si interseca l’ambientalismo, solo futuro possibile per preservare l’esistenza umana.
La tecnologia e il mondo digital ci appartengono dagli anni ’90 (anno della nascita dell’Internet conosciuto), ma vivranno con e dentro l’umanità nelle più prossime cronologie.
La Comunicazione è altresì un settore di pluralismi il cui lavoro è coadiuvato con altri ruoli, che avvolge anche la transizione digitale. Si avvale della lingua che è civilizzazione, per questo si trova in un perpetuo meccanismo di perfezionamento, onde evitare una “decrescita” dei propri significati.
L’esposizione scritta è vettore: dell’informazione/educazione (testi scolastici, manuali, dispense; riviste e giornali; traduzioni), del marketing (cartellonistica, locandine, brochure e depliant, guide, slogan, banner, schede tecniche, white paper e casi studio) o dell’intrattenimento (libri ed e-book, fiabe e racconti, antologie, raccolte di poesie e filastrocche; recensioni e interviste; testi musicali; sceneggiature), ma anche della Legge o del linguaggio amministrativo (documenti, regolamenti e decreti; e-mail, comunicati stampa).
La scrittura un tempo trovava la sua dimensione nelle sedi fisiche quali: librerie, biblioteche, case editrici, testate giornalistiche e uffici stampa. Dagli anni 2000 in poi si è adattata ai nuovi “vani virtuali” come: website, blog, social media e redazioni non cartacee.
È il sottomondo delle connessioni, che imita, potenzia o porta all’espansione il mondo reale. Di questo fanno parte tradizionali professioni: giornalista, intervistatorə, titolista, redattorə/articolista, editor e correttorə di bozze, poeta e saggista; romanzierə, scrittorə e autorə, ghostwriter. E mestieri neo-nati: web content manager, creator, copywriter…
Molti di noi scrivono o leggono, si pensi alle news ed alla cronaca, ai brevi articoli dei magazine, dei periodici e dei quotidiani, sino alle didascalie dei post Instagram, per nominare uno dei tanti colossi del network… La coscienza collettiva dev’essere quindi chiamata ad aggiornare le proprie strutture linguistiche, perché si costituisce da persone parlanti e scriventi.
Nella piccolezza di un solo lemma o di un icona si può vedere se esiste inclusività, accessibilità o se è politicamente corretta e solidale.
Come rendere femminista uno spazio web
La scrittura della rete è permeabile alle contaminazioni straniere, è più immediata e di solito di sintesi. Costruisce la sua forma nelle pubblicazioni, nei contenuti ad uso web, nelle fanzine e rubriche dei siti.
Si compone per esempio, nelle campagne pubblicitarie, di: bodycopy (descrizione dell’annuncio), headline (corpo centrale) e pay off (claim finale) e del microcopy, tutto ciò che, se pur breve, prevede una meticolosa cura delle parole usate (ADV/advertising, form, CTA/call-to-action, DEM, bio, value proposition/motto, vision e mission aziendale). Insomma, stratificazioni di scritture nella scrittura.
Ogni idioma ha una sua responsabilità pedagogica e nella sua riuscita dev’essere ovviamente corretto dal punto di vista grammaticale e della punteggiatura, facile, non barocco. Leggibilità (su: tablet, pad, android, pc) e usabilità del servizio, ma che non può mostrarsi esclusivo-escludente.
La diversità va quindi riconosciuta, perché altrimenti invisibile.
Molte scritture però, anche se si promuovono nella modernità delle tecnologie, sono ancora “di conservazione”, piuttosto che di “sviluppo”. Le declinazioni femminili accusano il maschile sovraesteso di non essere rappresentativo nella descrizione di tutti gli individui con cui interloquisce. Vi è l’assenza o reticenza nell’uso dei sostantivi femminili (come vessillo dell’esclusione culturale), per non parlare della quota di persone che non si riconoscono in un genere specifico. Per tali ragioni, per far sì che una pagina online possa essere inclusiva, si dovrebbe proporre l’uso di soluzioni innovative impersonali, come l’uso:
- Dell’asterisco, della chiocciola e dello schwa (*, @, ə);
- Dello spazio vuoto (la/il laureand_);
- Di vocaboli neutri e plurali (coloro, voi, chi, chiunque, persona o corpo insegnante, personale docente, presidenza, direzione);
- Dello sdoppiamento per dare invece sottolineatura sia all’uno che all’altro gruppo, ovvero uomini e donne (ragazzi e ragazze, la/il segretario/a o del/l).
L’accessibilità permette alle persone con disabilità psichiche e difficoltà cognitive e sensoriali o malattie che limitano il movimento, di esplorare con maggiore agio l’universo informatico data la presenza di barriere architettoniche nei sistemi computerizzati. Come? Con una lettura facilitata come possibile impostazione del proprio sito.
- Semplicità nella struttura del menù, testi corti e chiari (ad alta leggibilità), spaziatura;
- Formattazione (divisione per paragrafi) e gerarchizzazione delle info (sotto titoletti, colonne);
- Carattere con un font, una grandezza adeguata e possibilità di ingrandimento;
- Acronimi/sigle dopo aver dato la definizione;
- Inserire dei link (no clicca qui) a fianco a: per saperne di più;
- Mettere l’alert/Trigger Warning prima dei contenuti sensibili;
- Quando ci sono avvisi di errori (es. sulle password) aggiungere il campo da correggere;
- Conferme o notificazioni (es. stai per essere indirizzato in un’altra pagina);
- Bottoni con spigoli, rilievo per diversificarli;
- Glossario della terminologia e per il lessico straniero il corrispettivo in italiano;
- Testo alternativo/alt text for image (spiegazione abbastanza articolata dell’immagine) e didascalia;
- No scritte in trasparenza sulle immagini;
- Immagini (no sgranate, alta risoluzione);
- Simboli e icone che siano riconoscibili;
- Evitare video che partono di default;
- Contenuti multimediali con subtitled/sottotitoli;
- Registrazioni che trasformano i contenuti testuali in formato audio;
- Comandi vocali per la barra di ricerca;
- Campi da compilare segnalati con delle etichette/freccette;
- Codifica del colore (es. le parti obbligatorie sono in rosso);
- Palette con tinte non troppo accese (per “rilassare”);
- No flash/lampeggianti (per non infastidire);
- Possibilità di cambiare lo sfondo in bianco e nero, applicare la dark mode/tema scuro o night shift/notte che porta il display alle gradazioni più calde dello spettro (per non affaticare gli occhi e per la lettura), la modalità scala di grigi o l’inversione dei colori/filtro contrasto in negativo che cambia le tonalità della schermata (per chi ha un’alterata percezione dei toni).
Questi sono alcuni “attributi” grazie ai quali le persone (sorde, ipovedenti, daltoniche, epilettiche, con mancanza di arti o con protesi, nello spettro autistico/neuroatipiche, che soffrono di disturbi mentali; straniere, over 65 e anziane) che si trovano in condizioni di svantaggio, a causa di una mancanza sociale di tutela, possono avere maggiore autodeterminazione.
Tutto ciò è innovazione che per essere tale deve avere una diffusione (settori) e un impatto (società) – non solo migliora il modo di vivere, perché aggiuntiva e non sottrattiva, ma cambia le coscienze.
Come rendere femminista uno spazio pubblico
Naturalmente alcune di queste scelte sono dipendenti dalla propria capacità di spesa; sono realizzabili e di concretezza e risultano “accessorie” (non previste dalla normativa).
- Servizi igienici gender neutral e per persone con disabilità;
- Per le persone con il ciclo mestruale mettere a disposizione prodotti per l’igiene intima: assorbenti, tamponi; lavandini nei bagni (per l’uso della coppetta);
- Se presente la mensa proporre menù anche vegani, vegetariani, per celiaci (senza glutine), diabetici, intolleranti al lattosio ecc;
- Investire sulla salute mentale, fornendo nelle scuole e nelle università delle sedute dallə psicologə;
- Per le imprese, startup, enti, associazioni, devolvere una parte dei ricavi in beneficienza;
- L’ascensore e le rampe oltre alle scale;
- I parcheggi per le persone disabili.
La sostenibilità è un modello e uno stile di vita che consente di generare e/o usare (piuttosto che sfruttare), senza lo spreco (o riducendolo); include il riuso, il riciclo e il ricondizionamento e il rinnovabile, perché si auto sostenta. Ciò permette il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromissioni su quelle future. La sostenibilità è spesso citata fino ad essere abusata (greenwashing), perché trend, in quanto cambiamento in corso: economico (opportunità di lavoro, veicoli ibridi; energie rinnovabili); legislativo (direttive europee, incentivi), sociale e tecnologico. Come essere più sostenibili?
- Fare la raccolta differenziata;
- Inserire delle piante negli uffici/studi;
- Installare sensori di rilevamento della qualità dell’aria e dei purificatori;
- Utilizzare lampadine led a basso consumo energetico o luci ad accensione (e spegnimento) automatica;
- Regalare gadget (borraccia o thermos) plastic free, inserire dispenser dell’acqua o filtri per la depurazione nei rubinetti;
- Usare carta riciclata o acquistare le risme da filiere che non deforestano (FSC); impostare la stampante a “risparmio toner” e i fogli in fronte e retro;
- Adoperare della cancelleria “ecologica”;
- Promuovere un rimborso spese per chi viene coi mezzi pubblici;
- Mobilità sostenibile (oltre ai posti auto creare delle aree per le biciclette e le colonnine di ricarica per l’elettrico).
Considerando a livello di concetto; compagnie e società possono adottare più filosofie e decisioni dagli accenni politici:
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- E-S-G sostenibilità tripartita (considera gli impatti ambientali, i fattori sociali come i diritti retributivi e sanitari, le pari opportunità e la sicurezza sul lavoro; di governo come le politiche fiscali);
- Strategia 3P/People-Planet-Profit (dando stesso valore a tutte le parti);
- Approccio LCA/life-cycle assessment (considera l’intero ciclo di vita di un bene, o servizio, fino al suo smaltimento);
- Ridurre la carbon footprint/impronta carbonio tramite la carbon neutrality (equilibrio/compensazione tra le emissioni della CO2/anidride carbonica rilasciata per causa umana e la sua “rimozione” dall’atmosfera);
- Climate positivity (risparmiando più emissioni di gas serra di quante se ne generano);
- Nature posititvity (piantumazione di alberi);
- Se in possesso di certificazione verificata, rilasciata o riconosciuta, pubblicizzarla evitando la pratica del nascondere le politiche green atta da alcune aziende (greenhushing).
Il valore delle parole motiva riflessioni, promesse, azioni; ancor prima dell’orale. Perché le stesse parole permangono nel tempo essendo tramandabili e si rammenta il loro senso, perché meno interpretabile. Espressioni e frasi che sono esperienze e storie, e saranno predizioni (postulati sociopolitici che poi diverranno fatti), perciò queste sono di estrema importanza. Hanno il potere di cambiare le menti e lo storico futuro, pure nella semiotica (la scienza dei segni) e nella semantica.
La morale negli scritti può ritrovarsi ovunque. Bisogna saper produrre arte ornando di descrizioni il mondo.
L’evoluzione ha come punto di inizio un assunto, un teorema (come il perché utilizzare nell’italiano lo schwa); che viene trascritto, passa per il parlato per poi commutarsi in canone e precetto.
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Foto di Tima Miroshnichenko: https://www.pexels.com/it-it/foto/moda-mani-persone-donna-7203899/