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Una guerra che annienta l’identità. Storie di donne ucraine.
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Una guerra che annienta l’identità. Storie di donne ucraine.

“I primi sei giorni mi sentivo immobilizzata, non sapevo cosa fare per rendermi utile. Poi mi sono resa conto di come l’intera narrazione della guerra presentasse un punto di vista prettamente maschile: le trattative, le interviste e le grandi dichiarazioni politiche avevano volti e voci di uomini, e le donne erano pressoché inesistenti”. Così la giornalista Nastja Krasil’nikova introduce il suo docu-progetto “Donne d’Ucraina”, una raccolta di testimonianze di donne che hanno visto il proprio Paese invaso dalle forze armate russe. Le storie sono corredate dai ritratti della fotografa Sonja Pugačëva.

Il progetto è stato lanciato sui canali social di Krasil’nikova, la quale aggiunge: “Le donne sono colpite dalla guerra tanto quanto gli uomini. Ho pensato che fosse importante dare la parola anche a loro. A queste donne che fino a ieri vivevano in un Paese bellissimo e prospero e a cui da un giorno all’altro è stato strappato via tutto: la casa, la famiglia, gli affetti, tutto ciò che conoscevano”.
Nastja ha deciso di raccontare queste storie e ha invitato le donne ucraine a condividere con lei le proprie impressioni ed esperienze. Le prime sono arrivate su Instagram, e grazie al passaparola se ne sono aggiunte molte altre.

“Stiamo ricevendo moltissimo materiale, ma a curare il progetto siamo davvero in pochə, quindi spesso non abbiamo il tempo di elaborare e pubblicare tutto quanto”, spiega la fondatrice.

I monologhi arrivano in diversi formati: c’è chi risponde alle domande di Nastja per iscritto, chi le invia dei messaggi vocali e chi le chiede una telefonata, anche se finora ha prevalso la forma scritta. La giornalista afferma che il suo obiettivo è fare da tramite tra le donne ucraine e ə suoə lettorə, e che per questo cerca di intervenire sui testi il meno possibile: “Non abbiamo una politica editoriale rigida. Cerco di pubblicare i monologhi così come mi vengono trasmessi. Per me è importante mantenere il testo nella sua forma originaria, voglio che le voci siano autentiche. Ciò significa dare spazio a tutte le parole e a tutte le emozioni, per quanto male faccia leggerle e ascoltarle”.

Alcune donne raccontano di aver dovuto sgomberare in fretta e furia i loro appartamenti, magari appena ristrutturati, molti dei quali sono poi andati distrutti sotto i bombardamenti. “Mi hanno confessato di vergognarsi del loro “dramma borghese”, dato che in altre parti del Paese la gente sta morendo. Ma io credo che anche queste storie siano importanti, in quanto mostrano come la guerra distrugga la nostra quotidianità, le nostre abitudini, le cose a cui teniamo e che ci danno forza. È come se questa guerra stesse annientando parte della nostra identità, e questo fa tanta paura”.

La speranza di Nastja è che queste storie, autentiche e dolorose, possano far ricredere chi in Russia supporta l’invasione dell’Ucraina: “Voglio credere che questi testi aiuteranno a comprendere che ciò che sta accadendo ora in Ucraina non è una liberazione o un'”operazione militare”. È un crimine mostruoso contro milioni di persone la cui unica colpa era vivere la propria vita in pace”.

Quando le abbiamo chiesto se il progetto fosse riuscito a far cambiare idea ad almeno unə lettorə, Nastja ha raccontato che, quando ha iniziato a pubblicare i monologhi, moltissimə utenti hanno smesso di seguirla. Sottolinea ancora una volta che i racconti sono molto forti, ragion per cui immagina che la scelta di alcunə utenti sia stata dettata dal desiderio di salvaguardare il proprio stato psicologico, evitando di immergersi in quella terribile realtà.

Aggiunge inoltre:

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“Qualcunə mi ha criticata per aver dato la parola esclusivamente alle donne ucraine. Unə lettorə mi ha addirittura accusata di aver cancellato tutte le donne russe. Immaginate quanto potere ho nelle mie mani, se posso cancellare tutte le donne russe in un colpo solo! C’è statə anche chi, in maniera tranquilla, ha sottolineato che anche le donne russe hanno bisogno di sostegno. E io non lo metto in dubbio. Ma ci troviamo in due situazioni completamente diverse: le donne ucraine sono sotto tiro. Sono costrette ad abbandonare la propria casa, fuggire dalla propria patria, guardare il proprio mondo crollare inesorabilmente. Le donne russe stanno perdendo il reddito e la stabilità finanziaria, e sono costrette a rinunciare alla propria indipendenza economica. È terribile, ma è pur sempre vita. Ciò che sta accadendo alle “Donne d’Ucraina” non è vita, ma sopravvivenza.”.

Nastia Krasil’nikova riconosce l’importanza di parlare anche della repressione deə russə che si oppongono alla guerra e della sofferenza di chi perde la propria indipendenza economica e non ha la possibilità di emigrare. Tuttavia, sottolinea, per il momento non si sente pronta ad occuparsi di altro che non siano le “Donne d’Ucraina”.

Fonte
Magazine: Радио Свобода
Articolo: Война, отбирающая идентичность. Истории украинских женщин
Scritto da: Karina Merkur’eva
Data: 8 aprile 2022
Traduzione a cura di: Paola Galluccio
Immagine di copertina: Viktor Bystrov
Immagine in anteprima: freepik

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